Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il gene collegato all'Alzheimer deteriora la memoria distruggendo il sistema di 'playback' del cervello

Il gene collegato all'AD deteriora la memoria distruggendo il sistema di 'playback' del cervelloAnna Gillespie PhD, e Yadong Huang MD/PhD, hanno scoperto che l'APOE4, il gene fattore di rischio genetico primario dell'Alzheimer, interrompe l'attività di rete del cervello e compromette la memoria. [Foto: Chris Goodfellow, Gladstone Institutes]
Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto come la versione E4 del gene apolipoproteina E (apoE4), il principale fattore genetico di rischio dell'Alzheimer, provoca i disturbi della memoria: distruggendo un tipo specifico di attività cerebrale importante per la riproduzione della memoria.


Il gene apoE4 crea una proteina con lo stesso nome che aumenta notevolmente il rischio di Alzheimer, ed è presente nel 65/80% delle persone con la malattia. Nella nuova ricerca, pubblicata su Neuron, gli scienziati hanno scoperto che la proteina apoE4 cambia l'attività dei neuroni nell'ippocampo, un centro importante della memoria del cervello che è gravemente colpito dall'Alzheimer.


In quest'area, l'apoE4 diminuisce due tipi di attività cerebrale che sono importanti per la formazione della memoria: le sharp wave ripples (increspature acute delle onde) e la slow gamma activity (attività gamma lenta) coincidente. Durante le increspature, le esperienze precedenti sono riprodotte più volte per aiutare a preservarne il ricordo, e l'attività gamma lenta che avviene durante le increspature aiuta ad assicurare che sia accurata la riproduzione di quei ricordi.


"Quando sperimentiamo qualcosa di nuovo, le cellule dell'ippocampo sparano (inviano segnali elettrici) in un ordine particolare. In seguito, queste stesse cellule sparano più e più volte nello stesso ordine per ripetere l'evento, aiutando a consolidare il ricordo in modo da non dimenticarlo", ha spiegato il primo autore Anna Gillespie PhD, ex studente laureato del laboratorio di Huang ai Gladstone. "L'attività lenta che avviene durante le increspature organizza l'attivazione di queste cellule. Se questa attività è interrotta, la riproduzione sarà disorganizzata, compromettendo la memoria".


I topi con apoE4 hanno meno increspature di quelli con la proteina apoE3 normale, e meno attività gamma lenta durante le increspature. Sulla base di questi risultati, gli scienziati si sono chiesti se queste differenze di attività possono influenzare la capacità di formare e riprodurre ricordi.


Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno testato dei topi che esprimevano apoE4 in tutte le cellule, tranne che nei neuroni inibitori nell'ippocampo. Da precedenti ricerche, gli scienziati sapevano che questi topi non mostrano segni di morte dei neuroni inibitori nell'ippocampo, e la loro capacità di apprendere e formare ricordi non è compromessa.


Nel corso dello studio, i topi hanno mostrato una normale attività gamma lenta pur avendo un minor numero di increspature. Perciò è l'attività gamma lenta (il coordinamento dell'attivazione delle cellule durante la riproduzione) che sembra essere un fattore cruciale per il consolidamento della memoria, piuttosto che il numero di eventi di riproduzione dalle increspature.


"La nostra ricerca suggerisce che l'interruzione dell'attività gamma lenta durante le increspature è una delle principali conseguenze dell'espressione di apoE4, che probabilmente altera il consolidamento della memoria"
, ha detto l'autore senior Yadong Huang MD/PhD, ricercatore senior dei Gladstone. "Sapendo questo, possiamo ora lavorare per correggere o ripristinare l'attività della gamma lenta nell'ippocampo per prevenire o alleviare la perdita di memoria nell'Alzheimer".

 

 


Fonte: Gladstone Institutes (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.