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Cosa mi ha insegnato la nonna sulla demenza

Mia nonna avrebbe compiuto 110 anni oggi. Da bambina, la ricordo mentre dichiarava il suo obiettivo di vivere fino a 100 anni, e tutti erano certi che sarebbe accaduto. Vedete, la nonna è stata benedetta dalla determinazione della sua ascendenza tedesca, una determinazione da non mettere in discussione.

La nonna è morta all'età di 89 anni per complicazioni dell'Alzheimer e della demenza vascolare. Non ha in realtà iniziato a mostrare sintomi fino al raggiungimento degli 80 anni, cosa che io interpreto come una prova aneddotica che la caparbietà può allontanare l'espressione di un processo patologico che è già iniziato ed è troppo tardi per fermare.


Educatrice consumata, ha sfidato il pensiero dei suoi studenti facendo in modo che non impassero solo i fatti, ma anche a risolvere i problemi e a prendere le decisioni giuste nella vita. La sua influenza come educatrice si è estesa al di là della classe, avendo insegnato alla sua famiglia la forza d'animo, il duro lavoro e l'importanza della famiglia. Lei ci ha graziati con questo tipo di educazione per tutta la vita.


Voglio condividere con voi l'ultima e più importante lezione che mi ha dato.


Nel 1990, la nonna si trovava in una casa di cura e non parlava da alcune settimane. La sua demenza era progredita al punto che avrei etichettato come "stadio avanzato" se avessi saputo allora ciò che so ora circa le devastazioni della demenza. La mia famiglia decise di portarle qualcosa di molto speciale per il Natale di quell'anno. Emmett - il nostro prezioso, cane bastardino con pelliccia nera - era sempre stato fonte di gioia per la nonna, e lei non lo aveva più visto da quando era entrata nella casa di cura. Era il momento.


Prima di portare Emmett nella struttura, siamo stati con la nonna per un po'. Non parlava, e non rilevavo alcun riconoscimento nei suoi occhi. Sembrava alla ricerca. Non sapendo se la nostra idea sarebbe stata di aiuto o di ostacolo nella visita, abbiamo portato dentro Emmett con cautela e fino al suo letto. La nonna non si muoveva nè parlava, ma era visibilmente soddisfatta, ed Emmett era fuori di sé. Anche se la nonna era quasi irriconoscibile rispetto a come appariva nella ultima riunione, cose così stupide come le apparenze non ingannano il cuore di un cane.


Abbiamo permesso a Emmett di stare con lei per un po' fino a quando non abbiamo capito che era stanca. Emmett è andato a malincuore alla macchina dopo aver piazzato un ultimo bacio canino sulla guancia della nonna. Ci siamo salutati, senza aver sentito una parola dalla nonna tutta la giornata e sentendoci incapaci di capire se avesse realizzato o riconosciuto tutto ciò che era accaduto. Eravamo sulla soglia, andando fuori dalla sua stanza, quando è successo. La sua voce. "Emmett è carino di sicuro, vero?". Non mi ricordo molto del dopo. Mi ricordo le lacrime sul mio viso. Ricordo anche mio papà che ha piegato il ginocchio e il gomito verso il basso in un segno del pugno che pompa che può essere interpretato come "SII!". E mi ricordo di aver coccolato Emmett fino a casa.


La nonna mi ha insegnato quel giorno che c'è ancora una persona dentro lì, accidenti, anche quando la demenza è nelle sue fasi finali. Le persone affette da demenza non sono solo gusci delle persone che erano prima. Sono ancora lì, insieme a tutta la saggezza, la bellezza e il cuore che ci ha benedetto per tutta la loro vita. Non dimentichiamolo mai.


Quella è stata l'ultima volta che ho visto mia nonna con vitalità. Ha fatto in modo di darmi un'ultima lezione, la più grande di tutte. Buon compleanno, nonna.

 

 

 

 

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Scritto dalla Dssa Chill, Ph.D in psicologia all'Università dell'Indiana, scrittrice indipendente concentrata su caregiving, invecchiamento e psicologia.

Pubblicato in ChicagoNow il 14 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

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