Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quando si riattiva, l'herpes uccide neuroni, ma gli antivirali possono fermarlo

apoptotic pathPercorso dell'apoptosi graduale (una forma di morte cellulare) che subiscono i neuroni sensoriali trigemini dopo la riattivazione dell'HSV latente. Si parte in alto a sinistra quando la cromatina del neurone che subisce la riattivazione virale comincia a condensare, seguita dalla rottura della struttura della membrana neuronale (blebbing) e dalla frammentazione e morte cellulare. I frammenti del neurone vengono rimossi dai macrofagi Iba1+ (cellule immunitarie).Senza nemmeno saperlo, la maggior parte di noi porta in giro il virus herpes simplex (HSV) latente, nel sistema nervoso, per il semplice fatto di essere nato e di vivere insieme ad altri che sono portatori del virus.


Nuovi dati di ricerca, apparsi sulla rivista PLoS Pathogens, suggeriscono che l'HSV che si riattiva nel nervo trigemino di topi di laboratorio uccide almeno una parte dei neuroni sensoriali. I risultati forniscono ulteriori prove che, mentre gli esseri umani invecchiano, possono subire l'accumulo di conseguenze a lungo termine di un'infezione da HSV nel sistema nervoso.


Ciò può causare danni neurologici, secondo gli scienziati dell'Ospedale dei Bambini di Cincinnati e dell'Università di Cincinnati (UC). Il danno potenziale provocato al sistema nervoso dalla riattivazione dell'HSV, per contribuire a malattie neurologiche come il morbo di Alzheimer, è attualmente un tema caldo, secondo i ricercatori.


Studi clinici stanno rivelando associazioni tra riattivazione dell'HSV e neurodegenerazione. Anche se la correlazione tra l'infezione a lungo termine da HSV e la malattia neurodegenerativa sta guadagnando terreno, non è chiaro come l'HSV promuova la neurodegenerazione.


“Noi e altri stiamo cercando di capire le conseguenze biologiche dell'infezione da HSV nel sistema nervoso, nel tempo e quali strategie sviluppare per prevenire questi esiti”, ha detto l'autrice senior dello studio Nancy Sawtell PhD, del Cincinnati Childern's. “Una questione importante dibattuta dai ricercatori è se un neurone che subisce una riattivazione virale sopravvive o muore. Pur essendo fondamentale per capire la patogenesi dell'HSV, la risposta a questa domanda non è semplice".


Dagli studi di laboratorio eseguiti con cellule in coltura, sembra che cellule specifiche del sistema immunitario controllino la riattivazione virale senza danneggiare il neurone. Tuttavia, finora non si era ancora studiato se questo tipo di controllo immunitario avviene anche nell'ambito della riattivazione del virus latente in un topo (o in una persona). La Sawtell e i suoi colleghi hanno testato la questione usando cellule T durante la riattivazione del virus latente.

 

Test in vasca d'acqua

Poiché non è possibile condurre studi biologici dettagliati di riattivazione dell'HSV e i danni ai nervi nell'uomo, i ricercatori in questo studio hanno usato topi di laboratorio che avevano ricevuto l'HSV ed erano portatori di infezioni virali latenti. Per stimolare la riattivazione del virus, i topi sono stati sottoposti a stress iper-termici (in una vasca calda per topi di laboratorio). Questo imita la febbre negli esseri umani, un noto scatenante di riattivazione dell'HSV.


Questo ha permesso agli scienziati di indurre la riattivazione dell'HSV nei topi e scoprire cosa succede ai neuroni che hanno subito la riattivazione dell'HSV.


“Ciò ha richiesto un'analisi minuziosamente dettagliata dei gangli del trigemino nel corso del tempo”, ha spiegato Jessica Doll PhD, prima autrice dello studio, post-dottorato del Cincinnati Childern's ed ex membro del laboratorio della Sawtell. “E ha pagato, permettendoci di stabilire che i neuroni non sopravvivono alla riattivazione virale, ma vanno incontro all'apoptosi, un tipo di morte cellulare. Questa è un'osservazione interessante e costituirà la base per ricerche nuove ed entusiasmanti“.


I ricercatori hanno studiato anche se le cellule CD4+ e CD8+ hanno un ruolo nel prevenire la riattivazione virale e la morte cellulare dei neuroni nei topi, ma la loro analisi ha indicato che non impediscono questo esito.

 

Dimostrare un punto, prospettare la prevenzione

Nell'ambito dello sforzo per trovare nuove strategie che possano impedire la riattivazione del virus e la morte dei neuroni, i ricercatori si sono chiesti se per la riattivazione è necessaria l'amplificazione del DNA virale nei nervi o se è sufficiente la mera espressione di proteine ​​virali.


La disponibilità di farmaci antivirali che inibiscono l'amplificazione del DNA virale ha permesso ai ricercatori di esaminare quella domanda. Hanno usato un farmaco antivirale chiamato aciclovir, che blocca l'amplificazione del DNA virale. Hanno somministrato il farmaco a topi modello, sottoposti a stress iper-termico che imita la febbre.


I dati dello studio dimostrano che questo farmaco ha impedito la riattivazione dell'HSV e la morte dei neuroni. Anche se sono necessari ulteriori studi, la Sawtell ha detto che questo risultato indica che gli antivirali attuali possono influire sugli esiti della latenza a lungo termine e della riattivazione dell'HSV nel sistema nervoso.

 

 

 


Fonte: Cincinnati Children's Hospital (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jessica R. Doll, Kasper Hoebe, Richard Thompson, Nancy M. Sawtell. Resolution of herpes simplex virus reactivation in vivo results in neuronal destruction. PLOS, 5 Mar 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.