Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Videochattare via Internet con i parenti può ridurre l'agitazione dell'Alzheimer

L'agitazione delle persone con demenza è spesso legata a problemi fisici come un dolore o una infezione, o a problemi mentali come la schizofrenia o la depressione.


Ma a volte dipende solo dai loro bisogni insoddisfatti, ha detto il dottor Daniel O'Connor, un esperto in psichiatria geriatirica: "Stiamo parlando di bisogni fondamentali, come la necessità di stimoli, una occupazione significativa, o compagnia, proprio il tipo di cose che la maggior parte delle persone vorrebbe avere".


Il Dr O'Connor è interessato a trovare interventi non farmacologici per trattare l'agitazione, in alternativa ai farmaci psicoattivi, che costituiscono il trattamento standard corrente. "Nelle case di cura le persone sono spesso isolate. Potrebbero avere persone intorno a loro, ma non accade alcunché per coinvolgerle e affrontare le loro esigenze personali, gli interessi, le conoscenze e le competenze", ha detto il dottor O'Connor, psichiatra del Victoria in Australia.


Il deficit cognitivo spesso implica che gli ospiti non possono comunicare quali sono questi interessi, ma l'informazione è conosciuta dai familiari o da altre persone che li conoscono bene. Ma il contatto con la famiglia e gli amici può essere limitato quando quelle persone vivono lontano o sono molto occupate.


Le telefonate o i messaggi MP3 registrati potrebbero aiutare la famiglia ad essere presente 'tecnologicamente', se non personalmente, ma questo spesso non riesce a dare abbastanza stimolazione sensoriale, ha detto il dottor O'Connor.


Con il peggioramento della demenza, le persone sono meno in grado di focalizzare e riconoscere le persone, per non parlare delle voci incorporee. "Gli ospiti parlando al telefono con un familiare possono mettere giù il telefono e allontanarsi lasciando in sospeso il familiare, che non sa quello che sta succedendo", ha detto.


Il Dr O'Connor si è chiesto se il contatto con la famiglia potrebbe essere più utile se le persone con demenza potessero vedere i familiari, oltre che parlare con loro. In uno studio di 12 mesi in cinque case di cura di Melbourne, egli ha confrontato l'impatto di varie chiamate video Skype da 20 minuti, con chiamate standard di telefonia solo audio.


Lo studio pilota, randomizzato e cross-over, ha scoperto che c'è meno agitazione durante le chiamate Skype, anche se sono necessarie ulteriori ricerche per dimostrare che il collegamento è statisticamente significativo. "E' certamente promettente", ha detto il dottor O'Connor. "I nostri risultati suggeriscono, ma non dimostrano, che gli stimoli sensoriali visivi e uditivi catturano l'attenzione e riducono i comportamenti agitati in modo più efficace degli input uditivi da soli". I risultati appaiono online sulla rivista International Psychogeriatrics.

 

Uso di robot per aumentare le conversazioni significative

La prof.ssa Wendy Moyle del Menzies Health Institute del Queensland ha confermato che molti ospiti delle casa di cura sono molto isolati, mancando anche del livello minimo di interazione con gli altri.


La sua ricerca ha trovato che gli ospiti della casa di cura hanno solo da 2 a 28 minuti di conversazione al giorno, e spesso questo è solo per chiedere di fare delle cose, come ad esempio "vieni per il pranzo", piuttosto che argomenti più significativi.


E' importante trovare i modi per ridurre l'agitazione da isolamento, ha detto la Moyle, perché può creare un circolo vizioso. "Più si è agitati, meno sono le probabilità di avere personale intorno", ha detto.


Ma uno dei problemi del metodo di videochat internet usato nello studio del dottor O'Connor è che si basa su qualcuno che ha la capacità cognitiva di farlo funzionare, ha detto la prof.ssa Moyle. "Non si può lasciare sola con un iPad una persona con demenza in una casa di cura. Non sa da che parte è l'alto o il basso".


La prof.ssa Moyle ha invece sperimentato l'uso di video chat in Internet con un robot di telepresenza che può essere attivato a distanza dai familiari. Il robot ha uno schermo delle dimensioni di una testa umana che può "gesticolare" annuendo, quello che accade quando si parla con qualcuno.


Può essere sollevato all'altezza di una persona in piedi e abbassato all'altezza di una seduta, così che la persona possa conversare faccia-a-faccia. Il robot di telepresenza ha anche una base con ruote che può ruotare di 360 gradi e persino passeggiare con l'ospite. E l'ospite può anche disattivare il robot se non vuole più essere impegnato da esso.

 

Sono necessarie migliori connessioni Internet nelle case di cura

Le videochat su Internet si basano su una connessione internet decente, un problema che il Dr O'Connor ha trovato a volte nelle case di cura: "Il video diventa pixelato e questo sarebbe sconcertante per chiunque, ma è un problema per chi ha molto deficit cognitivo".


La prof.ssa Moyle ha detto che la connettività e la copertura sono un grosso problema con cui fare i conti, tanto più che, in futuro, i robot di telepresenza potrebbero avere ulteriori funzioni, come ad esempio misurare la pressione arteriosa che poi verrebbe scaricata ed analizzata dal medico nel suo studio. "La velocità delle nuove linee veloci (NBN in Australia) è sufficiente per i robot di telepresenza attuali, se c'è una buona copertura. Ma la velocità attuale può essere insufficiente per i futuri sviluppi della telepresenza".

 

 

 


Fonte: Anna Salleh in ABC.net.au (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Eva S. Van der Ploeg, Barbara Eppingstall and Daniel W. O’Connor. Internet video chat (Skype) family conversations as a treatment of agitation in nursing home residents with dementia. International Psychogeriatric, Volume 28, Issue 04, April 2016, pp 697-698. DOI: 10.1017/S1041610215001854

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.