Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ridere fa bene contro la demenza

Ridere potrebbe davvero essere la migliore medicina quando si tratta di curare un anziano con demenza.

Gli ospiti di case di cura, con demenza, che sono stati trattati in visite divertenti da un "terapeuta dell'umorismo" e curati da personale sotto l'occhio vigile di un "capo risata" sono risultati essere meno agitati di quelli che ricevevano una cura più convenzionale.

Quattrocento residenti di 36 case di riposo hanno preso parte allo studio SMILE condotto da ricercatori dell'Università del New South Wales che volevano capire se l'umorismo avesse un effetto sulle persone affette da demenza in termini di umore, livelli di agitazione, comportamento e impegno sociale.

I ricercatori hanno lavorato con il "terapeuta dell'umorismo" Jean-Paul Bell, co-fondatore della Humour Foundation e lavora come "medico clown" rallegrando i pazienti negli ospedali per bambini. Il Sig. Bell, per tre mesi, ha sostituito il suo vestito da folle dottore pagliaccio con uno di assistente di ascensore per diventare un "valletto dell'umorismo" per la metà dei residenti della casa di cura, la maggior parte dei quali aveva demenza. Gli altri 200 residenti non hanno avuto dosi extra di umorismo.

Il Sig. Bell ha sollevato uno o due sorrisi chiacchierando con persone immaginarie al capo di una cornetta del telefono vecchio stile e, agitando una bacchetta magica, ha chiesto agli ospiti che cosa desideravano. Un membro del personale della case di cura è stato anche addestrato per essere "capo risata", per garantire che i carers incorporassero l'umorismo nella loro routine quotidiana per mantenere l'atmosfera allegra.

La ricercatrice responsabile, Dr. Lee-Fay Low, ha detto che gli ospiti sottoposti alla terapia dell'umorismo hanno mostrato una riduzione del 20 per cento nel comportamento agitato, tipo aggressività, vagabondaggio, urlo e comportamenti ripetitivi. Ha detto che spera che il risultato possa incoraggiare le case di cura a iniettare più umorismo nelle loro routine di cura. "Ci sono prove che dimostrano che le persone con demenza capiscono ancora l'umorismo e con la stessa intensità di piacere di quelle senza demenza, ma che trovano divertenti cose diverse", ha detto la dssa Low. "Credo che in alcune strutture sono molto concentrati sui compiti assegnati, e pensano 'dobbiamo fare loro il bagno, la doccia, farli mangiare e pulirli' e, poiché sono così impegnati a curare i bisogni clinici e fisici dei residenti, a volte dimenticano di occuparsi del bisogni emotivi; la spensieratezza (dello studio) è parte di questo".

Il signor Bell, che ha fondato l'Istituto di Cura con l'Arte per insegnare al personale di cura degli anziani come iniettare umorismo nelle case di cura, si è detto sorpreso dai cambiamenti in alcuni ospiti. "C'era un ospite che stava seduto in silenzio e non diceva una parola," ha detto. "Nelle successive 12 settimane è rifiorita, cominciando lentamente con una o due parole. Beh, non passò molto tempo prima che lei mi salutasse e entrassimo in una conversazione - una nuova energia si era risvegliato dentro di lei".

Una persona su quattro con più di 85 anni è affetta da demenza, che colpisce la capacità di una persona di pensare, il suo comportamento e la capacità di svolgere le attività quotidiane.

 

© 2011 AAP

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 

 


 

Scritto da Belinda Tasker, Corrispondente Medico di AAP

Pubblicato in The Sydney Morning Herald il 18 settembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.