Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le cellule di Schwann proteggono i neuroni dalla degenerazione

nerves with and without schwann cellsSinistra: i nervi del topo raggruppati stretti e con una disposizione ordinata facilitata da cellule di Schwann normali. Centro: i nervi senza cellule di Schwann ma con l'acetilcolina subiscono una degenerazione dalla trombina, la proteina di coagulazione del sangue. Destra: i nervi privi sia di cellule di Schwann che di acetilcolina non sono in grado di raggruppare gli assoni singolarmente ma non subiscono la degenerazione degli assoni. (Fonte: Salk Institute)

Ricercatori del Salk hanno scoperto, per la prima volta, che una proteina di coagulazione del sangue può, inaspettatamente, degradare i nervi, e che le cellule gliali di supporto ai nervi, incluse le cellule di Schwann, forniscono protezione.


I risultati, pubblicati il 14 marzo 2019 nella rivista PLOS Genetics, mostrano che le cellule di Schwann proteggono i nervi bloccando questa proteina coagulante del sangue e altri enzimi potenzialmente distruttivi rilasciati dalle cellule muscolari. Il lavoro potrebbe avere implicazioni per malattie diverse come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la sclerosi multipla, l'Alzheimer o la schizofrenia.


"Questo è il primo studio a dimostrare che una molecola di solito associata alla coagulazione del sangue, la trombina, ha una funzione biologica al di fuori del sistema epatico e ha un ruolo importante nella degenerazione dei nervi", afferma Kuo-Fen Lee, professore del Salk e autore senior della ricerca. "Abbiamo anche dimostrato che le cellule di Schwann possono proteggere i nervi dalla trombina. I risultati sono stati una sorpresa completa e sollevano domande intriganti su come si formano e si mantengono le sinapsi sia nella salute che nella malattia".


Le cellule di Schwann creano un isolamento protettivo attorno alle sporgenze filiformi dei nervi chiamate assoni e aiutano a formare le sinapsi, i contatti in cui i segnali chimici vengono trasmessi tra le cellule. Per comprendere meglio il ruolo delle cellule di Schwann nella salute dei nervi, il team del Salk ha studiato una sinapsi specifica chiamata 'giunzione neuromuscolare' (NMJ, neuromuscular junction), che si interfaccia tra le cellule di Schwann, i nervi e i muscoli.


In assenza di cellule di Schwann, la sinapsi NMJ in un topo modello è degenerata dopo due giorni, confermando il loro ruolo nella crescita della sinapsi. I ricercatori hanno scoperto che, senza le cellule di Schwann, l'acetilcolina (la molecola di segnalazione nell'NMJ) era il principale responsabile del degrado dei nervi.


Quando i ricercatori hanno approfondito il motivo, hanno scoperto un meccanismo precedentemente sconosciuto: lasciata libera di agire, l'acetilcolina induce le cellule muscolari a rilasciare una proteina coagulante del sangue chiamata trombina, tra gli altri enzimi, che degrada il nervo. Nei nervi sani, le cellule di Schwann rilasciano molecole che bloccano la trombina, per proteggere le loro sinapsi.


"Siamo rimasti sorpresi dal fatto che le cellule di Schwann continuano a sviluppare indirettamente sinapsi neuromuscolari, inibendo i fattori negativi rilasciati dal muscolo attivo. Uno di questi fattori è la trombina, meglio conosciuta per il suo ruolo nella formazione di coaguli di sangue", ha scritto Thomas Gould, ex ricercatore del Salk, primo autore del lavoro e ora assistente professore all'Università del Nevada di Reno.


Per confermare l'impatto della trombina sul NMJ, i ricercatori hanno esaminato un topo modello in cui la trombina era assente o non funzionante e hanno scoperto che questi topi subivano una minore degenerazione degli assoni nervosi. Questi risultati confermano che la trombina ha un ruolo nella degenerazione degli assoni nervosi.


"Questo studio spiega i percorsi genetici e molecolari che alterano lo sviluppo e la manutenzione delle sinapsi", afferma Lee, titolare della cattedra in neurobiologia molecolare. "Il passo successivo è capire il meccanismo con cui la trombina e altri enzimi distruggono la sinapsi, con l'obiettivo finale di creare un intervento per le malattie - come la SLA, la SM e l'Alzheimer - in cui è implicato l'accumulo o la disregolazione della trombina".

 

 

 


Fonte: Salk Institute (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Thomas W. Gould, Bertha Dominguez, Fred de Winter, Gene W. Yeo, Patrick Liu, Balaji Sundararaman, Thomas Stark, Anthony Vu, Jay L. Degen, Weichun Lin, Kuo-Fen Lee. Glial cells maintain synapses by inhibiting an activity-dependent retrograde protease signal. PLOS Genetics, 14 Mar 2019, DOI: 10.1371/journal.pgen.1007948

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.