Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Previsto il raddoppio dei casi di demenza in USA per il 2060

Balzo particolarmente grande previsto per donne, neri e over-75

dementai cases projected to double by 2060 Image by AI (52623) on Freepik

Un nuovo studio mostra che il rischio di sviluppare la demenza in qualsiasi momento dopo i 55 anni è del 42% tra gli americani, più del doppio del rischio riportato da studi precedenti. Tale rischio di demenza si traduce in circa mezzo milione di casi quest'anno, aumentando a un milione di nuovi casi all'anno entro il 2060, secondo il nuovo lavoro.


La demenza comporta cali progressivi nella memoria, nella concentrazione e nel giudizio. Il numero crescente di casi è direttamente legato all'invecchiamento della popolazione degli Stati Uniti. Oltre all'invecchiamento, un alto rischio di demenza è collegato a fattori genetici, nonché agli alti tassi di ipertensione e diabete, obesità, diete malsane, mancanza di esercizio fisico e cattiva salute mentale.


Gli autori dello studio attribuiscono le sottostime precedenti del rischio di demenza alla documentazione inaffidabile della malattia nelle cartelle cliniche e nei certificati di morte, alla sorveglianza minima dei casi di demenza iniziale e alla sottostima dei casi tra i gruppi di minoranze razziali, che sono sproporzionatamente vulnerabili.


Questo grande studio è una collaborazione tra la New York University, la Johns Hopkins University e altre istituzioni statunitensi. Il nuovo studio si basa sulle informazioni raccolte dall'Atherosclerosis Risk in Communities Neurocognitive Study (ARIC-NCS), che dal 1987 segue da vicino la salute vascolare e la funzione cognitiva di quasi 16.000 partecipanti mentre invecchiano. L'ARIC-NCS è anche, affermano i ricercatori, la coorte seguita più a lungo di afroamericani per la ricerca su cognizione e salute cardiaca.


Pubblicato su Nature Medicine, lo studio conclude che dal 1987 al 2020 c'erano 3.252 partecipanti allo studio di cui è documentato lo sviluppo di demenza. Ciò si traduce in un rischio complessivo di demenza di tutta la vita del 42% tra gli americani di mezza età, che è la media tra il 35% degli uomini e il 48% delle donne. Il rischio superiore delle donne era in gran parte dovuto ai loro tassi più bassi di mortalità.


I nuovi risultati hanno anche mostrato un rischio più elevato tra gli adulti neri e nei portatori di una variante del gene APOE4 (tra il 45 e il 60%), che codifica una proteina di trasporto del colesterolo e altri lipidi nel flusso sanguigno. Si pensa che avere una certa versione di APOE4 sia il fattore singolo più grande di rischio genetico per lo sviluppo dell'Alzheimer ad esordio tardivo.


"I risultati del nostri studio prevedono un drastico aumento dell'onere della demenza negli Stati Uniti nei prossimi decenni, con un americano su due che può aspettarsi di avere difficoltà cognitive dopo i 55 anni", ha affermato l'epidemiologo Josef Coresh MD/PhD, autore senior dello studio, direttore fondatore dell'Istituto di Invecchiamento Ottimale della NYU.


Il dott. Coresh, il professore dei dipartimenti di Salute della Popolazione e di Medicina della NYU, afferma che l'aumento atteso nei casi di demenza è parzialmente legato al fatto che spesso si osserva un progressivo declino della funzione cerebrale a partire dalla mezza età, che le donne in generale vivono in media più a lungo degli uomini e che circa 58 milioni di americani hanno più di 65 anni. Tra gli altri risultati chiave dello studio c'è che il rischio di demenza nell'intera vita aumenta a oltre il 50% tra quelli che raggiungono l'età di 75 anni.


Tuttavia, i risultati precedenti di questo studio e altri indicano che le politiche progettate per prevenire le malattie cardiache, come il controllo della pressione e la prevenzione del diabete, dovrebbero anche rallentare il declino cognitivo e prevenire la demenza.


"L'esplosione in corso dei casi di demenza pone in particolare sfide significative ai politici della sanità, che devono rifocalizzare i loro sforzi su strategie per ridurre al minimo la gravità dei casi di demenza, nonché sui piani per fornire più servizi sanitari a coloro che hanno la demenza", ha affermato Coresh.


Anche la perdita di udito tra gli anziani è stata legata ad un aumento del rischio di demenza, però solo un terzo degli americani con perdita di udito utilizza gli apparecchi acustici. Per affrontare questo obiettivo, il dott. Coresh raccomanda maggiore monitoraggio, test e forse anche programmi di assistenza governativa per sostenere l'udito sano tra gli anziani, come rendere gli apparecchi acustici più disponibili e abbordabili.


Il dott. Coresh sostiene inoltre che sono necessarie molte più risorse per affrontare le disuguaglianze razziali nell'assistenza sanitaria, osservando che, mentre i numeri di demenza tra gli individui bianchi dovrebbero raddoppiare nei prossimi quattro decenni, i tassi tra gli individui neri dovrebbero triplicare. Le politiche sanitarie dovrebbero intensificare gli sforzi nelle comunità nere per migliorare l'istruzione e la nutrizione infantile, che secondo lui hanno dimostrato nelle ricerche precedenti di essere utili nell'evitare il declino cognitivo in tarda età.

 

 

 


Fonte: New York University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M Fang, [+11], J Coresh. Lifetime risk and projected burden of dementia. Nature Medicine, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.