Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


'Nebbia nel cervello' è reale in menopausa: può interrompere il lavoro delle donne e scatenare paura di demenza

Per quasi due terzi delle donne, la menopausa è accompagnata da un cambiamento indesiderato nella memoria. Nonostante i grandi progressi nella comprensione degli aspetti medici della menopausa (una parte naturale della vita che arriva quando una donna non ha un periodo mestruale per 12 mesi), stiamo iniziando solo ora a riconoscere l'esperienza e l'impatto dei cambiamenti cognitivi durante la menopausa.


Nella maggior parte dei casi, durante la menopausa sembra che i cambiamenti cognitivi, cioè i problemi con il pensiero, il ragionamento o il ricordo, siano sottili e forse temporanei. Ma per alcune donne, queste difficoltà possono influire negativamente sulla produttività al lavoro. E per altre, possono sollevare preoccupazioni per lo sviluppo della demenza.

 

La grande 'M'

La menopausa segna la fine degli anni riproduttivi. Può accadere naturalmente, a un'età media di 49 anni, quando i follicoli simili a capelli nelle ovaie si esauriscono. La menopausa può anche essere indotta chirurgicamente, con la rimozione di entrambe le ovaie (ad esempio per ridurre il rischio di cancro ovarico).


Il cambiamento dagli anni riproduttivi alla postmenopausa, chiamato 'perimenopausa' di solito dura da quattro a dieci anni. I sintomi della menopausa, che possono includere sintomi vasomotori (vampate di calore e sudorazioni notturne), secchezza vaginale, disturbi del sonno, depressione, ansia e 'nebbia cerebrale', possono coprire la perimenopausa e durare fino a dieci anni.

 

Che tipo di pensiero nebbioso?

Più del 60% delle donne riporta difficoltà cognitive durante la transizione della menopausa. Le donne descrivono difficoltà a ricordare i nomi delle persone o a trovare la parola giusta nella conversazione. Alcune descrivono difficoltà a concentrarsi o a prendere decisioni.


Come discusso nella nostra revisione recente, queste 'difficoltà cognitive soggettive' sembrano essere collegate alle prestazioni sui test di memoria, di richiamo e di elaborazione. Nelle donne in perimenopausa sono presenti difficoltà sui test della memoria verbale (apprendere e ricordare informazioni e parole nuove ascoltate), della fluidità verbale (recuperare rapidamente le parole dalla memoria) e dell'attenzione.

 

Donne al lavoro

Anche se il grado di declino cognitivo è sottile e le prestazioni in genere rimangono entro i limiti normali di funzionamento, i sintomi possono essere fastidiosi per l'individuo. Per molte donne, la menopausa coincide con la vita produttiva primaria, quando il carico di prendersi cura dei bambini è diminuito e hanno accumulato esperienza e anzianità sul posto di lavoro.


C'è un crescente interesse per l'impatto dei sintomi della menopausa sul posto di lavoro. La ricerca suggerisce che i sintomi della menopausa possono influenzare negativamente la produttività al lavoro e la soddisfazione del lavoro.


I fattori che contribuiscono includono scarsa concentrazione e cattiva memoria. Tenere al lavoro le donne in menopausa è importante, per le donne stesse, ma anche per garantire il nostro sforzo continuo a favore della diversità della forza lavoro all'interno della forza lavoro moderna.

 

Cosa causa la nebbia del cervello della menopausa?

'Nebbia del cervello' non è un termine medico o psicologico, ma un termine laico che descrive appropriatamente la nebulosità nel pensiero sperimentata da molte donne durante la menopausa. I cambiamenti cognitivi correlati alla menopausa non sono solo un declino cognitivo correlato all'età. Piuttosto, la fluttuazione e il declino finale della produzione di ormoni ovarici associato alla menopausa ha un probabile ruolo chiave.


Gli ormoni prodotti dalle ovaie, l'estradiolo (un tipo di estrogeno) e il progesterone, sono sostanze chimiche cerebrali potenti che si ritiene proteggano il cervello e migliorino il pensiero e la memoria. Si è suggerito che le fluttuazioni e la perdita finale dell'estradiolo contribuiscano alle difficoltà cognitive.


I sintomi cognitivi possono essere presenti anche in assenza di altri sintomi di menopausa. Ciò significa che gli altri sintomi della menopausa non sono responsabili dei sintomi cognitivi. Tuttavia,  i sintomi depressivi e l'ansia, i disturbi del sonno e i sintomi vasomotori, collegati alla menopausa, possono peggiorare i sintomi cognitivi.

 

C'è un collegamento con l'Alzheimer?

Il morbo di Alzheimer (MA) è la forma più comune di demenza ed essere donne è un fattore di rischio. La maggiore longevità delle donne non spiega questo aumento del rischio.


Al contrario, si è suggerito che la perdita di estradiolo associata alla menopausa ha un ruolo. La menopausa precoce, come quella chirurgica prima dei 45 anni, è stata associata ad un aumento del rischio di demenza più tardi nella vita e a un tasso più rapido di declino cognitivo.


Poiché sintomi simili possono presentarsi durante la menopausa e nelle prime fasi del MA (dimenticanza e difficoltà a trovare le parole) le donne in perimenopausa possono preoccuparsi della demenza.


Le donne dovrebbero essere rassicurate che la demenza che inizia prima dei 65 anni (chiamata demenza a insorgenza giovanile) non è comune, a meno che non ci sia una storia familiare di demenza a insorgenza precoce. La dimenticanza e le altre difficoltà cognitive durante la transizione della menopausa sono comuni e una parte normale della menopausa.

 

Cosa può aiutare?

Sebbene le fluttuazioni e il declino finale degli estrogeni abbiano un ruolo nelle difficoltà cognitive, l'uso della terapia ormonale non sembra avere un beneficio chiaro sulla funzione cognitiva (ma le evidenze sono tuttora limitate).


Sono necessarie altre ricerche per determinare se i fattori di stile di vita possono aiutare la nebbia del cervello nella menopausa. Sappiamo che l'esercizio fisico può migliorare la cognizione durante la mezza età, e pure la consapevolezza e la meditazione possono essere utili.


Alla Monash University, stiamo attualmente conducendo un sondaggio online sulle donne dai 45 ai 60 anni per capire meglio i sintomi cognitivi durante la menopausa.


Evitare droghe illecite, l'uso eccessivo di farmaci prescritti, il fumo e l'eccesso di alcol, possono essere misure protettive. Una dieta che include cibi derivanti da piante, non trasformati (come una dieta mediterranea), legami sociali stretti e impegno sociale, e un livello più elevato di istruzione, sono stati ampiamente legati a un funzionamento cognitivo migliore durante l'età avanzata.

 

 


Fonte: Caroline Gurvich (prof.ssa associata e neuropsicologa clinica), Chen Zhu e Shalini Arunogiri (psichiatra di dipendenze, docente senior), Monash University.

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.