Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Uomini con apatia o false percezioni in tarda età rischiano un rapido declino cognitivo

Uno studio condotto alla Charles University di Praga, in collaborazione con l'Università di Exeter e il King's College di Londra, ha esaminato i cambiamenti nel comportamento di over-50 cognitivamente sani, che in precedenza erano stati collegati a un rischio più elevato di sviluppare problemi cerebrali.


Questi cambiamenti comportamentali sono collettivamente noti come 'lieve deterioramento comportamentale' (MBI, mild behavioural impairment) e comprendono sintomi di 5 settori: apatia o ritiro sociale, cambiamenti di umore e ansia, impulsività maggiore del solito, comportamento socialmente inappropriato, false credenze o allucinazioni. Osservare questi cambiamenti può aiutare i medici e i ricercatori a identificare le persone con un rischio più alto di sviluppare la demenza in seguito nella vita.


Lo studio pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease è il primo a studiare le differenze di genere nel legame tra questi cambiamenti comportamentali e il declino del cervello. I ricercatori hanno scoperto che gli uomini che mostrano sintomi di MBI hanno un rischio di un declino cognitivo più rapido rispetto alle donne, in particolare quando sono presenti sintomi psicotici o di motivazione ridotta.


La dott.ssa Katrin Wolfová, dottoranda alla Charles University, prima autrice dello studio, ha detto:

“Osservare il cambiamento in alcuni tratti comportamentali può aiutarci a identificare le persone che potrebbero già avere una malattia neurodegenerativa, prima che le loro funzioni cognitive declinino. Essere consapevoli delle differenze tra uomini e donne a rischio di demenza in base a questi comportamenti è importante per i medici e i ricercatori".


Ricerche precedenti suggeriscono che le possibili spiegazioni di questi risultati potrebbero essere correlate alle differenze strutturali nelle regioni entorinali e ippocampali del cervello, differenze funzionali nel sistema serotonergico o nella distribuzione disuguale di tipi di demenza tra uomini e donne.


Il team di ricerca, che ha coinvolto anche collaboratori dal Canada, ha studiato oltre 8.000 persone iscritte allo studio British Online Cohort (PROTECT), guidato dall'Università di Exeter e dal King's College di Londra. I partecipanti avevano in media 63 anni e il 73% di loro erano donne.


Per valutare le funzioni cognitive, i partecipanti hanno completato una serie di test online. Sempre online sono stati valutati anche i cambiamenti comportamentali, o MBI, tramite un questionario specializzato della piattaforma PROTECT. Il dott. Byron Creese, dell'Università di Exeter, ha dichiarato:

“Questa ricerca aumenta le prove crescenti che alcune persone che sperimentano pensieri sospetti o che si isolano in tarda età hanno più problemi di memoria e pensiero. I risultati sono importanti perché suggeriscono che il monitoraggio di questi sintomi potrebbe aiutare ad identificare presto le persone con problemi di memoria. La ricerca evidenzia anche l'importanza delle differenze di genere in queste relazioni".


La dott.ssa Wolfová ha aggiunto che sebbene attualmente non esista una cura, i pazienti potrebbero trarre benefici dalla diagnosi precoce attraverso la prevenzione secondaria e lo sviluppo di un piano di terapia completa. L'identificazione di pazienti con Alzheimer preclinico è estremamente importante per gli studi clinici, poiché i ricercatori devono selezionare i potenziali partecipanti con costosi test dei biomarcatori prima di poterli iscrivere in uno studio.


La selezione con MBI per valutare se i candidati sono adatti a una sperimentazione potrebbe far risparmiare molto denaro, e ottimizzare questo processo per riflettere le differenze tra uomini e donne potrebbe aumentare ulteriormente la precisione e ridurre i costi.

 

 

 


Fonte: University of Exeter (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Katrin Wolfova, ...[+6], Pavla Cermakova. Gender/Sex Differences in the Association of Mild Behavioral Impairment with Cognitive Aging. Journal of Alzheimer's Disease, 16 May 2022, DOI

Copyright:
Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.