Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio di larga scala sull'epigenetica cerebrale offre nuove informazioni sulla demenza

Il più grande studio del suo genere ha svelato nuove informazioni sul modo in cui i geni sono regolati nella demenza, inclusa la scoperta di 84 nuovi geni legati alla malattia.


La collaborazione internazionale che lo ha eseguito, guidata dall'Università di Exeter (GB), ha combinato e analizzato i dati di oltre 1.400 persone di 6 diversi studi, in una meta-analisi pubblicata su Nature Communications. Questi studi avevano usato campioni cerebrali di persone che erano morte con morbo di Alzheimer (MA).


Il progetto, finanziato dall'Alzheimer's Society e sostenuto dal Medical Research Council e dai National Institutes for Health, ha esaminato un marchio epigenetico chiamato 'metilazione del DNA' in quasi mezzo milione di siti del genoma. I processi epigenetici controllano la misura in cui i geni vengono accesi e spenti, il che significa che si comportano in modo diverso, per come è necessario, nei tipi diversi di cellule e tessuti che costituiscono un corpo umano.


È importante sottolineare che, a differenza dei nostri geni, i processi epigenetici possono essere influenzati dai fattori ambientali, rendendoli potenzialmente reversibili e un possibile percorso per nuovi trattamenti.


Lo studio ha esaminato i modelli epigenetici nel genoma, in diverse regioni del cervello. La squadra ha quindi collegato la quantità di metilazione del DNA alla quantità di grovigli neurofibrillari (proteina tau) all'interno del cervello, che è un importante segno distintivo della gravità del MA.


La squadra ha esaminato le diverse regioni del cervello colpite dal MA prima di cercare cambiamenti comuni in queste regioni corticali. Hanno identificato 220 siti nel genoma, tra cui 84 ​​nuovi geni, che avevano diversi livelli di metilazione del DNA nella corteccia di individui con MA grave, non presenti in un'altra area del cervello chiamata cervelletto.


Il team ha continuato dimostrando che un sottoinsieme di 110 di questi siti potrebbero distinguersi in due set di dati indipendenti, a seconda che un campione cerebrale avesse livelli elevati o bassi di malattia, con una precisione superiore al 70%. Ciò suggerisce che i cambiamenti epigenetici del MA nel cervello sono molto coerenti. I risultati sono stati successivamente confermati in un insieme indipendente di campioni cerebrali della coorte Brains for Dementia Research.


La prof.ssa Katie Lunnon, dell'Università di Exeter, che ha guidato la ricerca, ha detto:

"Il nostro studio è il più grande del suo genere, ci sta dando importanti approfondimenti in aree genomiche che un giorno potrebbero fornire la chiave per nuovi trattamenti. Il prossimo passo di questo lavoro è esplorare se questi cambiamenti epigenetici portano a cambiamenti misurabili nei livelli di ​​espressione di geni e proteine. Ciò consentirà quindi di esplorare se possiamo riutilizzare i farmaci esistenti che sono noti per alterare i livelli di espressione di questi geni e proteine, per trattare efficacemente la demenza".


Lo studio ha coinvolto un certo numero di collaboratori internazionali, dagli Stati Uniti (Columbia University e Mt Sinai di New York, Rush University di Chicago, Arizona State University) all'Europa (Università di Maastricht nei Paesi Bassi, Università di Saardland in Germania).

 

 

 


Fonte: University of Exeter (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Rebecca Smith, Ehsan Pishva, Gemma Shireby, Adam Smith, Janou Roubroeks, Eilis Hannon, Gregory Wheildon, Diego Mastroeni, Gilles Gasparoni, Matthias Riemenschneider, Armin Giese, Andrew Sharp, Leonard Schalkwyk, Vahram Haroutunian, Wolfgang Viechtbauer, Daniel van den Hove, Michael Weedon, Danielle Brokaw, Paul Francis, Alan Thomas, Seth Love, Kevin Morgan, Jörn Walter, Paul Coleman, David Bennett, Philip De Jager, Jonathan Mill, Katie Lunnon. A meta-analysis of epigenome-wide association studies in Alzheimer’s disease highlights novel differentially methylated loci across cortex. Nature Communications, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.