Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Resistenza all'insulina nel cervello è alla base del legame a due vie tra diabete e Alzheimer

Diversi studi epidemiologici hanno supportato l'ipotesi che il diabete aumenta il rischio di Alzheimer. Tuttavia, una nuova ricerca svolta al Mount Sinai di New York suggerisce il contrario: l'Alzheimer compromette la segnalazione dell'insulina nella parte del cervello che regola il metabolismo, aumentando le probabilità di una persona che ha l'AD di sviluppare il diabete.


I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Alzheimer’s and Dementia, indicano anche che l'aumento di un particolare gruppo di aminoacidi nel sangue potrebbe diventare un biomarcatore della segnalazione deteriorata dell'insulina nel cervello.


Lo studio, condotto sui topi, fa parte di una ricerca in corso finanziata dai National Institutes of Health (NIH) per comprendere meglio il legame tra AD e diabete. E' il primo studio a dimostrare che i topi con AD hanno una insulino-resistenza (un precursore del diabete di tipo II) nell'ipotalamo, l'area del cervello che regola il metabolismo dei nutrienti come gli acidi grassi, il glucosio e gli amminoacidi, in vari tessuti compresi i muscoli, il fegato e il grasso.


I topi con AD hanno anche livelli elevati di aminoacidi a catena ramificata (BCAA-Branched Chain Amino Acids) nel sangue. Uno studio precedente dello stesso team di ricercatori aveva dimostrato che la segnalazione dell'insulina nel cervello regola i livelli di BCAA nel sangue, e quindi i BCAA potrebbero essere un nuovo biomarcatore dell'azione dell'insulina ipotalamica nei pazienti con Alzheimer, che deve ancora essere validato per gli esseri umani.


"Questo è il primo studio a suggerire che la patologia dell'Alzheimer aumenta la suscettibilità al diabete, a causa della compromissione della segnalazione dell'insulina nell'ipotalamo", ha dichiarato Christoph Buettner MD/PhD, Professore Associato di Medicina, Endocrinologia, Diabete, Malattie Ossee e Neuroscienze, alla Facoltà Icahn di Medicina al Mount Sinai, e autore principale dello studio. "La nostra ricerca fornisce la spiegazione razionale che le terapie sviluppate per migliorare la segnalazione dell'insulina nel cervello possono ridurre la probabilità che un paziente con Alzheimer possa sviluppare il diabete".


L'Alzheimer è una malattia progressiva e fatale del cervello che distrugge gradualmente la memoria della persona e la sua capacità di imparare, ragionare, giudicare, comunicare e svolgere le attività quotidiane. L'AD è la forma più comune di demenza e la sesta causa di morte negli Stati Uniti. Il diabete, la settima causa di morte a livello nazionale, è una malattia metabolica che induce alti livelli di zucchero nel sangue, perché il corpo non produce abbastanza insulina per un corretto funzionamento. Sappiamo che l'invecchiamento è uno dei fattori di rischio principali per entrambe le malattie, e molti studi epidemiologici precedenti avevano sostenuto l'ipotesi che il diabete aumenta il rischio di una persona di acquisire l'AD.


"I nostri risultati rappresentano un punto di svolta nella comprensione della relazione tra Alzheimer, diabete di tipo II e insulino-resistenza", ha detto Sam Gandy MD/PhD, professore di neurologia e psichiatria, Direttore Associato del Mount Sinai Alzheimer Disease Research Center e co-autore dello studio. "I risultati interessanti e inaspettati come quelli del Dr. Buettner stanno guidando una rivalutazione completa delle interazioni tra queste malattie. Ora che abbiamo i geni di malattia della demenza e del diabete, quei geni sono il nostro punto di partenza, e la sfida è elaborare tutti i passaggi e i passi falsi tra il gene e il paziente e quindi di trovare interventi che curano questi passi falsi".


Allo studio ha collaborato anche Henry Ruiz PhD, borsista post-dottorato nel laboratorio di Buettner. Lo studio è stato sostenuto dal National Institute on Aging (NIA) e dall'American Diabetes Association (ADA).

 

 

 


Fonte: Mount Sinai Health System via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Henry H. Ruiz, Tiffany Chi, Andrew C. Shin, Claudia Lindtner, Wilson Hsieh, Michelle Ehrlich, Sam Gandy, Christoph Buettner. Increased susceptibility to metabolic dysregulation in a mouse model of Alzheimer's disease is associated with impaired hypothalamic insulin signaling and elevated BCAA levels. Alzheimer's & Dementia, 2016; DOI: 10.1016/j.jalz.2016.01.008

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.