
L'approvazione di nuovi farmaci anticorpali per il morbo di Alzheimer (MA) – lecanemab e donanemab – e di test diagnostici nel sangue segnano l'inizio di una nuova era nella diagnosi e nel trattamento della malattia. Tuttavia, senza una rapida riforma dei sistemi sanitari, delle politiche pubbliche e degli atteggiamenti sociali, il loro potenziale non sarà pienamente realizzato, sostengono 40 importanti esperti di MA nella serie di The Lancet sul MA.
Questa malattia rappresenta circa il 70% di tutti i casi di demenza ed è una delle principali cause di disabilità, con elevati costi sociali ed economici collegati. In un nuovo confronto, la serie evidenzia che i nuovi trattamenti con anticorpi monoclonali possono rallentare la progressione del MA a un livello paragonabile all'efficacia dei farmaci contro il cancro, l'artrite reumatoide e la sclerosi multipla.
Tuttavia, gli autori affermano che le differenze in termini di età, di esiti per i pazienti e di effetti collaterali, implicano che tali confronti dovrebbero essere trattati con cautela.
| Malattia > | Alzheimer (lecanemab) | Alzheimer (donanemab) | Cancro al seno - stadio iniziale |
Cancro ai polmoni | Sclerosi multipla | Artrite reumatoide |
| Efficacia nel ritardare la progressione | 8% | 10% | 9% | 32% | 4% | n/d |
| Riduzione della progressione sulle scale di disabilità | 0,19 | 0,26 | n/d | n/d | 0,20 | 0,25 |
Nonostante la somiglianza con l’efficacia del trattamento di altre malattie, i pazienti di MA rischiano di essere lasciati indietro dagli alti costi dei farmaci, dai requisiti complessi di test, dalla cura non ottimale per i sintomi comportamentali e dalla carenza di risorse. È incoraggiante che siano all'orizzonte miglioramenti anche nella prevenzione del MA, con servizi emergenti per la salute del cervello che identificano le persone ad alto rischio di sviluppare la malattia e forniscono loro programmi di trattamento personalizzati.
Tuttavia, la maggior parte dei casi di MA si verifica in persone con un rischio basso o normale, rendendo essenziali misure a livello di popolazione che riducano il rischio, come una progettazione urbana più sana e restrizioni su alcol e bevande zuccherate. Gli autori chiedono un'azione globale coordinata in modo che il ritmo rapido del progresso scientifico nel campo del MA sia accompagnato da riforme a livello di fornitori sanitari, di politiche e di società.
L'autore principale della serie, il professor Giovanni Frisoni, dell'Università di Ginevra (Svizzera), afferma:
"Gli esami del sangue, i farmaci biologici per il MA e gli interventi di prevenzione stanno spingendo la cura in un territorio completamente nuovo ed entusiasmante. Tuttavia, i vecchi bisogni dei pazienti non scompariranno.
"Al contrario, un numero maggiore di medici generici e specialisti della demenza dovrà padroneggiare i progressi meno affascinanti ma costanti compiuti negli ultimi decenni nel campo della cura e del trattamento dei disturbi comportamentali, l'uso di sofisticate scansioni diagnostiche e strumenti di laboratorio e l'assistenza psicosociale.
"Solo uno sforzo sociale concertato in questa direzione consentirà ai nostri pazienti attuali e futuri di beneficiare appieno del potenziale dei progressi scientifici e tecnologici”.
Fonte: The Lancet via AlphaGalileo (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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