Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Metodo per mappare le lesioni della sostanza bianca vede segni di demenza

white matter damage


Una nuova ricerca dimostra che un nuovo strumento per analizzare i danni ai tessuti, visibili sulle scansioni a risonanza magnetica (MRI) del cervello, è in grado di rilevare con più del 70% di accuratezza i primi segni di declino cognitivo.


I risultati degli specialisti di scansione della New York University si basano sui piccoli punti luminosi che appaiono sulle scansioni, chiamati 'iperintensità della sostanza bianca'. L'aumento del numero e delle dimensioni dei punti bianchi intensi, visibili sulle immagini per lo più grige del cervello, sono da tempo legati alla perdita di memoria e ai problemi emotivi, soprattutto con l'invecchiamento.


Un numero maggiore di macchie sulla MRI e la loro comparsa al centro del cervello hanno dimostrato di essere correlate anche al peggioramento della demenza e di altre condizioni che danneggiano il cervello, come l'ictus e la depressione, dicono gli autori dello studio. Le macchie rappresentano fori pieni di liquido nel cervello, lesioni che si ritiene si sviluppino dalla rottura dei vasi sanguigni che nutrono le cellule nervose.


Gli attuali metodi di classificazione delle lesioni alla sostanza bianca si affidano a poco più che a un 'occhio allenato', dicono i ricercatori, che usa una scala imprecisa a tre punti, dove un punteggio di 1 significa macchie bianche minimali, mentre gradi di 2 o 3 suggeriscono una malattia più significativa. Secondo i ricercatori, il nuovo strumento è stato sviluppato nel tentativo di fornire un metodo oggettivo ed uniforme per il calcolo del volume e della posizione dei punti nel cervello.


Nel nuovo studio, pubblicato il 27 ottobre online sulla rivista Academic Radiology, il team della NYU ha selezionato casualmente 72 scansioni MRI da una banca dati nazionale di anziani, l'Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative. Un numero uguale proveniva da anziani per lo più bianchi e con più di 70 anni con funzione normale del cervello, o che mostravano un lieve declino cognitivo, o una demenza grave.


Usando le ultime tecniche MRI per un'accurata mappatura della superficie del cervello, il team ha poi usato un software per calcolare la posizione precisa e le misure del volume di tutte le lesioni osservate nella sostanza bianca. Nello specifico, hanno tabulato i volumi, che sono misure tridimensionali in litri, in base alla distanza di ogni lesione da entrambe le superfici laterali del cervello, con intervalli normali tra 0 mL (nessuna lesione vista) e 60 mL (alcune lesioni). I volumi superiori a 100 mL indicavano una malattia grave.


Quando i ricercatori hanno fatto un controllo incrociato sulle loro misurazioni, hanno trovato che 7 su 10 calcoli combaciavano correttamente con l'effettiva diagnosi del paziente.


“La quantità di lesioni della sostanza bianca al di sopra della gamma di normalità dovrebbe servire da segnale di avvertimento precoce per i pazienti e i medici”, dice il primo autore dello studio Jingyun 'Josh' Chen PhD, assistente professore di ricerca del Dipartimento di Neurologia della NYU.


Il dott. Chen avverte che le misure della sostanza bianca del cervello da sole non sono sufficienti a certificare la presenza di demenza precoce, ma deve essere considerato insieme ad altri fattori, come la storia di lesioni cerebrali, la perdita di memoria, e l'ipertensione, come caratteristiche evidenti di declino cognitivo o di altre malattie cerebrali e vascolari, o di entrambi.


“Il nostro nuovo calcolatore del dimensionamento corretto dell'iperintensità della sostanza bianca, che noi chiamiamo 'distanziamento bilaterale', offre a radiologi e altri medici un ulteriore test standardizzato per valutare queste lesioni nel cervello, ben prima dei danni da demenza grave o da ictus”, dice il ricercatore senior dello studio Yulin Ge MD, professore del Dipartimento di Radiologia della NYU.


Con un tracciamento standardizzato e uno strumento di misurazione, dice il dottor Chen, è ora possibile monitorare la crescita delle lesioni della materia bianca rispetto a quella delle altre proteine ​​tau e amiloide-beta, ritenute concause potenziali di demenza e di Alzheimer. L'accumulo di una delle sostanze potrebbe provare o invalidare una o più delle teorie su quali processi biologici effettivamente portano alle varie forme di demenza.


Il dott. Chen dice che il team, basato al Centro di Neurologia Cognitiva della NYU e nel suo centro di ricerca sull'Alzheimer, prevede di ampliare e testare il loro strumento di misurazione su ulteriori 1.495 scansioni cerebrali per includere un gruppo più diversificato dello stesso database.


I medici possono accedere allo strumento, che è disponibile senza costi online, su GitHub.

 

 

 


Fonte: New York University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jingyun Chen, Artem V. Mikheev, Han Yu, Matthew D. Gruen, Henry Rusinek, Yulin Ge, Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative. Bilateral Distance Partition of Periventricular and Deep White Matter Hyperintensities: Performance of the Method in the Aging Brain. Academic Radiology, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.