Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'esercizio fisico moderato/intenso potrebbe non fermare la demenza

L'esercizio d'intensità da moderata a forte non rallenta il deterioramento cognitivo (mentale) nelle persone anziane con demenza, secondo uno studio pubblicato ieri su The BMJ. Anche se il programma di esercizi ha migliorato la forma fisica, non può essere raccomandato come opzione terapeutica per il deterioramento cognitivo nella demenza, affermano i ricercatori.


Quasi 47,5 milioni di persone in tutto il mondo hanno la demenza e la visione che l'esercizio potrebbe rallentare il declino cognitivo ha guadagnato popolarità diffusa. Ma recenti revisioni di esperimenti di allenamento fisico in persone con demenza hanno mostrato risultati contrastanti.


Per cercare di risolvere questa incertezza, un team di ricercatori britannici ha deciso di stimare nelle persone con demenza l'effetto di un programma di allenamento aerobico e di forza, di intensità da moderata ad alta, sul deterioramento cognitivo e su altri esiti.


L'esperimento ha coinvolto 494 persone con demenza da lieve a moderata (età media 77 anni) che vivono in comunità in 15 regioni dell'Inghilterra. All'inizio dello studio sono stati valutati la salute generale e la forma fisica dei partecipanti, e sono stati assegnati in modo casuale a un programma di esercizio e supporto supervisionato (329 pazienti) o a cure ordinarie (165 pazienti).


Il programma consisteva in 60-90 minuti di sessioni di gruppo in palestra due volte alla settimana per quattro mesi, oltre a esercizi a casa per un'ora aggiuntiva ogni settimana con supporto continuo. L'esito principale era il punteggio di una valutazione di Alzheimer (ADAS-cog) a 12 mesi. Altri esami (secondari) includevano attività della vita quotidiana, numero di cadute e qualità della vita.


Il rispetto degli esercizi è stato buono e i partecipanti sono stati valutati nuovamente a 6 e a 12 mesi. Dopo aver preso in considerazione i fattori potenzialmente influenti, i ricercatori hanno scoperto che il deterioramento cognitivo diminuiva nei 12 mesi in entrambi i gruppi.


Il gruppo di esercizi ha mostrato un miglioramento della forma fisica a breve termine, ma anche un punteggio ADAS-cog più alto a 12 mesi (25,2 vs 23,8) rispetto al gruppo di cura abituale, che indica un danno cognitivo maggiore. Tuttavia, la differenza media era piccola e la rilevanza clinica era incerta.


Non sono state riscontrate differenze negli esiti secondari, incluso il numero di cadute e la qualità della vita, o dopo ulteriori analisi per verificare la forza dei risultati.


I ricercatori indicano alcuni limiti dell'esperimento. Ad esempio, i partecipanti e i caregiver sapevano in quale gruppo si trovavano e il periodo di esercizio strutturato potrebbe essere stato troppo breve per produrre benefici positivi. Tuttavia, i punti di forza rispetto ai test precedenti includevano una dimensione del campione sostanzialmente più ampia e un tempo lungo di studio.


"Questo studio suggerisce che le persone con demenza da lieve a moderata possono impegnarsi e conformarsi ad un esercizio aerobico e di rafforzamento con intensità da moderata ad alta e migliorare la forma fisica", affermano gli autori. "Questi benefici, tuttavia, non si traducono in miglioramenti nel deterioramento cognitivo, nelle attività quotidiane, nel comportamento o nella qualità della vita correlata alla salute".


Essi suggeriscono che le sperimentazioni future dovrebbero esplorare altre forme di esercizio e che gli investigatori "dovrebbero prendere in considerazione la possibilità che alcuni tipi di intervento fisico possono peggiorare il deterioramento cognitivo".

 

 

 


Fonte: BMJ (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sarah E Lamb, Bart Sheehan, Nicky Atherton, Vivien Nichols, Helen Collins, Dipesh Mistry, Sukhdeep Dosanjh, Anne Marie Slowther, Iftekhar Khan, Stavros Petrou, Ranjit Lall. Dementia And Physical Activity (DAPA) trial of moderate to high intensity exercise training for people with dementia: randomised controlled trial. BMJ 2018; 361:k1675, Published 16 May 2018, DOI: 10.1136/bmj.k1675

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.