Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Mantenere la salute del cuore può proteggere dal declino cognitivo

brain and heart

Le persone con un rischio più alto di sviluppare malattie cardiovascolari hanno un maggiore declino cognitivo, compreso un aumento dei marcatori tipici del morbo di Alzheimer, il che suggerisce che il monitoraggio e il controllo delle malattie cardiache possono essere cruciali per mantenere e migliorare la salute cognitiva nel corso della vita, secondo una ricerca pubblicata oggi nel Journal of American College of Cardiology.


La demenza è una sfida di salute pubblica, con 50 milioni di persone colpite nel 2017 e una previsione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di 82 milioni di persone entro il 2030. Non c'è attualmente un trattamento efficace per la demenza, per cui identificare i fattori di rischio modificabili che potrebbero ritardare o prevenire la sua insorgenza stanno diventando più prominenti.


Studi precedenti avevano segnalato che i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari sono legati ai volumi minori di regioni specifiche del cervello, come la materia bianca, quella grigia e l'ippocampo, ma i risultati erano contraddittori.


I ricercatori di questo studio hanno cercato di confrontare i 'punteggi generali di rischio cardiovascolare dello studio Framingham' (FGCRS), che incorporano informazioni demografiche nei fattori di rischio cardiovascolare tradizionali, per valutare il rischio futuro di declino a lungo termine dell'individuo, della funzione cognitiva globale e specifica per dominio.


I ricercatori hanno seguito per 21 anni 1.588 partecipanti privi di demenza del Rush Memory and Aging Project, con età media di 79,5 anni. Il loro FGCRS è stato valutato al basale e classificato nei gruppi basso, medio e alto in base al rischio di malattie cardiache.


Per ogni partecipante, hanno valutato ogni anno la memoria episodica (per gli eventi di tutti i giorni), la memoria semantica (a lungo termine), la memoria di lavoro (a breve termine), la capacità visuo-spaziale (identificare le relazioni visive e spaziali tra gli oggetti) e la velocità percettiva (confrontare accuratamente e completamente lettere, numeri, oggetti, immagini o modelli), con 19 test, per ottenere un punteggio composito.


Alla fine del periodo di studio, i ricercatori hanno scoperto che avere un onere più elevato di rischio cardiovascolare si associa con un declino più veloce nella memoria episodica, nella memoria di lavoro e nella velocità di percezione. I ricercatori hanno visto anche i dati di risonanza magnetica di un sottogruppo di pazienti e hanno rilevato che il FGCRS più elevato è associato a un volume minore dell'ippocampo, della materia grigia corticale e del cervello totale.


Riduzioni dell'ippocampo e della materia grigia sono marcatori tipici della neurodegenerazione correlata alla demenza di Alzheimer. La risonanza magnetica ha anche mostrato un volume maggiore di iperintensità della sostanza bianca, macchie bianche sul cervello che inducono un'area a declinare nella funzionalità.


La memoria episodica e quella di lavoro erano legate al volume dell'ippocampo, ma la velocità di percezione era associata con l'iperintensità della materia bianca nello studio, dimostrando che i risultati dei test di memoria e la risonanza magnetica erano complementari.


“In assenza di trattamenti efficaci per la demenza, dobbiamo monitorare e controllare l'onere del rischio cardiovascolare come modo per mantenere la salute cognitiva del paziente quando invecchia”, ha detto Weili Xu PhD, della Tianjin Medical University in Cina. “Dato il progressivo aumento del numero dei casi di demenza in tutto il mondo, i nostri risultati hanno rilevanza sia clinica sia per la sanità pubblica”.


I limiti dello studio comprendono che i partecipanti erano volontari della comunità, una possibile limitazione alla generalizzabilità dei risultati, e che i partecipanti erano generalmente ben istruiti e con prestazioni relativamente buone nei test cognitivi, per cui l'associazione osservata potrebbe essere una sottostima.

 

 

 


Fonte: American College of Cardiology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ruixue Song, Hui Xu, Christina S. Dintica, Kuan-Yu Pan, Xiuying Qi, Aron Buchman, David Bennett, Weili Xu. Associations Between Cardiovascular Risk, Structural Brain Changes, and Cognitive Decline. J Am College Cardiol, 18 May 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.