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Lento ad adattarti alla ‘nuova normalità’ della pandemia? Calma, il tuo cervello sta acquisendo nuove competenze

Da quando è stato introdotto il blocco per il COVID-19, noi tutti improvvisamente abbiamo dovuto trovare nuovi modi di fare le cose. La scuola si è spostata su internet, gli incontri sulle videochiamate, i luoghi di lavoro hanno introdotto nuove modalità e anche gli eventi sociali sono cambiati per ridurre al minimo le interazioni fisiche.


Molti di noi hanno trovato difficile adattarsi a queste trasformazioni della vita. La nostra ricerca (vedi riferimenti sotto) sulla memoria, l'apprendimento, e il processo decisionale suggerisce che una parte del motivo è il fatto che, per il nostro cervello, il cambiamento non comporta semplicemente trasferire competenze esistenti in un nuovo ambiente.


Più spesso, il nostro cervello deve apprendere realmente nuove abilità da zero, come condurre una riunione con il gatto che cammina sulla tastiera del computer, o come lavorare filtrando il rumore dei bambini che gridano in giardino.


Tuttavia, la nostra ricerca può anche offrire qualche rassicurazione che nel tempo ci adatteremo a un nuovo modo di vivere.

 

Come imparano i ratti

La nostra nuova ricerca, pubblicata su Nature Neuroscience, offre alcuni suggerimenti sul perché fare cose nuove può inizialmente essere così difficile, soprattutto in un ambiente nuovo o in evoluzione, ma diventa più facile nel tempo. I nostri risultati indicano che ciò che ci circonda ha un'influenza modificante sulle nostre scelte e azioni nel corso del tempo, e il nostro cervello le elabora pure in modo diverso.


Abbiamo insegnato a dei ratti come eseguire nuove azioni, come premere una leva per il cibo, in un luogo. Quindi, li abbiamo trasferiti in un'altra stanza, con carta da parati, pavimenti e odori diversi. Abbiamo poi 'chiesto' loro di eseguire le stesse azioni per ricevere un premio, ma non sono più riusciti a farlo.


Era come se i topi dovessero richiamare tutti i dettagli della memoria di quando hanno imparato il compito, per svolgerlo correttamente, compresi quelli apparentemente irrilevanti. Le cose sono cambiate quando abbiamo testato i topi di nuovo una settimana dopo. A quel punto riuscivano a fare delle scelte accurate in entrambi gli ambienti.


Abbiamo anche trovato che se veniva disattivato l'ippocampo, la parte del cervello che codifica i ricordi dettagliati dell'ambiente, i ratti non riuscivano più a svolgere un compito che avevano appena imparato. Tuttavia, essi potevano comunque svolgere con precisione i compiti che avevano imparato tempo prima.

 

Che cosa significa questo per le persone

I nostri risultati suggeriscono che con l'esperienza e il tempo, c'è un cambiamento sia nei meccanismi psicologici che in quelli cerebrali, per imparare a fare cose e scelte nuove. Mentre l'ippocampo sembra essere cruciale per un periodo breve, diventa meno importante col passare del tempo.


Se anche i dettagli che alla fine si rivelano irrilevanti sono necessari per ricordare una nuova abilità nelle prime fasi di apprendimento, questo può aiutare a spiegare perché i nuovi comportamenti possono essere così difficili da imparare quando cambiano le circostanze. Per il nostro cervello, lavorare da casa può essere come imparare un nuovo lavoro, non solo fare lo stesso lavoro in un posto nuovo.


Ma la buona notizia è che diventa sempre più facile. Nello stesso modo in cui i ratti alla fine si adattano ad un nuovo ambiente, noi umani possiamo imparare a lavorare con le videochiamate e con le interruzioni degli animali domestici.


Questi risultati possono anche aiutarci a capire le condizioni in cui l'ippocampo è danneggiato, come il morbo di Alzheimer e le altre malattie neurodegenerative, così come i disturbi psichiatrici come la depressione e l'abuso di sostanze. Con il tempo, una migliore comprensione potrebbe portare a comprendere come le persone con queste malattie possono ritrovare alcune funzionalità.


Naturalmente le implicazioni per gli esseri umani sono accompagnate da avvertimenti: il nostro studio è stato fatto sui ratti, non sulle persone. Ma se hai avuto difficoltà ad adattarti ad un nuovo modo di fare le cose durante questa pandemia, ci piace pensare che sia di qualche conforto sapere che non è successo solo a te. Anche i ratti lottano per imparare a fare cose nuove in nuovi luoghi, ma diventa sempre più facile nel corso del tempo.

 

 

 


Fonte: Laura Bradfield, ricercatrice in neuroscienze comportamentali alla University of Technology Sydney

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Laura A. Bradfield, Beatrice Leung, Susan Boldt, Sophia Liang, Bernard Balleine. Goal-directed actions transiently depend on dorsal hippocampus. Nature Neuroscience, 10 August 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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