Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dopo i 65, l'AI calcola che il rischio genetico di Alzheimer supera quello dell'età

Un nuovo studio suggerisce che, una volta che gli adulti raggiungono l'età di 65 anni, la soglia dell'insorgenza del morbo di Alzheimer (MA), l'entità del loro rischio genetico può superare l'età come predittore del fatto che svilupperanno il disturbo fatale del cervello.


La ricerca, pubblicata di recente su Scientific Reports, è la prima a costruire modelli di apprendimento automatico con punteggi di rischio genetico, informazioni non genetiche e dati delle cartelle cliniche elettroniche di quasi mezzo milione di persone, per classificare i fattori di rischio in ordine di forza della loro associazione con l'eventuale sviluppo del MA.


I ricercatori hanno usato i modelli per classificare i fattori di rischio predittivi per due popolazioni della UK Biobank: individui bianchi over-40 e un sottoinsieme di loro che erano over-65. I risultati hanno mostrato che l'età, che costituisce un terzo del rischio totale a 85 anni (secondo l'Alzheimer's Association), è il fattore di rischio più grande per il MA in tutta la popolazione, ma per gli anziani, il rischio genetico determinato da un punteggio di rischio poligenico era più predittivo.


"Sappiamo tutti che il MA è una malattia ad esordio tardivo, quindi sappiamo che l'età è un fattore di rischio importante. Ma quando consideriamo il rischio solo per gli over-65, le informazioni genetiche acquisite da un punteggio di rischio poligenico sono più alte dell'età"
, ha affermato il primo autore Xiaoyi Raymond Gao, professore associato di oftalmologia e scienze visive e di informatica biomedica all'Ohio State University di Columbus/Ohio. "Ciò significa che è davvero importante considerare le informazioni genetiche quando lavoriamo sul MA".


Anche un reddito familiare basso è emerso come un importante fattore di rischio, classificandosi 3° o 4° dopo gli effetti dell'età e della genetica.


"La scoperta relativa al reddito è molto, molto interessante", ha affermato Gao, il cui laboratorio usa dati biomedici e l'intelligenza artificiale per studiare la genetica dietro il MA e le malattie dell'occhio. “Vogliamo tutti avere una vita sana e il reddito può essere un fattore così importante per decidere cosa puoi permetterti di mangiare, dove puoi permetterti di vivere, il livello di istruzione, l'accesso alle cure, tutti possibili contributi al MA".


Dei 457.936 partecipanti al campione UK Biobank, 2.177 persone avevano sviluppato il MA e 455.759 no, e 88.309 avevano 65 anni o più. Si sono distinti alcuni fattori di rischio non genetici che differivano tra le persone con e senza MA: nelle persone con MA, una pressione arteriosa sistolica e diastolica più alta erano più comuni, il diabete era più diffuso, il reddito familiare e l'istruzione erano più bassi e le cadute recenti, le difficoltà di udito e la storia di MA della madre erano più alte.


L'elenco dei primi 20 di fattori di rischio per l'intero campione di adulti includeva anche diagnosi di ipertensione, infezione del tratto urinario, episodi depressivi, svenimento, dolore toracico non specificato, disorientamento e perdita anormale di peso. Altri fattori di rischio tra i primi 20 per gli over-65 includevano anomalie elevate del colesterolo e l'andatura. Questi risultati hanno mostrato la potenza di aggiungere codici di condizione dalle cartelle cliniche elettroniche ai modelli.


"L'apprendimento automatico può esplorare le relazioni tra tutte queste caratteristiche, o variabili, scegliere quelle importanti e classificare alcune caratteristiche al vertice che contribuiscono molto di più di altre al rischio di MA"
, ha affermato Gao. "In genere, non è bene essere molto obesi, ma vediamo qui che anche un indice di massa del corpo inferiore non è buono. L'ipertensione in genere non è buona, ma qui vediamo che una pressione diastolica inferiore non è buona. I modelli hanno rivelato alcuni schemi interessanti".


Costruire i modelli è stato un processo in due fasi. Il team prima ha condotto studi di associazione a livello del genoma sui dati dell'Alzheimer’s Disease Genetics Consortium per identificare le varianti genetiche legate al rischio complessivo di sviluppare il MA e allo sviluppo della malattia dopo un'età specifica. Sono state usate raccolte separate di varianti per stabilire due punteggi di rischio poligenico, che aggregano gli effetti genetici nell'intero genoma in una singola misura di rischio per ciascun individuo.


Tali punteggi sono stati applicati ai dati del DNA dei partecipanti alla UK Biobank e combinati con le informazioni della biobanca su fattori di rischio convenzionali come sesso, istruzione, indice di massa corporea e pressione arteriosa e oltre 11.000 registrazione di codici di condizione nelle cartelle cliniche elettroniche dei partecipanti. Il team ha anche usato un algoritmo per interpretare i risultati del modello, e garantire che le variabili del fattore di rischio fossero ponderate obiettivamente nell'analisi.


"Nasciamo con un rischio genetico già stabilito per le malattie, ma informazioni su come altri fattori sanitari e socioeconomici influiscono sul nostro rischio di MA, così come di glaucoma, altra condizione studiata nel nostro laboratorio, ci dà il potere di adottare misure preventive", ha detto Gao. “Se le persone conoscono meglio i fattori di rischio, possono eventualmente adattare il loro stile di vita. Non esiste una cura né per il MA né per il glaucoma, quindi la prevenzione può aiutare molto. Spero anche che costruire modelli per fare queste previsioni possa aiutare a sviluppare farmaci e programmi di individuazione efficaci e a basso costo".

 

 

 


Fonte: Emily Caldwell in Ohio State University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: XR Gao, ...[+5], ER Martin. Explainable machine learning aggregates polygenic risk scores and electronic health records for Alzheimer’s disease prediction. Scientific Reports, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)