Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuova tecnologia su nanoscala per inibire lo sviluppo dell'Alzheimer

delivering nanomaterials to the brainLa copertina del numero della rivista Small in cui è stata pubblicata la ricerca qui citata.

Ricercatori del Technion-Israel Institute of Technology e i loro partner della Bar Ilan University hanno sviluppato una nuova tecnologia per inibire lo sviluppo del morbo di Alzheimer (MA).


La ricerca, pubblicata di recente sulla rivista Small, è stata guidata dalla prof.ssa Ester Segal e dal dottorando Michal Rosenberg del Technion e dalla prof.ssa Orit Shefi e dalla dottoranda Neta Zilony-Hanin dalla Bar Ilan University.


Il MA, la forma più comune di demenza, è caratterizzata da sintomi che includono perdita di memoria, disturbi del linguaggio, problemi di orientamento, e deterioramento significativo delle funzioni motorie. La malattia colpisce soprattutto la popolazione anziana, e dopo l'età di 85 raggiunge una prevalenza di circa il 30%. A causa dell'aumento sia della speranza di vita che della popolazione anziana, l'incidenza complessiva della malattia è cresciuta ed è oggi indicata come 'epidemia grigia' o 'peste del 21° secolo'.


Il MA è una malattia neurodegenerativa, nel senso che ha origine nelle cellule cerebrali. La causa principale è l'accumulo in placche di una proteina chiamata amiloide-beta (Aβ) nei tessuti cerebrali. Le placche di proteina uccidono le cellule nervose, chiamate neuroni, in diverse regioni del cervello. Questo porta, in parte, a danneggiare i meccanismi colinergici essenziali per la funzione cerebrale.


La somministrazione di una proteina specifica, il fattore di crescita neuronale, inibisce il danno ai meccanismi colinergici e l'esacerbazione della malattia. Ma portare la proteina alla zona bersaglio del cervello non è un compito semplice perché il cervello sta dietro la barriera ematoencefalica (BBB, blood-brain barrier), che protegge il sistema nervoso centrale (cervello) dall'infiltrazione di batteri e sostanze nocive dal sangue. Questa barriera limita anche il passaggio, dal flusso sanguigno al cervello, di farmaci destinati a trattare malattie del cervello.


I ricercatori del Technion e della Bar Ilan University hanno presentato una soluzione innovativa a questa sfida: un chip di silicio su nanoscala per inserire direttamente la proteina nel cervello e rilasciarla nel tessuto puntato. I chip di silicio dedicati, sviluppati nel laboratorio della prof.ssa Segal, hanno una struttura porosa in nanoscala che consente loro di essere caricati con grandi quantità di proteine.


Attraverso un controllo preciso delle proprietà del chip (dimensioni dei pori, proprietà chimiche della superficie e altro) i ricercatori sono riusciti a raggiungere una configurazione ottimale che mantiene la proteina nella sua forma attiva e quindi la rilascia gradualmente, in un periodo di circa un mese. In seguito, i chip si degradano in modo sicuro nel cervello e si dissolvono.


In questo modo, non è richiesto alla proteina di attraversare la barriera emato-encefalica, poiché viene inserita direttamente nel cervello in uno di due modi: con un impianto nel cervello (come chip) o mandandola al suo obiettivo come microparticelle usando una 'pistola genetica' dedicata. Una volta raggiunta la posizione di destinazione nel cervello, la proteina viene rilasciata dal chip, che poi si scompone in componenti non tossici.


“In una serie di esperimenti su i topi, abbiamo dimostrato che i due modi di introdurre la piattaforma nel cervello danno il risultato desiderato”, ha detto Michal Rosenberg. “Inoltre, la nostra tecnologia è stata testata anche in un modello cellulare del MA e in effetti, il rilascio delle proteine ​​ha portato al recupero delle cellule nervose”.

 

 

 


Fonte: Technion–Israel Institute of Technology via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Neta Zilony‐Hanin, Michal Rosenberg, ..., Ester Segal, Orit Shefi. Porous Materials: Neuroprotective Effect of Nerve Growth Factor Loaded in Porous Silicon Nanostructures in an Alzheimer's Disease Model and Potential Delivery to the Brain. Small, 6 Nov 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.