Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sorridere per ricordare un sorriso

Quando rievochiamo un’emozione ci aiutiamo con l’espressione facciale.


I sorrisi sono contagiosi, anche quando si tratta di ricordarli.


Uno studio condotto da un team della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste dimostra che per ricordare un’emozione (positiva o negativa) «ripercorriamo» la sequenza motoria dell’espressione facciale corrispondente a quell’emozione.


In poche parole: per ricordare un sorriso sorridiamo. Facciamo un sorriso per ricordare la felicità, una smorfia per ricordare il dolore, aggrottiamo le sopracciglia per ricordare la rabbia.


"Le teorie dell’emozione incorporata [embodied in inglese], sostengono che per capire un’emozione riproduciamo prima i movimenti del viso dell’espressione provocata da quell’emozione", spiega Jenny Baumeister, ricercatrice della SISSA. "In pratica se osserviamo qualcuno che sorride, per comprendere ciò che prova sorridiamo a nostra volta. Abbiamo applicato questa osservazione nel campo della memoria e abbiamo testato se lo stesso può essere vero anche quando si cerca di ricordare un'emozione".


La Baumeister è infatti la prima autrice di uno studio appena pubblicato su Acta Psychologica, che ha verificato se la riproduzione dell’espressione emotiva, per esempio sorridere o aggrottare la fronte, aumenta la capacità di ricordare l’emozione corrispondente.


Negli esperimenti i soggetti rispondevano a un test di memoria per le emozioni. Per controllare le espressioni del viso i ricercatori hanno usato un espediente: nel momento in cui i soggetti dovevano ricordare potevano avere la faccia completamente libera, oppure «bloccata» con una maschera di argilla "molto simile a quelle maschere che si usano normalmente in cosmetica. L’argilla una volta spalmata sulla faccia si indurisce e ostacola le espressioni" spiega Francesco Foroni, neuroscienziato della SISSA anche lui fra gli autori dell’articolo.


I risultati sono chiari: la prestazione nei test mnemonici nelle condizioni con la faccia bloccata è significativamente peggiore che con il viso «pulito». "I dati confermano l’ipotesi che «ripetere» lo schema motorio associato all’emozione agevola il ricordo. Questo ci fa pensare che, anche in fase di immagazzinamento dei ricordi, l’informazione motoria viene codificata in memoria e riutilizzata nel recupero", spiega Raffaella Rumiati, professoressa della SISSA che ha coordinato questo studio.

 

 

 

 

 


FonteSissa Medialab  (> English text)

Riferimenti:  Jenny-Charlotte Baumeister, Raffaella Ida Rumiati, Francesco Foroni. When the mask falls: The role of facial motor resonance in memory for emotional language. Acta Psychologica, 2015; 155: 29 DOI: 10.1016/j.actpsy.2014.11.012

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)