Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Si possono potenziare gli steroidi neuroattivi che smorzano l'infiammazione nel cervello?

Degli scienziati hanno appena scoperto che gli steroidi neuroattivi, presenti naturalmente nel cervello e nel sangue, inibiscono l'attività di uno specifico tipo di proteina chiamato 'recettori toll-like' (TLR4), che sono noti per il loro ruolo nell'infiammazione in molti organi, compreso il cervello.


La collaborazione tra University of North Carolina e University of Maryland, pubblicata su Nature Scientific Reports, mostra che il neurosteroide allopregnanolone previene l'attivazione di proteine ​​pro-infiammatorie importanti per la regolazione genica, così come la creazione di citochine, che sono coinvolte in molte differenti condizioni infiammatorie.


La segnalazione delle cellule infiammatorie nel cervello è più intensa in varie condizioni neuropsichiatriche, compreso il disturbo da consumo di alcol, la depressione e lo stress post-traumatico. È presente anche nella sepsi, nell'epilessia, nella sclerosi multipla e nell'Alzheimer.


"E' stato finora molto difficile curare le malattie del cervello che coinvolgono l'infiammazione, ma l'inibizione del segnale TLR4 nei macrofagi e nel cervello da parte dell'allopregnanolone ci dà la speranza che possiamo sviluppare terapie migliori per aiutare milioni di persone che soffrono con queste condizioni", ha detto l'autrice senior A. Leslie Morrow PhD, professoressa di Psichiatria e Farmacologia dell'UNC.


Gli steroidi neuroattivi, che sono presenti naturalmente nel cervello e in altre parti del corpo, hanno molte funzioni critiche per la vita e la salute. Questi steroidi diminuiscono con l'invecchiamento e sono carenti in molte condizioni neuropsichiatriche, come la depressione. La Morrow e i suoi colleghi hanno postulato che il trattamento con questi composti può prevenire la segnalazione incontrollata di TLR4 in condizioni in cui questa segnalazione contribuisce alle malattie.


Studi recenti hanno dimostrato che i composti dei neurosteroidi pregnenolone e allopregnanolone hanno effetti terapeutici nella depressione, nella schizofrenia e nel PTSD. Ma fino ad ora, gli scienziati non avevano capito come. Lo studio UNC-Maryland suggerisce che questi effetti derivano dall'inibizione della segnalazione infiammatoria e quindi l'inibizione della segnalazione TLR4 potrebbe essere un nuovo obiettivo per queste condizioni.


La Morrow e i colleghi, in collaborazione con Laure Aurelian PhD dell'Università del Maryland, hanno scoperto che l'allopregnanolone inibisce l'attivazione del TLR4 nei macrofagi, che si trovano nei globuli bianchi e in parte del sistema immunitario, compreso quello del cervello. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che l'allopregnanolone impedisce al TLR4 di legarsi alle proteine ​​MD2 che lavorano insieme per produrre fattori di trascrizione che regolano i geni responsabili delle risposte infiammatorie nelle cellule e nei tessuti. L'allopregnanolone sostituisce temporaneamente anche le chemochine e le citochine (come NFkB, HMGB1, MCP-1 e TNF-a), che fanno parte del sistema immunitario e sono coinvolte in molte malattie infiammatorie diverse.


La Morrow e i colleghi hanno scoperto che anche il pregnenolone inibisce la segnalazione TLR4 nelle cellule dei macrofagi. "Gli effetti del pregnenolone nel cervello erano meno pronunciati", ha scritto la Morrow. "Ma l'inibizione dell'infiammazione periferica protegge anche il cervello perché l'infiammazione sistemica colpisce indirettamente gli organi di tutto il corpo".


Ora che gli scienziati hanno identificato questo meccanismo inibitorio che attenua i segnali infiammatori responsabili dell'infiammazione cerebrale, i ricercatori possono creare nuovi composti per indurre questo particolare ruolo dei neurosteroidi senza effetti collaterali indesiderati. Inoltre, i ricercatori possono ora pianificare studi clinici per determinare le migliori dosi, formulazioni e modalità di somministrazione per condizioni diverse.


David Rubinow MD, preside del dipartimento di psichiatria dell'UNC-Chapel Hill, che non è stato coinvolto nello studio, ha dichiarato: "Questo grande esempio di ricerca collaborativa e traslazionale fornisce intuizioni fisiologiche con un grande potenziale per produrre risorse primarie nuove e più efficaci e trattamenti aggiuntivi per i molti individui affetti da disturbi cerebrali caratterizzati dalla cosiddetta neuroinfiammazione".

 

 

 


Fonte: University of North Carolina at Chapel Hill (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Irina Balan, Matthew C. Beattie, Todd K. O’Buckley, Laure Aurelian & A. Leslie Morrow. Endoge-nous Neurosteroid (3α,5α)3-Hydroxypregnan-20-one Inhibits Toll-like-4 Receptor Activation and Pro-inflam-matory Signaling in Macrophages and Brain. Scientific Reports, 4 Feb 2019, DOI: 10.1038/s41598-018-37409-6

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)