Io e mia moglie ci siamo presi cura di mia madre in casa per gli ultimi cinque mesi della sua vita. Aveva l'Alzheimer, quindi conosco quella malattia da vicino e di persona. Credimi, è molto più che perdita di memoria. Molto di più.
Questo è uno dei motivi per cui questa storia mi fa venire i brividi fino alle ossa: la maggioranza dei caregiver dei pazienti di Alzheimer del Quebec vogliono l'eutanasia a disposizione delle persone con demenza.
Cito dall'articolo della Montreal Gazette:
"L'indagine di Gina Bravo, epidemiologa della Université de Sherbrooke, ha scoperto che il 91% degli intervistati supporta l'idea di morte assistita per individui affetti da demenza che sono allo stato terminale della malattia, mostrano segni di sofferenza e hanno una direttiva [sanitaria] scritta in anticipo.
"Inoltre, il 72% ha dichiarato di essere a favore della morte assistita anche per i pazienti di Alzheimer che non hanno firmato una direttiva scritta prima della loro malattia".
Hai letto quest'ultima parte?
Ecco com'è: pur essendo l'Alzheimer così brutto, gli afflitti possono ancora sperimentare momenti di lucidità e gioia. Anche senza questo, questi sono esseri umani che hanno il massimo diritto all'amore incondizionato e alla cura, proprio perché sono così vulnerabili.
Ecco un'altra cosa: l'Alzheimer può essere molto peggiore per il caregiver rispetto agli afflitti, che spesso non ricordano i loro momenti peggiori. Chiunque non veda il potenziale per i caregiver di lavorare per tenere il paziente fuori dalla sua stessa miseria, ignora le debolezze della natura umana.
E chi può dimenticare la paziente olandese di Alzheimer che riceveva l'iniezione letale da un medico mentre la sua famiglia la teneva ferma perché non voleva essere uccisa?
L'eutanasia corrompe tutto ciò che tocca, inclusi i nostri doveri di prenderci cura correttamente di coloro che non possono più prendersi cura di loro stessi.
Fonte: Wesley J. Smith in National Review (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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