Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaco sperimentale LMTX: ancora buoni i risultati del 2° studio di fase 3

Farmaco seperimentale LMTX: rimangono positivi i risultati del 2° studio di fase 3La proteina Tau tiene legati i microtubuli attraverso i quali passa la comunicazione tra neuroni.

Aberdeen, Scozia e Singapore, 27-11-2017 / PRNewswire / - La TauRx Therapeutics Ltd ha riferito oggi i risultati completi del suo secondo studio clinico di fase 3 sull'LMTX®, il primo inibitore dell'aggregazione tau nel Morbo di Alzheimer (MA), pubblicato online sul Journal of Alzheimer's Disease.


I risultati di questo studio sono coerenti con quelli del primo studio di fase 3, pubblicato di recente su The Lancet [Gauthier et al. 2016] per l'MA da lieve a moderato, nel supportare l'ipotesi che l'LMTX® può essere efficace come monoterapia alla dose di soli 4 mg due volte al giorno.


L'ultimo studio ha esaminato l'efficacia e la sicurezza dell'LMTX® in 800 pazienti di MA lieve con una dose di 100 mg oppure 4 mg (intesi come dose di controllo) due volte al giorno per 18 mesi.


I risultati dello studio precedente avevano mostrato differenze significative a favore di due dosi più elevate di LMTX® (75 mg e 125 mg due volte al giorno) se assunto in monoterapia rispetto alla dose di controllo da 4 mg assunta come monoterapia o come terapia aggiuntiva a trattamenti attualmente approvati per l'MA in analisi post hoc prestabilite. In un'ulteriore analisi, è stata riscontrata la stessa differenza a favore della monoterapia (rispetto al trattamento addizionale) in pazienti che assumevano la dose di 4 mg due volte al giorno.


Pertanto, prima del blocco e dello svelamento del database, le analisi primarie dell'ultimo studio sono state modificate per confrontare 100 mg di LMTX® due volte al giorno in monoterapia con il controllo desiderato e 4 mg due volte al giorno in monoterapia, rispetto alla stessa dose della terapia addizionale come analisi di coorte non randomizzata. L'obiettivo era verificare se i risultati del primo studio potevano essere confermati come esiti primari di un secondo studio indipendente, con forti controlli contro un errore statistico.


I risultati del secondo studio hanno mostrato le stesse differenze significative a favore della monoterapia LMTX®
alla soglia statistica richiesta di p<0,025 in entrambi i confronti sugli obiettivi di efficacia clinica co-primaria per gli esiti cognitivi (ADAS-cog) e funzionali (ADCS-ADL).


In entrambi i gruppi, monoterapia LMTX® e terapia addizionale, l'atrofia dell'intero cervello (misurata tramite scansioni MRI) è progredita inizialmente come previsto per i pazienti con MA lieve. Tuttavia, dopo 9 mesi di trattamento, il tasso annualizzato di atrofia dell'intero cervello nei pazienti in monoterapia si è ridotto significativamente, ed è diventato tipico di quello riportato nei normali controlli anziani senza MA. Il tasso comparabile osservato nel gruppo di terapia aggiuntiva è progredito come riportato per i pazienti con MA lieve.


Allo stesso modo, ulteriori risultati delle scansioni FDG-PET nell'ultimo studio hanno indicato che il declino dell'assorbimento di glucosio nel lobo temporale nei pazienti trattati con LMTX® in monoterapia era significativamente inferiore a quello riferito di solito per i pazienti con MA lieve.


Quando le varie analisi sono state corrette per potenziali differenze di gravità o diagnosi al basale tra le coorti di monoterapia e di terapia aggiuntiva, i risultati sono rimasti decisamente significativi.


Il Prof. Claude Wischik della Aberdeen University, nonché presidente esecutivo di TauRx Therapeutics Ltd, ha detto:

"Anche se i sottogruppi in monoterapia nel 1° e nel 2° studio LMTX® di fase 3 rimangono piccoli - 15% e 20% rispettivamente - la conferma dello stesso modello di risultati nel secondo studio indipendente significa che è improbabile che si tratti di un risultato casuale.

"I tassi di ritenzione globale nel secondo studio erano simili sia in monoterapia che nei gruppi di trattamento aggiuntivo, quindi i tassi differenziali di ritiro non possono essere la spiegazione. Allo stesso modo, vedere gli stessi risultati nel secondo studio condotto solo in Nord America, Europa occidentale e Australia significa che il primo studio non è stato atipico in qualche modo, per la sua inclusione di paesi non occidentali. Trovare lo stesso modello di risultati nei risultati clinici e di scansione significa anche che non possono essere spiegati come effetti placebo nei pazienti che entrano in trattamento per la prima volta.

"Sebbene questi risultati provengano da analisi di coorte non randomizzate, un certo numero di cose indicano effetti reali del trattamento e non solo differenze tra i pazienti sottoposti o no ai trattamenti standard. L'analisi che mostra un rallentamento del tasso di atrofia del cervello è un'analisi prima-e-dopo in cui i pazienti in monoterapia erano i controlli di loro stessi, e quindi non dipende da un confronto con pazienti con terapia aggiuntiva. Stiamo anche iniziando a capire le basi farmacologiche dell'interazione negativa tra LMTX® e i trattamenti standard poiché abbiamo visto la stessa cosa accadere in un modello animale di aggregazione di proteine ​​tau".


"Questi risultati altamente significativi danno ulteriore conferma alla terapia basata sulla tau nell'MA", hanno detto George Perry, Preside di Scienze dell'Università del Texas di San Antonio e Redattore capo del Journal of Alzheimer's Disease.


Il primo autore dello studio, Gordon Wilcock, professore emerito di gerontologia e ricercatore clinico onorario senior nel Dipartimento di Neuroscienze Cliniche dell'Università di Oxford, ha commentato: "Questi dati indicano la necessità di un ulteriore studio randomizzato controllato per valutare l'efficacia dell'LMTX® a basso dosaggio in pazienti che non hanno trattamenti in corso".


Inizieranno a breve ulteriori studi randomizzati controllati sull'LMTX® per confrontare la dose da 4 mg due volte al giorno con un placebo in pazienti con MA che non ricevono altri trattamenti approvati per questa condizione (inibitori della colinesterasi e/o memantina).

 

 

 


Fonte: Markets Inisder (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Gordon K. Wilcock, Serge Gauthier, Giovanni B. Frisoni, Jianping Jia, Jiri H. Hardlund, Hans J. Moebius, Peter Bentham, Karin A. Kook, Bjoern O. Schelter, Damon J. Wischik, Charles S. Davis, Roger T. Staff, Vesna Vuksanovic, Trevor Ahearn, Luc Bracoud, Kohkan Shamsi, Ken Marek, John Seibyl, Gernot Riedel, John M.D. Storey, Charles R. Harrington and Claude M. Wischik. Potential of Low Dose Leuco-Methylthioninium Bis(Hydromethanesulphonate) (LMTM) Monotherapy for Treatment of Mild Alzheimer’s Disease: Cohort Analysis as Modified Primary Outcome in a Phase III Clinical Trial. Journal of Alzheimer’s Disease (2017) DOI 10.3233/JAD-170560

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)