Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Menopausa: gli ormoni spiegano i tuoi problemi di memoria in mezza età?

Circa due terzi delle donne segnalano cambiamenti indesiderabili nella memoria durante la mezza età, che possono essere sia frustranti che imbarazzanti. Esperienze comuni possono includere perdere con più frequenza le chiavi o oggetti importanti, dimenticare i nomi, avere difficoltà a trovare le parole corrette, o entrare in una stanza solo per dimenticare lo scopo.


Qualcosa suona familiare o significativo per te cinquantenne? Infatti, dopo aver notato questi cambiamenti, molte donne temono di aver iniziato a sviluppare la demenza. Fortunatamente, la ricerca sui cambiamenti cognitivi associati alla menopausa, e su altri cambiamenti nei livelli ormonali femminili, è aumentata negli ultimi anni.


Più conosciamo gli effetti attesi dei periodi di transizione ormonale, più possiamo normalizzare alcune di queste esperienze che sono causa di ansia per le donne, pur mantenendo un occhio ai segni più sinistri di malattia neurodegenerativa.


Uno studio recente, pubblicato su Neurology, ha studiato come può influire l'età di inizio della menopausa sui cambiamenti cognitivi di una donna. Almeno 13 studi precedenti hanno riferito che le donne che entrano più tardi in menopausa tendono ad avere una migliore funzione cognitiva.


Nel tentativo di comprendere meglio questo legame, ricercatori della University College London hanno esaminato come cambiano nelle donne due aspetti della cognizione, memoria verbale e velocità di elaborazione, durante la mezza età (ad esempio, durante la menopausa). Hanno misurato 4 volte queste competenze di pensiero in un periodo di 26 anni (da 43 a 69 anni di età), esaminando al contempo molteplici forme di menopausa (es.: chirurgica o naturale) e i contributi di altri fattori di vita che possono rappresentare o alterare le modifiche ormonali o la cognizione (ad esempio, terapia sostitutiva ormonale, stato socioeconomico, fumo, istruzione).


I loro risultati hanno confermato le scoperte precedenti che l'età più avanzata della menopausa era associata a un punteggio più elevato di memoria verbale, anche dopo aver aggiustato i dati per gli effetti dell'indice di massa corporea, dell'istruzione, della capacità cognitiva infantile e dell'uso della terapia di sostituzione ormonale. Allo stesso modo, per le donne con menopausa indotta chirurgicamente, l'età più avanzata alla chirurgia era associata a un migliore punteggio di memoria verbale, anche se per queste donne altri fattori di vita, come l'educazione, sembravano spiegare la differenza.


Quindi, cosa potrebbe spiegare questa differenza? Altri studi hanno dimostrato che ci sono dei recettori nel cervello, chiamati 'recettori β degli estrogeni', che sono attivati ​​dagli estrogeni. Questi recettori sono anche responsabili della modulazione del 'fattore neurotrofico derivato dal cervello', che è una proteina che si trova concentrata nella parte del cervello, l'ippocampo, che è importante per formare ricordi!


Questa struttura cerebrale è implicata anche nell'Alzheimer, a proposito. Questo in nessun modo suggerisce che tutte le donne che subiscono i cambiamenti ormonali svilupperanno l'Alzheimer, ma convalida che l'esperienza della nebbia cerebrale è dovuta ai cambiamenti ormonali che coinvolgono gli stessi sistemi di memoria che sono influenzati dall'Alzheimer! Non c'è da meravigliarsi che i sintomi siano così facili da confondere per demenza.


Una grande differenza tra i problemi di memoria osservati durante la menopausa e quelli associati all'Alzheimer è che i vuoti di memoria causati dai livelli di transizione degli ormoni non sono così coerenti (es.: succedono a volte, non sempre), non superano quelli prevedibili per l'età (questo può essere più difficile da determinare senza test neuropsicologici), e non dovrebbero diventare progressivamente peggiori nel tempo.


Naturalmente, è necessaria molta più ricerca in questo settore per capire come la transizione nei livelli ormonali durante la mezza età colpisce le donne. Ci sono molte opportunità per migliorare l'assistenza sanitaria delle donne.


Ad esempio, nonostante sia stata abbandonata come opzione di trattamento per la demenza, a causa dei numerosi effetti avversi durante le sperimentazioni cliniche, la terapia sostitutiva degli estrogeni potrebbe essere ancora un'opzione di trattamento praticabile per combattere la nebbia del cervello durante periodi particolari della vita di una donna, come all'inizio del passaggio alla menopausa.


Allo stesso modo, devono essere considerati altri meccanismi protettivi per trovare i modi per mantenere sano il cervello delle donne quando diminuiscono i livelli di estrogeni.

 

 

 


Fonte: Darby Saxbe PhD (assistente professore di psicologia) e Anna Blanken (dottoranda), Università del Sud California

Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  • M. Georgakis, E. Kalogirou, A. Diamantaras, S. Daskalopoulou, C. Munro, C. Lyketsos, ..., E. Petridou. Age at menopause and duration of reproductive period in association with dementia and cognitive function: A systematic review and meta-analysis. Psychoneuroendocrinology, 2016, DOI
  • S. Koebele, S. Mennenga, R. Hiroi, A. Quihuis, I. Hewitt, M. Poisson, ..., H. Bimonte-Nelson. Cognitive changes across the menopause transition: A longitudinal evaluation of the impact of age and ovarian status on spatial memory. Horm Behav, 2017, DOI
  • D. Kuh, R. Cooper, A. Moore, M. Richards, R. Hardy, Age at menopause and lifetime cognition: Findings from a British birth cohort study. Neurology, 2018, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.