Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio conclude che essere sposati è legato ad aumento del rischio di demenza

couple enjoying a cup of coffee Image by leish 6975191 on Pexels

Mi crederesti se ti dicessi che rimanere single o porre fine al tuo matrimonio potrebbe ridurre le tue probabilità di contrarre la demenza? Un nuovo studio condotto dai ricercatori della Florida State University suggerisce, in modo alquanto scioccante, che le persone non sposate hanno meno probabilità di sviluppare la demenza.


Se pensi di aver sentito il contrario, hai ragione. Uno studio del 2019 dall'America ha scoperto che le persone non sposate avevano "probabilità significativamente più elevate di sviluppare la demenza nel periodo di studio rispetto alle loro controparti sposate". In effetti, si pensa che le persone sposate abbiano una salute migliore. Studi hanno dimostrato che hanno meno rischio di malattie cardiache e ictus e tendono a vivere più a lungo.


Allora perché il nuovo studio ha trovato questa cosa sorprendente? Diamo un'occhiata più da vicino. I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 24.000 americani senza demenza all'inizio dello studio. I partecipanti sono stati monitorati per un massimo di 18 anni. Fondamentalmente, la squadra ha confrontato i tassi di demenza tra i gruppi di sposati, divorziati, vedovi e mai sposati.


Inizialmente, sembrava che tutti e tre i gruppi non sposati avessero un rischio ridotto di demenza rispetto al gruppo sposato. Ma, dopo aver tenuto conto di altri fattori che potrebbero influenzare i risultati, come il fumo e la depressione, solo le persone divorziate e mai sposate avevano un rischio inferiore di demenza. Sono state anche osservate differenze a seconda del tipo di demenza. Ad esempio, essere non sposati era costantemente legato a un rischio inferiore di Alzheimer, la forma più comune di demenza. Ma ciò non è stato mostrato per la demenza vascolare, una forma più rara della condizione.


I ricercatori hanno anche scoperto che le persone divorziate o mai sposate avevano meno probabilità di progredire dalla lieve compromissione cognitiva alla demenza e che le persone che erano vedove durante lo studio avevano un rischio inferiore di demenza.

 

Possibili spiegazioni

Uno dei motivi dei risultati inaspettati? Le persone sposate potrebbero avere una diagnosi prima perché hanno coniugi che notano problemi di memoria e spingono per la visita di un medico. Questo potrebbe rendere la demenza più comune nelle persone sposate, anche se non lo è.


Questo si chiama bias (devianza) di accertamento: quando i dati sono distorti a causa di chi viene diagnosticato o notato più facilmente. Tuttavia, la prova di ciò non era forte. Tutti i partecipanti hanno avuto visite annuali da un medico, che potrebbe essere considerato il rapprensentante del partner che poteva individuare i primi segni di demenza nel partecipante.


Forse dipende dal campione di persone analizzate, del  National Alzheimer’s Coordinating Center (NACC), che non rappresenta la popolazione più ampia. In particolare, il campione ha mostrato bassi livelli di diversità etnica e di reddito. Inoltre, quasi il 64% dei partecipanti era sposato. Ciò può influenzare il modo in cui questi risultati inaspettati si traducono in un mondo più ampio. Potrebbero essere stati unici per i partecipanti al NACC.


Tuttavia, è più probabile che questi risultati evidenzino quanto siano complessi gli effetti delle rotture coniugali, delle transizioni e delle scelte sulla salute del cervello. Essere sposati non è affatto un fattore protettivo assodato per la demenza; una precedente meta-analisi (studio di altri studi) ha mostrato risultati contrastanti.


Il nuovo studio della Florida State University usa uno dei più grandi campioni esistenti per esaminare questo problema. Sottolinea che potrebbero non essere sempre corrette le ipotesi basate su ricerche precedenti secondo cui la vedovanza e il divorzio sono eventi di vita molto stressanti che possono innescare il morbo di Alzheimer (MA) o che le persone non sposate sono socialmente isolate e quindi possono avere un maggiore rischio di demenza.


Le dinamiche di relazione non sono affatto semplici. Come menzionato nello studio, tali dinamiche possono "fornire una comprensione più sfumata di un semplice effetto binario". Fattori come la qualità del matrimonio, i livelli di soddisfazione dopo il divorzio, le considerazioni culturali o la socievolezza dei singoli rispetto a quelli accoppiati possono aiutare a spiegare questi risultati apparentemente contraddittori.


Questo studio sfida l'idea che il matrimonio faccia automaticamente bene alla salute del cervello. Invece, suggerisce che l'effetto delle relazioni sulla demenza è molto più complesso. Ciò che conta potrebbe non essere il tuo stato di relazione ma quanto ti senti supportato, connesso e soddisfatto.

 

 

 


Fonte: Avinash Chandra, ricercatore post-dottorato in neurologia, Queen Mary University di Londra

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Karakose, [+3], A Terracciano. Marital status and risk of dementia over 18 years: Surprising findings from the National Alzheimer's Coordinating Center. Alz&Dem, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.