Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato il collegamento mancante del primo cambiamento conosciuto provocato dall'Alzheimer

Uno studio recente implica un nuovo colpevole nello sviluppo dell'Alzheimer. La ricerca rivela che la proteina ßCTF - il precursore del peptide amiloide-beta (Aß) - è attiva nelle primissime fasi dell'Alzheimer e fa iniziare una serie di anomalie che comportano la perdita di gruppi di neuroni critici per la formazione della memoria.


Lo studio, condotto al Nathan S. Kline Institute for Psychiatric Research (NKI) e al Langone Medical Center della New York University, è stato pubblicato online ieri, 21 Luglio 2015, sulla rivista Molecular Psychiatry, ed è stato selezionato per la copertina di una prossima edizione.


Le sue scoperte, che coinvolgono la ßCTF, hanno implicazioni significative per le strategie di trattamento e per promuovere lo sviluppo di farmaci di Alzheimer. Attualmente, la strategia più comune per il trattamento dell'Alzheimer punta il peptide amiloide-ß, con un modesto successo negli studi clinici.


I risultati di questa ricerca suggeriscono che i farmaci che possono ridurre i livelli di βCTF, così come quelli dell'amiloide-beta (come la classe di inibitori BACE1 attualmente in fase di sviluppo), possono contribuire a rallentare o arrestare la progressione dell'Alzheimer.


La βCTF si forma durante l'endocitosi, il processo con cui le cellule assorbono nutrienti e campionano vari materiali dall'ambiente esterno. È noto da tempo che nell'Alzheimer si sviluppano molto presto anomalie dell'endocitosi, ben prima dell'apparizione dei sintomi clinici, e che le forme varianti dei geni che controllano l'endocitosi sono citate di frequente come fattori di rischio che promuovono l'Alzheimer.


Gli endosomi - le vescicole membranose che mediano l'endocitosi - iniziano a gonfiarsi in modo anomalo in alcuni neuroni, anche nella prima infanzia nella sindrome di Down, una disabilità dello sviluppo che porta quasi sempre all'insorgenza precoce di AD (la ricerca indica che oltre il 75 per cento degli over-65 con sindrome di Down, hanno l'Alzheimer).


Il gruppo di ricerca NYU Langone/NKI, guidato da Ralph Nixon MD/PhD, professore nei dipartimenti di psichiatria e biologia cellulare della Facoltà di Medicina del NYU Langone e direttore del Centro per la ricerca sulla demenza al Nathan S. Kline Institute for Psychiatric Research, ha scoperto che, nell'Alzheimer e nella sindrome di Down, la βCTF si forma più rapidamente sugli endosomi, innescando un percorso molecolare che porta alla perdita dei neuroni coinvolti nella memoria.


I ricercatori hanno scoperto che l'APPL1, una proteina non correlata alla proteina precursore dell'amiloide (APP), nonostante il suo acronimo simile, lega direttamente la βCTF ad una seconda proteina, Rab5, nota per attivare la catena molecolare di eventi che portano alla neurodegenerazione. L'abbassamento dei livelli di APPL1 nelle cellule di individui con sindrome di Down ha abolito l'endocitosi anomala, indicando il ruolo vitale dell'APPL1 in questa cascata molecolare.


Aver identificato l'APPL1 come anello mancante di una catena ben descritta di eventi associati alla fase molto precoce della patologia di Alzheimer implica un contributo diretto della ßCTF nello sviluppo dell'Alzheimer. In particolare, si ritiene che la recente scoperta di una mutazione dell'APP che abbassa in modo unico, piuttosto che aumentare, il rischio di Alzheimer, agisca rallentando la formazione di ßCTF.


Anche se i risultati attuali non modificano l'importanza dell'Aß come colpevole e bersaglio per una terapia di Alzheimer, essi ora sottolineano l'importanza della ßCTF come fattore chiave per lo sviluppo della malattia. "Sarà importante considerare il ruolo della βCTF nella progettazione di future terapie per l'Alzheimer e nell'interpretazione degli attuali studi clinici di inibitori BACE1. Gli esperimenti su inibitori BACE1 sono stati considerati un test dell'ipotesi Aß/amiloide, ma l'azione primaria di questi inibitori è in realtà il blocco della formazione di ßCTF, il precursore dell'Aß", ha detto Ralph A. Nixon MD/PhD.

 

 

 


Fonte: Nathan Kline Institute for Psychiatric Research via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Kim, Y Sato, P S Mohan, C Peterhoff, A Pensalfini, A Rigoglioso, Y Jiang, R A Nixon. Evidence that the rab5 effector APPL1 mediates APP-βCTF-induced dysfunction of endosomes in Down syndrome and Alzheimer’s disease. Molecular Psychiatry, 2015; DOI: 10.1038/MP.2015.97

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.