Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scienziati cercano le cause dei disturbi del sonno nell'Alzheimer

Una nuova ricerca, su moscerini della frutta con proteine ​​di Alzheimer, ha scoperto che la malattia non ferma il ticchettio dell'orologio biologico, ma lo stacca dal ciclo sonno-veglia che di solito esso regola.


I risultati potrebbero portare a modi più efficaci per migliorare il sonno dei pazienti con Alzheimer.


Essere svegli di notte e sonnecchiare durante il giorno può essere un sintomo precoce angosciante dell'Alzheimer, ma non si sapeva ancora come la malattia sconvolge il nostro orologio biologico, causando questi sintomi. Ora, scienziati di Cambridge hanno scoperto che nel moscerino della frutta con Alzheimer l'orologio biologico continua a ticchettare, ma diventa disaccoppiato dal ciclo sonno-veglia che di solito regola. I risultati, pubblicati su Disease Models & Mechanisms, potrebbero aiutare a sviluppare modi più efficaci per migliorare il sonno nelle persone con la malattia.


Le persone con Alzheimer hanno spesso ritmi biologici disturbati, un fatto che è un peso sia per i pazienti che per i loro caregiver. I periodi di sonno diventano più corti e più frammentati, con conseguenti periodi di veglia durante la notte e pisolini durante il giorno. Essi possono anche diventare inquieti e agitati nel tardo pomeriggio e prima serata, quello che è noto come «sundowning» [sindrome del tramonto].


L'orologio biologico va di pari passo con la vita, e si trova in tutto, dagli organismi monocellulari ai moscerini della frutta e agli esseri umani. E' fondamentale perché permette agli organismi di sincronizzare la loro biologia con i cambiamenti giorno-notte dell'ambiente. Fino ad ora, però, non era chiaro come l'Alzheimer disturbi l'orologio biologico. Il dottor Damian Crowther del Dipartimento di Genetica, uno degli autori dello studio di Cambridge, dice "Volevamo sapere se le persone con Alzheimer hanno un ritmo comportamentale scadente perché il loro orologio si è fermato o perchè hanno smesso di rispondere all'orologio".


Il gruppo ha lavorato con i moscerini della frutta: una specie chiave per studiare l'Alzheimer. L'evidenza suggerisce che il peptide A-beta, una proteina, è alla base per lo meno delle fasi iniziali della malattia nell'uomo. Questo è stato replicato nei moscerini della frutta introducendo il gene umano che produce questo peptide.


Prendendo un gruppo di moscerini sani e un gruppo con questa caratteristica di Alzheimer, i ricercatori hanno studiato i modelli di sonno-veglia, e la qualità di funzionamento del loro orologio biologico. Hanno misurato i modelli di sonno-veglia montando un piccolo raggio infrarosso, simile ai sensori di movimento negli allarmi antifurto, sui tubi di vetro che ospitavano i moscerini. Quando gli animali erano svegli e in movimento, interrompevano il fascio e queste interruzioni nel fascio sono state contate e registrate.


Per studiare l'orologi biologico dei moscerini, i ricercatori hanno attaccato la proteina luciferasi - un enzima che emette luce - ad una delle proteine ​presenti nell'orologio biologico. I livelli della proteina salivano e scendevano durante la notte e il giorno, e la proteina luminescente forniva il modo di tracciare l'orologio interno dei moscerini. "Questo ci ha permesso di vedere il cervello luminescente più luminoso di notte e meno di giorno, e questo è l'orologio biologico evidenziato come un cervello luminoso. E' bello essere in grado di studiare di prima mano, nello stesso organismo, il funzionamento molecolare dell'orologio ed i comportamenti corrispondenti", ha detto il dottor Crowther.


I ricercatori hanno scoperto che i moscerini sani erano attivi durante il giorno e dormivano di notte, mentre quelli con l'Alzheimer dormono e si svegliano in modo casuale. Fondamentalmente, tuttavia, lo schema diurno della proteina marcata con luciferasi erano lo stesso sia nei moscerini sani che in quelli malati, mostrando che l'orologio biologico continua a ticchettare nell'Alzheimer.


"Fino ad ora, l'opinione prevalente era che l'Alzheimer distruggesse l'orologio biologico", ha detto Crowther. "Quello che abbiamo invece dimostrato nei moscerini con Alzheimer è che l'orologio continua a ticchettare, ma viene ignorato da altre parti del cervello e del corpo che governano il comportamento. Se riuscissimo a capire perchè, potremmo sviluppare nuove terapie per contrastare i disturbi del sonno delle persone con Alzheimer".


Il dottor Simon Ridley, direttore della ricerca all'Alzheimer Research UK, che ha contribuito a finanziare lo studio, ha detto: "Capire la biologia che sottende sintomi angosciosi, come i problemi del sonno, è importante per guidare lo sviluppo di nuovi approcci per gestire o trattarli. Questo studio getta altra luce sulle caratteristiche del modo in cui l'Alzheimer influenza i meccanismi molecolari che controllano i cicli di sonno-veglia nei moscerini. Speriamo che questi risultati possano guidare ulteriori studi nelle persone, per garantire che si possano fare progressi a favore del mezzo milione di persone nel Regno Unito che hanno la malattia".

 

 

 

 

 


FonteUniversity of Cambridge  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: K.-F. Chen, B. Possidente, D. A. Lomas, D. C. Crowther. The central molecular clock is robust in the face of behavioural arrhythmia in a Drosophila model of Alzheimer's disease. Disease Models & Mechanisms, 2014; DOI: 10.1242/dmm.014134

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.