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'Le parole possono nascondere altri significati nella demenza: ascoltare per capire'

Quando ci si prende cura di una persona che vive con la demenza, alcune competenze sono ovviamente essenziali: gentilezza, pazienza e sensibilità, per citarne solo alcune.

Probabilmente, una capacità ancora più grande e necessaria è la capacità di mantenere legami significativi con la progressione della malattia. Essere in grado di ascoltare e coinvolgere può fare la differenza tra le parole senza senso e le interazioni significative.


Non ho mai dimenticato di essere stato confuso da una donna anziana che, nel mezzo della sua demenza, restava seduta torcendosi le mani e ripetendo più e più volte la frase "uomo come me". Tutto è diventato chiaro quando il fratello l'ha visitata; quando l'ha riconosciuto si è calmata, e i suoi occhi si sono illuminati. Era lui l' "uomo" che era di più "come me".


La sfida per tutti noi in una situazione del genere è vedere al di là delle parole per decifrare il messaggio nascosto dietro di loro. Non è un segreto che può essere molto difficile comunicare con una persona con demenza avanzata, il contenuto delle sue parole è spesso incoerente, ripetitivo, disarticolato e il più delle volte incomprensibile.


Questa sfida della comunicazione è la stessa per gli operatori sanitari e infermieri come lo è per i parenti che si occupano della persona con demenza. Per quanto la loro capacità di comunicare si deteriori con la progressione della demenza, è necessario uno sforzo maggiore per rimanere in contatto con loro e aiutarli a mantenere la loro qualità di vita.


La mia struttura ha recentemente pubblicato una guida per aiutare amici, parenti e badanti a superare lo stigma del comunicare con persone affette da demenza. Il documento "Talking Toolkit" contiene consigli pratici per affinare le abilità di comunicazione e consentire ai caregivers di mantenere legami significativi. Esso comprende i seguenti consigli.

Pensare quando si ascolta: concentrarsi su ciò che si sente, pensare a ciò che le parole possono rappresentare e seguire quella linea di indagine. Cercare l'emozione dietro le parole, piuttosto che concentrarsi sulle parole stesse. Affermazioni apparentemente confuse come "ho bisogno di andare a lavorare" sono spesso il modo in cui una persona sta cercando di esprimere un bisogno insoddisfatto, come ad esempio la necessità di sentirsi utili o di valore.

Mostrare che si sta ascoltando: questo spesso suggerisce la persona. Può essere facile distogliere lo sguardo, essere distratti o rispondere in modo improprio alle supposte "incoerenze" percepite. Questo chiuderà la comunicazione, in quanto la persona con demenza - come tutti noi - sente la mancanza di interesse. Al contrario, assicurarsi di essere di fronte alla persona e mantenere il contatto con gli occhi; un sorriso trasmette calore e interesse, e un tono di voce dolce rassicurerà e li incoraggerà a continuare.

Mantenere la semplicità: piuttosto che introdurre nuovi contenuti alla conversazione, ripetere alla persona quello che le avete sentito dire e la vostra comprensione di come si sentono. Frasi ripetute o parole chiave agiscono come trampolini di lancio per aiutare la persona con demenza a dire di più. Se si utilizzano domande per sviluppare la conversazione, mantenerle dirette, e assicurarsi che si possa rispondere con "sì" o "no".

Essere pazienti: prendere tempo per riflettere su ciò che si è sentito e accettare il fatto che le pause della conversazione non hanno bisogno di essere riempite con parole, dare il tempo alla persona di digerire quello che si è detto e cogliere i loro pensieri in modo che possano rispondere.

 

Le persone affette da demenza hanno qualcosa da dire, e lo dicono, ma le loro parole spesso nascondono il significato reale. Applicarsi per ascoltare, e non solo sentire, e si potrà iniziare ad apprezzare i significati e i sentimenti che stanno dietro le parole. Questi momenti significativi di comunicazione sono in grado di colmare la distanza emotiva che crea questa condizione debilitante.

 

 

 

 

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Pubblicato da Graham Stokes in NursingTimes.net il 13 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

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