Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Adulti con ADHD hanno un rischio più alto di sviluppare la demenza

Ricercatori della Rutgers hanno esplorato il collegamento tra ADHD e demenza e se i rischi possono essere mitigati con il trattamento dell'ADHD.

Gli adulti con 'disturbo da deficit di attenzione/iperattività' (ADHD, attention-deficit/hyperactivity disorder) hanno quasi il triplo delle probabilità di sviluppare la demenza rispetto ai coetanei senza ADHD, secondo uno studio eseguito alla Rutgers University di New Brunswick / New Jersey.


Lo studio, al quale ha collaborato Michal Schnaider Berii, direttore del Centro Ricerca Alzheimer della Rutgers, e pubblicato su Jama Network Open, ha seguito più di 100.000 anziani in Israele per 17 anni per capire se quelli con ADHD hanno un rischio maggiore di demenza, incluso l'Alzheimer.


Sebbene oltre il 3% della popolazione adulta negli Stati Uniti abbia l'ADHD, ci sono ricerche limitate su questo gruppo.

"Determinando se gli adulti con ADHD hanno un rischio maggiore di demenza e se i farmaci e/o le modifiche allo stile di vita possono influire sui rischi, i risultati di questa ricerca possono essere usati per informare meglio i caregiver e i medici", ha affermato Berii.


Usando i dati di uno studio nazionale di coorte di oltre 100.000 persone seguite dal 2003 al 2020, i ricercatori hanno analizzato quelli con e senza ADHD e l'insorgenza della demenza tra i gruppi mentre invecchiavano. I ricercatori hanno scoperto che la presenza di ADHD in età adulta era associata a un rischio significativamente più elevato di demenza anche considerando altri fattori di rischio per la demenza, come le condizioni cardiovascolari.


L'ADHD negli adulti può materializzarsi come un processo neurologico che riduce la loro capacità di compensare gli effetti del declino cognitivo più avanti nella vita, hanno affermato i ricercatori.

"Medici, clinici e caregiver che lavorano con gli anziani dovrebbero monitorare i sintomi dell'ADHD e i farmaci associati", ha affermato Abraham Reichenberg, professore del Dipartimento di Psichiatria del Mount Sinai di New York e autore senior dello studio.


"I sintomi dell'ADHD in vecchiaia non dovrebbero essere ignorati e dovrebbero essere discussi con i medici", ha affermato Stephen Levine, professore dell'Università di Haifa in Israele.


Inoltre, la ricerca suggerisce che il trattamento dell'ADHD che incorpora psicostimolanti può aiutare a ridurre il rischio di demenza negli adulti con ADHD, poiché è noto che questi farmaci modificano la traiettoria della compromissione cognitiva. Ma i ricercatori hanno affermato che servono altri studi per esaminare in modo più dettagliato l'impatto dei farmaci nei pazienti con ADHD e come potrebbero influenzare il rischio.

 

 

 


Fonte: Nicole Swenarton in Rutgers University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: SZ Levine, [+6], A Reichenberg. Adult Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder and the Risk of Dementia. JAMA Network Open, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)