Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuove intuizioni sulla capacità del cervello di riorganizzarsi

Quando Geoffrey Murphy, Ph.D., parla di strutture plastiche, non sta parlando della stessa cosa di Mr. McGuire in Il Laureato. Per Murphy, professore associato di fisiologia molecolare e integrativa alla Medical School dell'University of Michigan (UM), la plasticità si riferisce alla capacità del cervello di cambiare man mano che impariamo.

Il laboratorio di Murphy, in collaborazione con il Neurodevelopment and Regeneration Laboratory della UM di Jack Parent, MD, ha mostrato di recente come la plasticità del cervello ha permesso a topi di ripristinare le funzioni critiche legate all'apprendimento e alla memoria dopo che gli scienziati hanno soppresso la capacità degli animali di produrre certe nuove cellule cerebrali.

I risultati, pubblicati online questa settimana negli Proceedings of the National Academy of Sciences, portano gli scienziati un passo più vicini ad isolare i meccanismi con cui il cervello compensa le rotture e reindirizza il funzionamento neurale, cosa che potrebbe portare, in ultima analisi, a trattamenti per disturbi cognitivi negli esseri umani causati da malattie e invecchiamento. "E' incredibile come il cervello sia in grado di riorganizzarsi in questo modo", spiega Murphy, co-autore senior dello studio e ricercatore presso il Behavioral Neuroscience Institute della UM. "Al momento stiamo ancora cercando di capire esattamente come il cervello realizza tutto questo a livello molecolare, ma è un sollievo sapere che il nostro cervello sa gestire tutto questo per noi".

In una precedente ricerca, gli scienziati avevano trovato che limitare la divisione cellulare negli ippocampi dei topi utilizzando le radiazioni o la manipolazione genetica ha portato a un funzionamento ridotto nel meccanismo cellulare importante per la formazione della memoria noto come potenziamento a lungo termine. Ma in questo studio, i ricercatori hanno dimostrato che l'interruzione è solo temporanea ed entro sei settimane il cervello dei topi è stato in grado di compensare i danni e ripristinare la plasticità, dice Parent, altro autore senior dello studio e ricercatore del VA Ann Arbor Healthcare System e professore associato di Neurologia alla Medical School dell'UM.

Dopo aver arrestato la crescita continua di cellule fondamentali del cervello nei topi adulti, i ricercatori hanno scoperto che i circuiti del cervello hanno compensato la distruzione permettendo ai neuroni già esistenti di essere più attivi. I neuroni esistenti avevano anche una durata di vita più a lunga rispetto a quando le nuove cellule erano prodotte continuamente. "I risultati suggeriscono che la nascita di cellule cerebrali negli adulti, sperimentalmente interrotta, deve essere davvero importante, abbastanza importante per l'intero sistema da riorganizzarsi, in risposta alla loro perdita", dice Parent.

Co-autori: Benjamin H. Singer, Ph.D., Amy E. Gamelli, Ph.D., Cynthia L. Fuller, Ph.D., Stephanie J. Temme, tutti di UM. La ricerca è stata finanziata da sovvenzioni dei National Institutes of Health, National Institute on Aging, National Institute of Neurological Disorders and Stroke. Temme is a National Science Foundation Graduate Research Fellow and was also supported by a UM Rackham Merit Fellowship.

 


 Fonte: Materiali fornito dalla University of Michigan Health System. 

Riferimento: BH Singer, AE Gamelli, CL Fuller, SJ Temme, JM Parent, GG Murphy. Compensatory network changes in the dentate gyrus restore long-term potentiation following ablation of neurogenesis in young-adult mice . Proceedings of the National Academy of Sciences , 2011; DOI: 10.1073/pnas.1015425108.

Pubblicato su ScienceDaily il 19 marzo 2011 Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)