Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gli anziani che bevono hanno maggiore rischio di demenza

Bere un bicchiere. Gli adulti che bevono nella terza età hanno più probabilità di subire declino cognitivo che potrebbe portare alla demenza, secondo due nuovi studi.

Le ricerche, presentate il 18 luglio alla Alzheimer's Association International Conference 2012 a Vancouver in Canada, puntano a un altro fattore di rischio che gli adulti potrebbero voler evitare, per non incorrere nell'insorgenza dell'Alzheimer.

 

************
Il primo di questi studi ha esaminato come il consumo moderato di alcol colpisce le abilità cognitive in 1.300 donne con 65 anni e oltre. I ricercatori della University of California, San Francisco, hanno seguito queste donne per 20 anni, misurandone l'uso di alcol e eseguendo test per MCI (lieve alterazione cognitiva) o per demenza al completamento dello studio. Il decadimento cognitivo lieve (MCI) si riferisce alla fase tra il declino cognitivo tipico dell'invecchiamento e il declino più pronunciato della demenza.


All'inizio dello studio, il 41 per cento delle donne non bevevano affatto, il 50 per cento erano bevitrici leggere (consumo tra zero e sette bevande alcoliche a settimana), e il 9 per cento erano state considerate bevitrici moderate (da sette a 14 drink alla settimana ). Le donne che bevevano 14 o più bicchieri sono state escluse dal gruppo di studio.

I ricercatori hanno scoperto che:

  • le donne che hanno riferito di bere di più all'inizio dello studio avevano il 30 per cento in più di probabilità di sviluppare decadimento cognitivo rispetto alle non bevitrici;
  • le bevitrici moderate all'inizio dello studio avevano un rischio simile, tuttavia quelle di questo gruppo che hanno iniziato a bere nel corso della vita verso la fine del periodo di 20 anni di studio avevano il 60 per cento in più di probabilità di sperimentare un declino cognitivo;
  • le donne astemie all'inizio dello studio, che hanno cambiato rotta nel tempo, avevano il 200 per cento in più di probabilità di avere declino cognitivo.


Il bere moderato è spesso legato a benefici per la salute delle donne, come dicono tra gli altri due nuovi studi che hanno mostrato che le donne che bevono con moderazione hanno meno probabilità di sviluppare l'artrite reumatoide o fratture ossee indicative dell'osteoporosi. Altri studi hanno legato il bere moderato nelle donne ad una migliore protezione contro malattie cardiache e ictus.


"In questo gruppo di donne anziane, il consumo moderato di alcol non proteggeva", ha detto in un comunicato stampa l'autore dello studio Tina Hoang, ricercatrice al Veteran's Health Research Institute della UCSF. "Abbiamo scoperto che l'uso [di alcol] pesante in gioventù, l'uso moderato in tarda età, e iniziare a bere in vecchiaia, sono associati ad un maggiore rischio di sviluppare decadimento cognitivo. Questi risultati suggeriscono che l'uso di alcol in tarda età non può essere utile per la funzione cognitiva delle donne anziane". La Hoang ha detto che gli effetti possono essere spiegati dal fatto che gli anziani hanno il cervello più vulnerabile agli effetti dell'alcol, o dal ruolo dei fattori che contribuiscono al motivo dell'inizio del bere, come far fronte a qualche situazione o una perdita. "I medici dovrebbero valutare attentamente i loro pazienti più anziani sia nella quantità che nelle eventuali variazioni nei modelli di consumo di alcol", ha detto Hoang.

 

***********

Il secondo studio, anch'esso presentato alla conferenza, ha esaminato gli effetti del binge drinking (bere quattro o cinque drink in un breve periodo di tempo, in una singola occasione) negli anziani e il suo eventuale ruolo nel declino cognitivo. Ricercatori britannici della University of Exeter hanno monitorato 5.075 adulti statunitensi di 50 anni e oltre, per vedere cosa provocava il binging alla loro cognizione e all'umore. I partecipanti sono stati seguiti dal 2002 al 2010 e i ricercatori hanno scoperto che circa l'8 per cento degli uomini e l'1,5 per cento delle donne sono impegnati nel binge drinking una volta al mese o più, mentre circa il 4 per cento degli uomini e lo 0,5 per cento delle donne si godono il binge drinking due volte al mese o più.


Ulteriori analisi hanno rivelato che i partecipanti che "bingavano" una volta al mese avevano il 62 per cento di maggiori probabilità di sperimentare più alti livelli di declino cognitivo ed avavano il 27 per cento in più di probabilità di essere tra il gruppo che sperimenta i peggiori livelli di declino della memoria. Coloro che riferivano di "bingare" due volte al mese o più avavano il 147 per cento in più di probabilità di avere il massimo declino cognitivo e il 149 per cento di probabilità in più di sperimentare una grave perdita di memoria."Queste differenze sono rimaste anche quando si è tenuto conto di altri fattori noti per essere correlati al declino cognitivo, come l'età e il livello di istruzione", ha detto in uno comunicato stampa l'autore dello studio, il Dr. Ian Lang, ricercatore del Peninsula College of Medicine and Dentistry di Exeter.


Un rapporto di gennaio del Centers for Disease Control and Prevention sullo stato del binge drinking negli Stati Uniti ha scoperto che 38 milioni di statunitensi adulti si impegnano nel binge drinking, circa uno ogni sei, e gli adulti di oltre 65 anni lo fanno in media cinque o sei volte al mese, più spesso di altri gruppi di età. "I politici e gli specialisti della salute pubblica devono sapere che il binge drinking non è solo un problema tra gli adolescenti e i giovani adulti, dobbiamo cominciare a pensare alle persone anziane, quando si progettano interventi per ridurre il binge drinking", ha detto Lang.

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato da Ryan Jaslow in CBS News il 18 Luglio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. - Foto credit: iStockphoto

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)