Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Con il lieve deterioramento cognitivo si ha meno controllo inibitorio

Uno studio dell'anno scorso eseguito al Baycrest ha scoperto un grave deficit nel controllo inibitorio nelle persone con un lieve deterioramento cognitivo (MCI, mild cognitive impairment), una fase preclinica del morbo di Alzheimer (MA).


"Questi risultati hanno importanti implicazioni pratiche per il rilevamento e la diagnosi della demenza", afferma la dott.ssa Nicole Anderson, scienziata senior del Rootman Research Institute (RRI) del Baycrest e direttrice del programma di ricerca inter-professionale del Baycrest in geriatria e demenza.


Il controllo inibitorio è la capacità di ignorare pensieri e azioni irrilevanti per raggiungere i nostri obiettivi attuali. È ciò che ci permette di concentrarci sul traffico invece delle notizie dalla radio durante la guida o di ignorare le conversazioni degli altri quando si parla con un amico.


"Come la memoria, il controllo inibitorio è un processo cognitivo critico nella vita di tutti i giorni, ed è anche una delle menomazioni più evidenti del MA", afferma la dott.ssa Rachel Rabi, post-dottorato al RRI e prima autrice dello studio. "Ma, a differenza della memoria, ha ricevuto poca attenzione clinica nelle persone con MCI, anche se molti di loro andranno avanti a sviluppare il MA".


In questo studio, pubblicato su Neuropsychology Review, gli scienziati hanno analizzato 66 studi pubblicati sull'argomento, che rappresentavano 2.184 individui con MCI e 3.049 anziani sani. Gli studi selezionati avevano testato gli individui con MCI e gli anziani sani su compiti che in genere sono considerati misure del controllo inibitorio.


Uno di tali compiti è il 'go-no go' (vai-non vai). In questo compito, i partecipanti sono istruiti a rispondere il più rapidamente possibile a forme bianche, ma non a forme rosa, su uno schermo. Le forme bianche appaiono quindi molto più frequentemente di quelle rosa, il che significa che quando vedono una forma rosa, i partecipanti devono sopprimere l'impulso automatico di rispondere.


Un altro test comunemente usato è lo Stroop, in cui i partecipanti vedono i nomi dei colori scritti in colore diverso. Ad esempio, la parola 'giallo' può essere scritta in blu. I partecipanti devono quindi indicare il colore di scrittura (blu) ed evitare di leggere la parola (giallo).


Attraverso compiti e studi, gli scienziati hanno trovato un controllo inibitorio significativamente peggiore in chi aveva l'MCI, rispetto agli anziani sani.


"Il fatto che abbiamo esaminato tanti studi su questo argomento significa che possiamo essere abbastanza fiduciosi nei nostri risultati", afferma la dott.ssa Rabi. "E dal momento che stiamo vedendo un decadimento così grave nel controllo inibitorio delle persone con MCI, abbiamo davvero bisogno di includere compiti di inibizione nei test clinici usati per valutare lo stato cognitivo delle persone".


I risultati dello studio potrebbero aiutarci anche a capire meglio i deficit della memoria nell'MCI.


"Sappiamo che le persone con MCI hanno un deterioramento della memoria, ma buone prestazioni della memoria richiedono anche di inibire le informazioni irrilevanti. Pertanto, è possibile che i deficit inibitori nell'MCI contribuiscano ai deficit della memoria in questa popolazione"
, aggiunge la dott.ssa Rabi.


Inoltre, i risultati dello studio potrebbero portare allo sviluppo di programmi che affrontano le funzioni inibitorie nelle persone con MCI.


"I programmi esistenti per le persone con MCI si concentrano principalmente sulla memoria"
, afferma la dott.ssa Anderson. "Tuttavia, i nostri risultati suggeriscono che sarebbe utile includere altri approcci, come la Goal Management Therapy (terapia di gestione degli obiettivi) del dott. Brian Levine, scienziato senior del RRI, che aiuta le persone a rimanere focalizzate sui loro obiettivi".


Il passo successivo per questi scienziati è esaminare l'attività elettrica nel cervello delle persone con MCI. Vogliono capire se i cambiamenti nel controllo inibitorio si possono vedere nel cervello prima che si manifestino nel comportamento.

 

 

 


Fonte: Rotman Research Institute at Baycrest (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Rahel Rabi, Brandon Vasquez, Claude Alain, Lynn Hasher, Sylvie Belleville, Nicole Anderson. Inhibitory Control Deficits in Individuals with Amnestic Mild Cognitive Impairment: a Meta-Analysis, Neuropsychology Review, 12 Mar 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)