Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Esercizio regolare riduce il rischio di demenza, ma dopo il suo inizio non la migliora

L'esercizio fisico regolare migliora la plasticità neurale e favorisce la formazione di nuove sinapsi

L'esercizio fisico aumenta i livelli di una sostanza naturale nel cervello, il 'fattore neurotrofico derivato dal cervello', che migliora la plasticità neurale e stimola la formazione di nuove sinapsi. L'esercizio fisico regolare è associato all'aumento delle dimensioni relative dei lobi frontotemporali e parietali, che sono centri importanti per l'apprendimento, la memoria e il funzionamento esecutivo (Haier, 1993, vedi riferimenti sotto).


L'attività fisica regolare a lungo termine come il cammino, la bicicletta e la corsa, è associata a un rischio ridotto di morbo di Alzheimer (MA) e altri tipi di demenza. Tuttavia, non vi è consenso sul tipo ottimale, sulla frequenza o sulla durata dell'esercizio necessari per ridurre il rischio di demenza (Stephen 2017). C'è un rischio minore di sviluppo di MA quando l'esercizio fisico è combinato con la dieta mediterranea (Scarmeas 2009).

 

 

L'esercizio ha vantaggi per gli anziani, sia uomini che donne

In uno studio di 10 anni, oltre 2.000 uomini anziani sani di età compresa tra 71 e 93 anni sono stati seguiti con valutazioni neurologiche di routine a intervalli di 2 anni a partire dal 1991 (Abbott, White, Ross, Masaki, Curb e Petrovitch, 2004). Alla fine del periodo di studio, gli uomini che camminavano meno di 400m al giorno avevano una probabilità quasi doppia di ricevere la diagnosi di una qualsiasi categoria di demenza (compreso il MA e la demenza vascolare) rispetto agli uomini che camminavano almeno 3,2 km ogni giorno. Sono stati considerati i fattori diversi dal livello di attività fisica, compresa la possibilità che un'attività limitata possa essere il risultato di una demenza precoce, ma non diagnosticata.


I risultati del Nurses’ Health Study basato su sondaggi semestrali inviati da più di 10 anni hanno dimostrato che le donne anziane da 70 a 81 anni di età, impegnate in attività fisiche vigorose, avevano probabilità significativamente minori di ricevere la diagnosi di demenza rispetto alle donne con stili di vita più sedentari (Weuve et al., 2004).

 

 

Iniziare ad allenarsi dopo l'inizio della demenza non migliora il funzionamento cognitivo

Sebbene l'esercizio fisico regolare sia una strategia preventiva importante, probabilmente non è un intervento efficace una volta che la demenza è iniziata. Uno studio controllato randomizzato ha mostrato che l'esercizio quotidiano regolare di individui con demenza moderata, che ricevono assistenza domiciliare, riduce l'umore depresso, ma non migliora il funzionamento cognitivo (Teri et al., 2003).

 

 

Linea di fondo

L'esercizio fisico regolare stimola la crescita del cervello e la formazione di nuove sinapsi. Le scoperte della ricerca confermano che gli adulti sani che praticano regolarmente attività fisica per un lungo periodo di tempo hanno una riduzione significativa del rischio di MA e di altri tipi di demenza. Tuttavia, cominciare a fare esercizio dopo l'inizio della demenza probabilmente non riduce il declino cognitivo.


L'esercizio fisico regolare come camminare e andare in bicicletta è sicuro, specialmente se fatto a un livello moderato di intensità. Gli individui che hanno una condizione medica seria come una malattia cardiaca o l'ipertensione, dovrebbero consultare il proprio medico prima di iniziare una routine di esercizi faticosi.

 

 

 


Fonte: James Lake MD, assistente professore ospite di medicina all'Università dell'Arizona

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Haier, R. (1993). Cerebral glucose metabolism and intelligence. In P. A. Vernon (Ed.), Biological approaches to the study of intelligence (pp. 318–332). Westport, CT: Ablex Publishing Corp

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.