Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I nostri occhi possono aiutare a prevedere chi svilupperà la perdita di memoria?

Le persone i cui occhi mostrano segni di piccoli cambiamenti nei vasi sanguigni all'età di 60 anni possono avere più probabilità di sviluppare problemi di pensiero e di memoria quando avranno 80 anni, rispetto alle persone con occhi sani, secondo uno studio pubblicato online il 28 febbraio 2018 su Neurology®.


"I problemi con i piccoli vasi sanguigni nel cervello sono probabilmente un fattore importante nel declino cognitivo come i problemi con le arterie più grandi, ma non abbiamo la capacità di fotografare questi piccoli vasi con scansioni cerebrali", ha detto la prima autrice dello studio Jennifer A Deal PhD, della Johns Hopkins University di Baltimora nel Maryland. "Poiché i vasi sanguigni nell'occhio e nel cervello sono molto simili anatomicamente, abbiamo ipotizzato che osservare i vasi sanguigni nell'occhio ci può aiutare a capire cosa sta accadendo nel cervello".


Lo studio ha coinvolto 12.317 persone che hanno effettuato test di memoria e di pensiero all'inizio dello studio, una seconda volta circa sei anni dopo e infine circa 20 anni dopo il primo test. Una macchina fotografica retinica speciale ha fotografato gli occhi dei partecipanti circa tre anni dopo l'inizio dello studio, quando i partecipanti avevano un'età media di 60 anni.


Un totale di 11.692 persone non aveva segni di retinopatia (danni ai vasi sanguigni nella retina), 365 persone l'avevano lieve e 256 persone avevano danni da moderati a gravi.


I ricercatori hanno scoperto che le persone che avevano una retinopatia da moderata a grave avevano più probabilità di subire nel tempo un calo più grande del loro punteggio sul test di memoria e di pensiero, rispetto alle persone che avevano occhi sani.


Per le persone con danni da moderati a gravi, il punteggio medio nei test è diminuito di 1,22 unità di deviazione standard in 20 anni, rispetto a un declino di 0,91 unità di deviazione standard per le persone con occhi sani.


Quando i ricercatori hanno corretto i valori per tenere conto delle persone che avevano perso alcuni dei test di pensiero, hanno scoperto che la differenza tra i due gruppi era pari a 0,57 unità di deviazione standard.


"Per mettere questo dato in prospettiva, uno studio precedente, che usava gli stessi metodi, ha scoperto che l'effetto del diabete sul declino cognitivo era pari a 0,21 unità di deviazione standard", ha detto la Deal. "Se i nostri risultati dello studio saranno confermati, le differenze nell'integrità della retina potrebbero fornire stime ragionevoli di quanto sta contribuendo al declino cognitivo il danno ai piccoli vasi sanguigni nel cervello".


La Deal ha detto che una limitazione dello studio era che le foto sono state scattate solo in un occhio.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jennifer A. Deal, A. Richey Sharrett, Andrea M. Rawlings, Rebecca F. Gottesman, Karen Bandeen-Roche, Marilyn Albert, David Knopman, Elizabeth Selvin, Bruce A. Wasserman, Barbara Klein and Ronald Klein. Retinal signs and 20-year cognitive decline in the Atherosclerosis Risk in Communities Study. Neurology, First published 28 Feb 2018, DOI: 10.1212/WNL.0000000000005205

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.