Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Anche dimenticare è un processo «attivo» del cervello

Per funzionare correttamente, il cervello umano richiede la capacità non solo di immagazzinare, ma anche di dimenticare: attraverso la perdita di ricordi, sono eliminate le informazioni non necessarie ed il sistema nervoso mantiene la sua plasticità.


Una interruzione di questo processo può portare a gravi disturbi mentali. Degli scienziati di Basilea hanno scoperto un meccanismo molecolare che regola attivamente il processo di dimenticare. Il rivista scientifica Cell ha pubblicato i loro risultati.


Il cervello umano è costruito in modo tale che solo le informazioni necessarie sono memorizzate in modo permanente, il resto è dimenticato nel tempo. Tuttavia, finora non era chiaro se questo processo fosse attivo o passivo.


Gli scienziati dalla piattaforma intrafacoltà di ricerca «Molecular and Cognitive Neurosciences» (MCN) dell'Università di Basilea, hanno ora trovato una molecola che regola attivamente la perdita di memoria. La cosiddetta proteina musashi è responsabile della struttura e della funzione delle connessioni sinaptiche del cervello, il luogo in cui sono trasmesse le informazioni da un neurone all'altro.


Usando il condizionamento olfattivo, i ricercatori Attila Stetak e Nils Hadziselimovic hanno dapprima studiato le capacità di apprendimento della tinea [ringworms] geneticamente modificata (C.elegans) che mancava della proteina musashi. Gli esperimenti hanno dimostrato che i nematodi hanno esibito le stesse capacità di apprendimento degli animali non modificati. Tuttavia, con un esperimento di durata maggiore, gli scienziati hanno scoperto che i mutanti sono in grado di ricordare molto meglio le nuove informazioni. In altre parole: i vermi geneticamente modificati che mancano della proteina musashi erano meno smemorati.

 

Dimenticare non è un caso

Ulteriori esperimenti hanno dimostrato che la proteina inibisce la sintesi di molecole responsabili della stabilizzazione delle connessioni sinaptiche. Questa stabilizzazione sembra avere un ruolo importante nel processo di apprendimento e nel dimenticare.


I ricercatori hanno identificato due meccanismi paralleli:

  • da un lato, la proteina adducina stimola la crescita delle sinapsi e quindi aiuta anche a mantenere la memoria,
  • dall'altro, la proteina musashi inibisce attivamente la stabilizzazione di queste sinapsi e quindi facilita la perdita di memoria.


Pertanto, è l'equilibrio tra queste due proteine ​​che è cruciale per la conservazione dei ricordi. Dimenticare non è quindi un processo passivo, ma piuttosto attivo, e una perturbazione di questo processo può portare a gravi disturbi mentali.


La proteina musashi ha anche implicazioni interessanti per lo sviluppo di farmaci che cercano di prevenire la perdita di memoria anomala che si verifica nelle malattie come l'Alzheimer
. Saranno effettuati ulteriori studi sulle possibilità terapeutiche di questa scoperta.

 

 

 

 

 


FonteUniversity of Basel  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Nils Hadziselimovic, Vanja Vukojevic, Fabian Peter, Annette Milnik, Matthias Fastenrath, Bank Gabor Fenyves, Petra Hieber, Philippe Demougin, Christian Vogler, Dominique J.-F. de Quervain et al. Forgetting Is Regulated via Musashi-Mediated Translational Control of the Arp2/3 Complex. Cell, 13 March 2014 DOI: 10.1016/j.cell.2014.01.054

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.