Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Si può curare l'Alzheimer?

L'età è il fattore singolo di rischio maggiore per l'Alzheimer, una epidemia a livello mondiale. Più di 5 milioni di americani sono già afflitti, e ogni 70 secondi un altro riceve la diagnosi. Con l'arrivo di 80 milioni di baby boomer ai 65 anni [in USA], le preoccupazioni sui normali problemi di memoria legati all'età stanno aumentando. Ogni chiave smarrita o nome dimenticato innescano il dubbio se questo fatto, normale nell'anzianità, preannuncia l'insorgenza insidiosa dell'Alzheimer.


Grazie ai progressi nella tecnologia medica, le persone vivono più a lungo , ma quegli anni aggiunti ci danno più probabilità di avere le perdite cognitive dell'Alzheimer che devastano la vita di coloro che sono colpiti.  Tali preoccupazioni hanno motivato gli scienziati a cercare una cura, o almeno un modo per ritardare l'insorgenza della malattia il più a lungo possibile. Non esiste ancora nessuna cura assoluta, ma i metodi di individuazione precoce hanno permesso di testare nuovi trattamenti, anche prima che i sintomi emergono. L'obiettivo di molti studi, tra cui il mio, è quello di proteggere il cervello sano prima di essere colpito, piuttosto che tentare di riparare quello danneggiato. E mentre la ricerca continua, la gente vuole sapere che cosa si può fare per ridurre il rischio di sviluppare la malattia.


Recenti studi dimostrano che l'esercizio fisico, la stimolazione mentale, una dieta sana e uno stile di vita sano riducono il rischio di Alzheimer e ritardano la comparsa dei sintomi. Tutto questo è già in nostro potere per proteggere il nostro cervello. Ma un Gruppo di Consulenza del NIH ha concluso che i dati disponibili non sono sufficienti a dimostrare che l'Alzheimer può essere impedito, e purtroppo, le persone leggono i titoli e concludono di essere impotenti. Così stanno seduti, non si preoccupano di esercitarsi fisicamente, di avere una dieta inadeguata, e non stimolano il cervello. Questa è una vergogna, e quelle persone aumentano il loro rischio di sviluppare sintomi di tipo Alzheimer.


Sono d'accordo con la conclusione dei NIH che non abbiamo ancora uno studio definitivo, a lungo termine per dimostrare che le tecniche di prevenzione funzionano; tuttavia, il gruppo ha detto che molti studi di abitudini di vita salutari (tra cui dieta, attività fisica e impegno cognitivo) stanno fornendo nuove prospettive nella prevenzione del declino cognitivo e dell'Alzheimer.


La dimostrazione definitiva dell'efficacia delle strategie di prevenzione di Alzheimer richiede studi in doppio cieco su migliaia di individui che dovrebbero essere seguiti per molti anni, anche decenni. Ma i dati attuali di studi epidemiologici e studi clinici a breve termine ci hanno già detto dettagliatamente quello che possiamo fare ora per ritardare l'insorgenza dei sintomi di Alzheimer. Gli studi suggeriscono che le persone possono essere in grado di posticipare di ben quattro anni o più il declino cognitivo che porta alla demenza di tipo Alzheimer. Per molte persone, ciò significherebbe la prevenzione della malattia per il loro intero ciclo di vita - l'unica cura disponibile oggi.


L'esercizio fisico e una dieta sana, due delle strategie fondamentali del programma di prevenzione dell'Alzheimer, sono già accettate dalla comunità medica come modi provati per prevenire il diabete. Un recente studio giapponese ha dimostrato che il diabete raddoppia il rischio di Alzheimer.Pertanto, le strategie di stile di vita che impediscono anche il diabete sarebbero in grado di prevenire l'Alzheimer. Ricercatori della UC San Francisco hanno concluso che la metà dei casi di Alzheimer sono potenzialmente attribuibili a fattori di rischio che sono sotto il nostro controllo.


Non ha senso aspettare anni per la prova definitiva prima di attuare uno stile di vita a favore della salute del cervello. Non c'è motivo di restare inattivi per decenni prima di iniziare a proteggere il nostro cervello. Anche se non possiamo prevedere esattamente chi contrarrà l'Alzheimer e quando, sappiamo che le persone che praticano strategie di prevenzione dell'Alzheimer migliorano la loro qualità della vita e ottengono vantaggi immediati nella memoria e nella salute.

 

 

 


Gary W. Small, M.D. Scritto dal dott. Gary Small, professore di psichiatria e direttore del Longevity Center dell'UCLA

Pubblicato in HuffingtonPost il 3 febbraio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X.
I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


Notizie da non perdere

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)