Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


"Minore mortalità nei pazienti di Alzheimer trattati con galantamina" [studio]

[Comunicato del produttore via PRNewswire] - I risultati di un nuovo studio presentato oggi mostrano un tasso di mortalità significativamente più basso nei pazienti che sono stati trattati con galantamina, un farmaco prescritto per Alzheimer da lieve a moderatamente grave, rispetto a quelli che hanno ricevuto il placebo.

I pazienti trattati con galantamina hanno avuto anche un declino significativamente inferiore del deterioramento cognitivo dopo due anni, rispetto ai pazienti del gruppo placebo, secondo i ricercatori che presentano i dati del loro studio, sponsorizzato da Janssen R&D, LLC, al 51° Meeting Annuale dell'American College of Neuropsychopharmacology a Hollywood in Florida.


Nell'analisi interim finale di mortalità dello studio, un comitato di sicurezza indipendente per il monitoraggio dei dati ha raccomandato l'interruzione anticipata dello studio a causa di uno squilibrio nelle morti tra il gruppo di trattamento e il gruppo placebo. Il successivo svelamento dei dati ha indicato che la mortalità era significativamente più bassa nei pazienti trattati con galantamina, rispetto ai pazienti che avevano ricevuto placebo [3,1 per cento contro il 4,9 per cento rispettivamente (p = 0,021)]. Nell'analisi finale c'era un totale di 89 morti, 33 (3,2 per cento) nel gruppo galantamina e 56 (5,5 per cento) nel gruppo placebo (P = 0,011).


Il gruppo di trattamento ha avuto anche un declino cognitivo significativamente minore, misurato dalla modifica rispetto al basale nel Mini Mental Status Evaluation (MMSE) al 24° mese dello studio, rispetto al gruppo trattato con placebo. I punteggi medi MMSE si sono deteriorati dalla base da 19 a 16,9 e 17,5 per i gruppi rispettivamente placebo e galantamina (P <0,001). Il MMSE è una misura validata della cognizione.


Inoltre, c'è stato un calo significativamente maggiore dal basale nel MMSE al mese 6 nel gruppo placebo rispetto al gruppo galantamina (P <0.001). La variazione nelle attività della vita quotidiana, come misurato dai punteggi del Disability Assessment in Dementia (DAD) dal basale a 24 mesi, era significativamente peggiore nel gruppo placebo che nel gruppo galantamina (P = 0,002). Il DAD è una misura convalidata delle attività della vita quotidiana.

[...]

 

A proposito della galantamina

La galantamina è un inibitore dell'acetilcolinesterasi approvato per trattare i sintomi di Alzheimer da lieve a moderato, come la perdita di memoria. Non c'è alcuna prova che la galantamina alteri il corso del processo sottostante di demenza. Anche se il meccanismo preciso di azione della galantamina è sconosciuto, si ritiene che raggiunga il suo effetto terapeutico aumentando la concentrazione del neurotrasmettitore acetilcolina mediante inibizione dell'enzima colinesterasi che scompone l'acetilcolina.

Anche se la causa del deterioramento cognitivo nell'Alzheimer non è compreso appieno, è stato riferito che i neuroni che producono acetilcolina, un neurotrasmettitore, degenerano nel cervello dei pazienti con Alzheimer. Il grado di questa perdita neuronale è correlato al grado di compromissione cognitiva e densità delle placche amiloidi, un segno distintivo neuropatologico della malattia. Negli Stati Uniti, la galantamina è venduta come Razadyne® e Razadyne®ER da Janssen Pharmaceuticals, Inc.

 

Importanti informazioni sulla sicurezza

Negli studi clinici, il trattamento con Razadyne®ER una volta al giorno è stato ben tollerato e gli eventi avversi sono stati simili a quelli osservati con dose giornaliera doppia di Razadyne®.

  • Anestesia - Gli inibitori della colinesterasi, come la galantamina HBr, possono aumentare gli effetti di blocco neuromuscolare di agenti di blocco neuromuscolare di tipo succinilcolina e simili durante l'anestesia.
  • Eventi cardiovascolari - A causa della loro azione farmacologica, gli inibitori della colinesterasi hanno effetti vagotonici sui nodi senoatriale (SA) e atrioventricolare (AV), portando a bradicardia e blocco AV. Queste azioni possono essere particolarmente importanti per i pazienti con disturbi della conduzione cardiaca superventricolare, o per pazienti che assumono altri farmaci in concomitanza che rallentano la frequenza cardiaca in modo significativo. Negli studi clinici, la galantamina HBr è stata associata a più frequenti rapporti di bradicardia e sincope rispetto al placebo. La sorveglianza post-commercializzazione degli inibitori anticolinesterasici in commercio ha dimostrato che la bradicardia e tutti i tipi di blocco cardiaco sono stati riportati in pazienti con e senza sottostanti anomalie note della conduzione cardiaca. Tutti i pazienti dovrebbero essere considerati a rischio per effetti negativi sulla conduzione cardiaca.
  • Gastrointestinale - Gli inibitori della colinesterasi possono aumentare la secrezione acida gastrica. I pazienti devono essere monitorati attentamente nei sintomi di sanguinamento gastrointestinale attivo o occulto, in particolare quelli con un rischio maggiore di sviluppare ulcere, ad esempio, quelli con una storia di ulcera o pazienti che assumono contemporaneamente farmaci anti-infiammatori non steroidei.
  • Genito-urinario - Gli inibitori della colinesterasi possono causare ostruzione del flusso vescicale.
  • Condizioni neurologiche - Gli inibitori delle colinesterasi sono considerati potenzialmente causa di convulsioni generalizzate. I disturbi convulsivi possono anche essere una manifestazione dell'Alzheimer. Negli studi clinici, non c'era alcun aumento nell'incidenza di convulsioni con galantamina HBr rispetto al placebo.
  • Condizioni polmonari - Gli inibitori delle colinesterasi devono essere prescritti con cautela a pazienti con una storia di asma o broncopneumopatia ostruttiva.
  • Morte di soggetti con decadimento cognitivo lieve (MCI) - Negli studi clinici controllati in pazienti anziani affetti da MCI, 13 soggetti su Razadyne® (n=1026) e 1 soggetto con placebo (n=1022) sono morti per cause diverse. Circa la metà delle morti con Razadyne® sembrava risultare da diverse cause vascolari (infarto miocardico, ictus, e morte improvvisa). Razadyne® e Razadyne®ER non sono indicate per il trattamento di MCI.
  • Deterioramento epatico o renale - Nei pazienti con moderata compromissione epatica o renale, la titolazione della dose deve procedere con cautela. Non è raccomandato l'uso di Razadyne® o Razadyne®ER per i pazienti con insufficienza epatica grave o grave compromissione della funzionalità renale (CL cr <9 ml / min).
  • Eventi avversi più comuni - Gli eventi avversi più comuni negli studi clinici che si verificano in misura pari ad almeno il 5% e almeno il doppio di quello del placebo alla dose di mantenimento consigliata di 16 o 24 mg / die in condizioni di escalation della dose ogni 4 settimane per ogni 8 mg di aumento sono stati nausea, vomito, diarrea, anoressia, e diminuzione di peso.

 

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Janssen R & D, LLC

Pubblicato in SacramentoBee il 5 Dicembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.