Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Chetoni possono migliorare la funzione cognitiva e proteggere le reti cerebrali?

I ricercatori del Del Monte Institute for Neuroscience dell'Università di Rochester hanno identificato i meccanismi nella rete dell'ippocampo del cervello che vengono recuperati dai chetoni. Questi risultati si basano su ricerche precedenti che hanno dimostrato che i chetoni possono alleviare i danni neurologici e cognitivi.

 

Man mano che invecchiamo, il nostro cervello diventa naturalmente più resistente all'insulina. Ciò crea una rottura nella comunicazione tra i neuroni, causando sintomi come cambiamenti di umore, declino cognitivo e infine neurodegenerazione.


Nathan A. Smith MS/PhD, professore associato di neuroscienze, ha studiato con i colleghi ricercatori i meccanismi nel cervello che si rompono quando insorge improvvisamente la resistenza all'insulina, come nel trauma, ma prima che si manifestino sintomi nelle condizioni croniche, come diabete o morbo di Alzheimer (MA).


"Una volta persa la funzione neuronale, non si può recuperare la connessione, quindi dobbiamo identificare il momento in cui si compromette la funzione", ha affermato Smith, autore senior di questa ricerca, pubblicata su PNAS Nexus. "Questo studio realizza proprio questo, avvicinandoci a capire come recuperare la funzione dei neuroni compromessi e prevenire o ritardare malattie devastanti come il MA".


Usando topi come sistema modello, i ricercatori si sono concentrati sull'ippocampo, una regione ben compresa del cervello, responsabile dell'apprendimento e della memoria. Hanno scoperto che la resistenza acuta dell'insulina compromette diversi aspetti della funzione neuronale, che includono l'attività sinaptica, la conduzione assonale, la sincronizzazione della rete, la plasticità sinaptica e le proprietà del potenziale d'azione, i processi fondamentali che supportano il flusso di comunicazione dentro e fuori i neuroni.


I ricercatori hanno quindi somministrato D-βHb, una forma di chetoni, un sottoprodotto rilasciato dal fegato quando il corpo brucia il grasso anziché il glucosio per produrre energia. Hanno scoperto che si è recuperata l'attività sinaptica danneggiata dalla resistenza acuta dell'insulina, è aumentata la conduzione degli assoni, i neuroni si sono ri-sincronizzati ed è aumentata la plasticità sinaptica.


"Questa ricerca ha implicazioni per lo sviluppo di terapie a base di chetoni che puntano disfunzioni neuronali specifiche in condizioni che coinvolgono la resistenza all'insulina/ipoglicemia come il diabete o il MA", ha affermato Smith. "Ora stiamo cercando di capire il ruolo che hanno gli astrociti e altre cellule glia nella resistenza acuta all'insulina".

 

 

 


Fonte: University of Rochester Medical Center (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: B Kula, [+8], NA Smith. D-ꞵ-hydroxybutyrate stabilizes hippocampal CA3-CA1 circuit during acute insulin resistance. PNAS Nexus, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)