Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Meditare per ridurre ansia e depressione?

Circa 30 minuti di meditazione al giorno possono migliorare i sintomi di ansia e depressione, suggerisce una nuova analisi  di ricerche pubblicate in precedenza, effettuata alla Johns Hopkins University.


"Molte persone usano la meditazione, ma non è una pratica considerata parte della terapia medica tradizionale per una qualsiasi cosa", dice Madhav Goyal, MD, MPH, assistente professore alla Divisione di Medicina Interna Generale nella Facoltà di Medicina della Johns Hopkins University e responsabile di uno studio pubblicato online il 6 Gennaio in JAMA Internal Medicine.


"Ma nel nostro studio, la meditazione appare in grado di fornire molto sollievo da alcuni sintomi di ansia e depressione, simile a quello che altri studi hanno trovato negli antidepressivi"
. Questi pazienti non hanno in genere ansia o depressione conclamate.


I ricercatori hanno valutato il grado di cambiamento raggiunto da questi sintomi nelle persone che avevano varie condizioni mediche, come insonnia o fibromialgia, anche se solo una minoranza aveva la diagnosi di una malattia mentale.


Goyal ed i suoi colleghi hanno scoperto che la cosiddetta "meditazione coscente" (una forma di auto-consapevolezza buddista progettata per focalizzare l'attenzione precisa e non giudicante sul momento presente) si è dimostrata promettente anche per alleviare alcuni sintomi di dolore, così come lo stress. I risultati sono rimasti validi anche quando i ricercatori hanno controllato la possibilità che esista un effetto placebo, per cui i soggetti dello studio si sentono meglio anche se non ricevono alcun trattamento attivo, perché percepiscono che stanno ottenendo aiuto per ciò che li affligge.


Per condurre la revisione, i ricercatori si sono concentrati su 47 studi clinici condotti fino a giugno 2013 con 3.515 partecipanti, che coinvolgevano la meditazione e vari problemi di salute mentale e fisica, tra cui depressione, ansia, stress, insonnia, uso di sostanze, diabete, malattie cardiache, cancro e dolore cronico. Hanno scoperto una moderata evidenza di miglioramenti dei sintomi di ansia, depressione e dolore dopo che i partecipanti sono stati sottoposti a quello che era tipicamente un programma di formazione di otto settimane di meditazione di consapevolezza. Hanno trovato una ridotta evidenza di miglioramento dello stress e della qualità della vita. Non c'erano informazioni sufficienti per determinare se altre aree potrebbero essere migliorate dalla meditazione. Negli studi che hanno seguito i partecipanti per sei mesi, i miglioramenti di solito perduravano.


Hanno anche trovato che dalla meditazione non viene alcun danno. La meditazione, nota Goyal, ha una lunga storia nelle tradizioni orientali, ed è cresciuta di popolarità nel corso degli ultimi 30 anni nella cultura occidentale. "Molte persone pensano che meditare significa sedersi e non fare nulla", dice Goyal. "Ma non è vero. La meditazione è una formazione attiva della mente per aumentare la consapevolezza, e i diversi programmi di meditazione puntano a questo obiettivo in modi diversi".


La meditazione di consapevolezza, il tipo che si è dimostrato più promettente, è di solito praticato per 30/40 minuti al giorno. Esso sottolinea l'accettazione di sentimenti e pensieri senza giudizio e rilassa il corpo e la mente.


I ricercatori avvertono che la letteratura esaminata dallo studio contiene potenziali debolezze. Sono necessari ulteriori studi per chiarire quali esiti sono più influenzati da questi programmi di meditazione, come pure se una maggiore pratica di meditazione potrebbe avere effetti maggiori. "I programmi di meditazione sembrano avere un effetto superiore e indipendente dal placebo", spiega Goyal.


La ricerca è stata finanziata da un contratto con l'Agenzia per la Ricerca Sanitaria e la Qualità. Altri ricercatori del Johns Hopkins coinvolti nello studio includono Sonal Singh (MD, MPH), Erica MS Sibinga (MD, MHS), Neda F. Gould (PhD), Anastasia Rowland-Seymour (MD), Ritu Sharma (BSc), Zackary Berger (MD, PhD), Dana Sleicher (MS, MPH), David D. Maron (MHS), Hasan M. Shihab (MBChB, MPH), Padmini D. Ranasinghe (MD, MPH), Shauna Linn (BA), Shonali Saha (MD), Eric B. Bass (MD, MPH) e Jennifer A. Haythornthwaite (PhD).

 

 

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins Medicine.

Riferimenti: Madhav Goyal, Sonal Singh, Erica M. S. Sibinga, Neda F. Gould, Anastasia Rowland-Seymour, Ritu Sharma, Zackary Berger, Dana Sleicher, David D. Maron, Hasan M. Shihab, Padmini D. Ranasinghe, Shauna Linn, Shonali Saha, Eric B. Bass, Jennifer A. Haythornthwaite. Meditation Programs for Psychological Stress and Well-being. JAMA Internal Medicine, 2014; DOI: 10.1001/jamainternmed.2013.13018

Pubblicato in hopkinsmedicine.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)