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Studio trova legame tra istruzione superiore e ritardo del declino nell'Alzheimer

Sappiamo che esercitare il cervello, imparando e pensando, migliora la cognizione. Ora un nuovo studio di ricercatori della Stony Brook University rivela che l'istruzione superiore è associata a una insorgenza ritardata del declino cognitivo correlato al morbo di Alzheimer (MA).


Le loro scoperte sono anticipate online sul Journal of Gerontology.


Nel riassumere lo studio, il primo autore Sean Clouston PhD, professore associato di famiglia, popolazione e medicina preventiva alla Stony Brook University, afferma: "In media, coloro che avevano quattro anni in più di istruzione avevano 2,3 anni in più di aspettativa di vita in buona salute, senza sintomi correlati al MA, rispetto a quelli con meno istruzione".


I ricercatori hanno analizzato una coorte, rappresentativa di residenti negli Stati Uniti e il loro livello di istruzione, composta da oltre 28.000 persone partecipanti all'Health and Retirement Study (HRS). Il MA è stato determinato da un tasso accelerato di declino nella memoria episodica coerente con i sintomi della malattia.


I ricercatori hanno esaminato i risultati della memoria episodica della coorte a partire dai 50 anni e poi ogni due anni, con 20 anni di osservazione.


Clouston e colleghi hanno concluso che i risultati sono coerenti con la teoria della riserva cognitiva, che suggerisce che le attività che sfidano il cervello migliorano la capacità del cervello di evitare i sintomi del MA e delle demenze correlate.


Gli autori suggeriscono che ulteriori studi dovrebbero coinvolgere la ricerca sulla distinzione tra tipi specifici di demenza in modelli di popolazione su larga scala.

 

 

 


Fonte: Stony Brook University via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sean A P Clouston, Dylan M Smith, Soumyadeep Mukherjee, Yun Zhang, Mmed Wei Hou, Bruce G Link, Marcus Richards. Education and Cognitive Decline: An Integrative Analysis of Global Longitudinal Studies of Cognitive Aging. The Journals of Gerontology: Series B, 6 May 2019, DOI: 10.1093/geronb/gbz053

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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