Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nell'Alzheimer ci sono segnali ridotti nelle cellule 'dimenticate' del cervello

GFAP function astrocyte Source Cusabio

Perché diventa più difficile concentrarsi quando si ha il morbo di Alzheimer (MA)? La spiegazione è forse che i segnali trasmessi dalle cellule gliali alle cellule nervose sono interrotti.


Quando si contrae il MA, nel cervello ci sono 'placche senili'. Le cellule nervose vengono distrutte e le funzioni cerebrali falliscono. C'è ancora molto che non sappiamo della malattia. Perché diventa più difficile ricordare? Perché non si è più in grado di mantenere i livelli di attenzione e concentrazione?


Un gruppo di scienziati dell'Institute of Basic Medical Sciences dell'Università di Oslo ha trovato un pezzo nuovo e importante del puzzle per capire come funziona il cervello dei pazienti di MA. La speranza è che i risultati possano gettare le basi per lo sviluppo di nuovi modi di trattare la malattia in futuro.


"Con microscopi laser avanzati che valgono diversi milioni di corone ora possiamo esaminare il cervello dei topi con MA svegli. Negli studi precedenti, gli scienziati hanno studiato topi anestetizzati”
, afferma Rune Enger, professore associato del Letten Center che fa parte dell'Institute of Basic Medical Sciences dell'Università di Oslo.

 

Risposte delle pupille, comportamenti e attività nel cervello

In un nuovo studio, Enger e colleghi hanno studiato il tipo di cellule cerebrali chiamate astrociti. Sono un tuttofare importante nel cervello presenti attorno alle cellule nervose e a loro supporto. Gli astrociti consentono alle cellule nervose (neuroni) di funzionare normalmente.


“Gli astrociti usano segnali di calcio all'interno della cellula per comunicare. Si pensa che questi segnali possano aiutare a coordinare l'attività delle cellule nervose su una vasta area”, spiega Enger.


Gli scienziati hanno studiato diverse cose: cosa succedeva alle pupille dei topi con MA quando si muovevano, cosa facevano i topi allo stesso tempo e cosa succedeva all'interno del cervello. Usando nanosensori codificati geneticamente che si illuminano dove c'è attività nel cervello, sono riusciti a studiare i segnali di calcio prodotti dagli astrociti. Hanno quindi potuto confrontare l'attività cerebrale dei topi di MA con quella dei topi sani.


"Tra le altre cose, i topi hanno ricevuto un soffio d'aria improvviso sul volto in modo che potessimo vedere cosa succedeva quando erano sorpresi"
, ha detto Enger.

 

Segnali di calcio negli astrociti sono ridotti nei topi di MA

Visto che gli scienziati potevano studiare topi non anestetizzati, ma liberi di muoversi, è emerso un quadro leggermente diverso dagli studi precedenti su ciò che accade nel cervello. Enger spiega:


"Gli scienziati che hanno studiato i topi di MA anestetizzati hanno visto un aumento di attività in queste cellule. Sappiamo anche che l'anestesia influenza gli astrociti. Nel nuovo studio, abbiamo scoperto che non era sicuro che l'attività aumentasse.

"Al contrario, abbiamo visto che i segnali di calcio negli astrociti, quando i topi correvano e quando erano sorpresi, erano più deboli nei topi con MA rispetto ai topi sani. Gli astrociti nei topi malati erano anche significativamente diversi dai topi sani, erano più grandi e avevano forma ed espressione alterate delle proteine ​​specifiche legate all'infiammazione”.

 

Connessioni tra astrociti e centri di concentrazione probabilmente danneggiate

“Si può immaginare che il ruolo degli astrociti sia un po' come la manopola del volume su una radio, che può influenzare molte cellule nervose contemporaneamente. Nei topi di MA, questo meccanismo sembra essere interrotto. L'attività ridotta degli astrociti può essere dovuta alla connessione danneggiata tra queste cellule e uno dei sistemi del cervello legati allo stress e alla concentrazione", afferma il professore associato.


Egli prefigura un possibile farmaco futuro che potrebbe aiutare le persone con MA:

"Forse in futuro, possiamo usare farmaci che regolano l'attività del calcio negli astrociti, per influenzare la funzione cerebrale in quelli con questa diagnosi?".

 

 

 


Fonte: University of Oslo (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: KS Åbjørsbråten, ...[+13], R Enger. Impaired astrocytic Ca2+ signaling in awake-behaving Alzheimer’s disease transgenic mice. eLife, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)