Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'Alzheimer forza decisioni molto difficili nei luoghi di lavoro

La porta dell'ascensore vicino alla sua scrivania faceva troppo rumore per concentrarsi. La giornata lavorativa non era abbastanza lunga per fare il suo lavoro. Doveva rimanere fino a notte per rispettare le scadenze.

Gwen Richards (foto sotto) sapeva che "il mostro" l'aveva afferrata. Sapeva che l'Alzheimer aveva preso piede nel suo cervello, proprio come l'aveva fatto in quello di sua madre e del fratello maggiore.

"E' stato abbastanza facile per me nasconderlo per un po'", ha detto la 57enne di Kansas City, che a volte rimaneva sveglia tutta la notte per finire il lavoro del giorno precedente da casa. "Ma subito dopo che ho avuto la diagnosi del 'mostro' (come lo chiamiamo in famiglia) mi sono recata dal mio capo e gli ho detto che avevo bisogno di lasciare l'azienda". Dopo 25 anni al Yellow Roadway, la programmatrice Richards sapeva che "non c'era modo per gestire il materiale tecnico. Non so che cosa avrebbero potuto fare per farmi restare. C'erano delle scadenze. Non era buono per me. Dovevo andarmene".

In tutto il mondo del lavoro, i datori di lavoro sono alle prese con più dipendenti come la Richards, persone che cominciano a mostrare segni di demenza e di deterioramento nelle prestazioni di lavoro. Alla fine, i datori di lavoro sono costretti ad affrontare un problema emotivo e delicato: devono far notare alle persone che non sono più conformi ai requisiti di base del loro lavoro. Espellere coloro che soffrono di demenza dai loro posti di lavoro è difficile per i datori di lavoro che temono di violare le linee guida anti-discriminazione.

E' proprio in quel momento che a volte sono chiamati gli esperti in programmi di assistenza ai dipendenti. "Li alleniamo come tenere la conversazione, senza dire che sono a conoscenza delle condizioni di salute", ha affermato il consulente aziendale Julie LeBlanc. "Diciamo loro come concentrarsi su osservazioni comportamentali, per dire al dipendente 'Stai facendo questi errori specifici', e chiedere al dipendente se c'è qualche impedimento nel modo di fare il lavoro".

La progressione inesorabile dell'Alzheimer di solito significa che qualsiasi sistemazione possibile - ridurre o cambiare compiti - è probabile che sia solo temporanea. "Alcuni datori di lavoro sono disposti a farlo. Altri non lo sono", dice la LeBlanc. Ma "alla fine, diventa un problema di disabilità". Generalmente, quando è il momento per il dipendente di lasciare il suo posto, c'è una progressione attraverso disabilità di breve termine, disabilità a lungo termine e programmi di disabilità di sicurezza sociale. Le opzioni e i processi sono fonte di confusione per i dipendenti, i caregivers e i datori di lavoro, riconosce la LeBlanc. "Soprattutto nelle aziende medie e piccole, spesso non ci sono esperti di risorse umane o programmi di assistenza ai dipendenti per consigliare le persone".

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 


Pubblicato in The Columbus Dispatch il 13 novembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)