Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dall’Università di Perugia passo avanti nella ricerca sui biomarcatori di Alzheimer

blood samples in lab Image by Freepik

Un importante passo avanti nella ricerca sui biomarcatori per il morbo di Alzheimer (MA) è stato compiuto dalle ricercatrici e dai ricercatori delle sezioni di Neurologia e di Fisiologia e Biochimica del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Perugia, coordinati dalla prof.ssa Lucilla Parnetti.


Lo studio, pubblicato su Nature Communications, ha riguardato lo sviluppo e la validazione di nuovi test biochimici capaci di diagnosticare precocemente la presenza del MA, grazie al rilevamento di un biomarcatore, la proteina tau in una forma modificata detta 'tau multi-fosforilata', sul liquido cerebrospinale (CSF) e sul sangue.


I ricercatori di UniPg hanno ipotizzato che forme di tau fosforilata in più parti della molecola (multifosfo-tau) possano avere un valore diagnostico superiore rispetto alle forme fosforilate in un unico sito. Hanno quindi sviluppato una modalità di misurazione per rilevare tau fosforilata simultaneamente in due diverse parti (T181 e T231) e siti (T217 e T231) della molecola.


I risultati ottenuti hanno mostrato che le forme multi fosforilate hanno un’elevata accuratezza diagnostica nel distinguere i pazienti affetti da MA dai soggetti di controllo, sia nel CSF che nel plasma. Il risultato, inoltre, è particolarmente significativo per il plasma, dove ha dimostrato una prestazione diagnostica superiore rispetto alle forme di tau fosforilata in un unico sito ad oggi comunemente utilizzate.


Lo studio ha coinvolto due coorti di pazienti con MA in diversi stadi clinici, pazienti con altre malattie neurodegenerative che evolvono in demenza e un gruppo di controllo. I ricercatori hanno osservato che i livelli di proteina tau multi-fosforilata erano significativamente elevati nei pazienti con MA rispetto ai controlli, sia nel CSF che nel plasma.


Alla realizzazione della ricerca ha partecipato la dottoranda Anna Lidia Wojdała, vincitrice di una selezione internazionale per effettuare il proprio dottorato di ricerca presso la Sezione di Neurologia, Dipartimento di Medicina e Chirurgia dello Studium, nell’ambito del progetto europeo MIRIADE (Multi-omics Interdisciplinary Research Integration to Address Dementia Diagnosis), finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Marie Skłodowska-Curie, volto a sviluppare nuovi biomarcatori per migliorare la diagnosi delle malattie neurodegenerative che causano demenza.


“I risultati del nostro studio rappresentano un passo avanti fondamentale nella diagnosi precoce del MA, permettendoci di individuare dei nuovi biomarcatori di malattia molto accurati e affidabili anche quando misurati su un campione di sangue”, ha dichiarato la prof.ssa Lucilla Parnetti, responsabile della Sezione di Neurologia e del Laboratorio di Neurochimica clinica all’Università degli Studi di Perugia. “La rilevazione delle forme di tau multi-fosforilate nel plasma potrebbe diventare un importante strumento per identificare precocemente la malattia, monitorarne la progressione e valutare l’efficacia delle terapie”.


La ricerca è stata realizzata grazie a una collaborazione internazionale tra l’Università degli Studi di Perugia, l’Università di Amsterdam - UMC e la Quanterix Corp, azienda statunitense presso la quale la dott.ssa Wojdała ha condotto alcuni degli esperimenti chiave. Tra gli autori dello studio figurano il dott. Giovanni Bellomo, il dott. Lorenzo Gaetani, il prof. Davide Chiasserini, coordinatore delle attività in laboratorio della dott.ssa Wojdala e dello sviluppo degli immunodosaggi, e la prof.ssa Lucilla Parnetti dell'Ateneo Perugino, nonché la prof.ssa Charlotte Teunissen, responsabile del Laboratorio di Neurochimica dell’Amsterdam University Medical Center - UMC, che ha contribuito alla validazione clinica dei risultati.

 

 

 


Fonte: Azienda Ospedaliera di Perugia

Riferimenti: AL Wojdała, [+4], D Chiasserini. Immunoassay detection of multiphosphorylated tau proteoforms as cerebrospinal fluid and plasma Alzheimer's disease biomarkersNat Commun., 2025, DOI.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

 

 

 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.