Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le persone che non sanno leggere hanno un rischio triplo di demenza

Una nuova ricerca ha scoperto che gli analfabeti (coloro che non hanno mai imparato a leggere o scrivere) possono avere un rischio quasi tre volte maggiore di sviluppare la demenza rispetto alle persone che sanno leggere e scrivere.


Lo studio è pubblicato dal 13 novembre 2019 online su Neurology®. Secondo il Dipartimento della Pubblica Istruzione degli Stati Uniti, circa 32 milioni di adulti del paese sono analfabeti.


“Essere in grado di leggere e scrivere permette alle persone di impegnarsi in altre attività che usano il cervello, come leggere i giornali e aiutare figli e nipoti con i compiti”, ha detto l'autrice senior dello studio Jennifer J. Manly PhD, della Columbia University di New York. "Ricerche precedenti hanno dimostrato che queste attività possono ridurre il rischio di demenza. Il nostro nuovo studio fornisce ulteriori prove che la lettura e la scrittura possono essere fattori importanti per aiutare a mantenere un cervello sano“.


Lo studio ha esaminato persone con livelli bassi di istruzione che vivevano nel nord di Manhattan. Molti sono nati e cresciuti nelle zone rurali della Repubblica Dominicana, dove l'accesso all'istruzione era limitato. Lo studio ha coinvolto 983 persone con un'età media di 77 anni. Ogni persona è andata a scuola per quattro anni o meno.


I ricercatori hanno chiesto a tutte le persone “Hai mai imparato a leggere o scrivere?” e, in base alle risposte, le hanno divise in due gruppi; 237 persone erano analfabeti e 746 persone erano alfabetizzati.


I partecipanti si sono sottoposti a esami medici e a test di memoria e di pensiero, all'inizio dello studio e agli appuntamenti successivi che ci sono stati ogni 18/24 mesi. I test chiedevano il richiamo di parole non collegate e di citare il maggior numero di parole possibili di una certa categoria, come frutta o indumenti.


I ricercatori hanno trovato che 83 analfabeti su 237 (35%) aveva la demenza all'inizio dello studio. Tra le persone che erano alfabetizzate, 134 su 746 (18%) avevano la demenza. Dopo l'aggiustamento per età, status socio-economico e le malattie cardiovascolari, le persone che non sapevano leggere e scrivere avevano una probabilità quasi tre volte maggiore di avere la demenza all'inizio dello studio.


Tra i partecipanti senza demenza all'inizio dello studio, durante il periodo di studio medio di 4 anni, 114 analfabeti su 237 (48%) hanno contratto la demenza. Tra le persone che erano alfabetizzate, 201 su 746 (27%) ha avuto la demenza. Dopo l'aggiustamento per età, status socio-economico e malattie cardiovascolari, i ricercatori hanno scoperto che le persone che non sapevano leggere e scrivere avevano avuto il doppio delle probabilità di sviluppare la demenza nel corso dello studio.


Quando i ricercatori hanno valutato il linguaggio, la velocità, le capacità spaziali e di ragionamento, hanno trovato che gli adulti che erano analfabeti avevano punteggi più bassi all'inizio dello studio. Ma i loro punteggi dei test non sono diminuiti a un ritmo più rapido al progredire dello studio.


“Il nostro studio ha trovato anche che l'alfabetizzazione era legata a punteggi più alti nei test di memoria e di pensiero globale, non solo ai punteggi di lettura e linguaggio”, ha detto la Manly. “Questi risultati suggeriscono che la lettura può contribuire a rafforzare il cervello in molti modi che possono aiutare a prevenire o ritardare l'insorgenza della demenza. Anche se hanno solo pochi anni di istruzione, le persone che imparano a leggere e scrivere possono avere vantaggi per tutto il resto della vita sugli altri che non hanno mai appreso queste abilità”.


La Manly ha detto che studi futuri dovrebbero scoprire se mettere più risorse nei programmi che insegnano alla gente a leggere e a scrivere può aiutare a ridurre il rischio di demenza.


Un limite dello studio è stato che i ricercatori non hanno chiesto come o quando i partecipanti alfabetizzati dello studio hanno imparato a leggere e scrivere.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Miguel Arce Rentería, Jet M.J. Vonk, Gloria Felix, Justina F. Avila, Laura B. Zahodne, Elizabeth Dalchand, Kirsten M. Frazer, Michelle N. Martinez, Heather L. Shouel, Jennifer J. Manly. Illiteracy, dementia risk, and cognitive trajectories among older adults with low education. Neurology, 13 Nov 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)