Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Statine utili contro la demenza e perdita di memoria, con uso prolungato

La revisione di decine di studi sull'uso dei farmaci statine per prevenire attacchi di cuore indica che questi farmaci comunemente prescritti non costituiscono una minaccia per la memoria a breve termine, e che possono anche proteggere contro la demenza se assunti per più di un anno.


I ricercatori della Johns Hopkins, che hanno condotto la revisione sistematica, dicono che i risultati dovrebbero offrire maggiore chiarezza e rassicurazione ai pazienti ed ai medici che prescrivono i farmaci statine.


La questione se le statine possono causare problemi di cognizione è diventata scottante tra i cardiologi ed i loro pazienti a seguito dei cambiamenti, ordinati dalla US Food and Drug Administration, sulle etichette dei farmaci a Febbraio 2012, che avvertono sui problemi di memoria derivanti dall'uso di statine a breve termine.


Tuttavia, nella loro vasta revisione, i ricercatori della Johns Hopkins hanno scoperto che le statine non influenzano la memoria a breve termine o la cognizione. Al contrario, dicono che, quando i farmaci sono presi per più di un anno, il rischio di demenza si riduce del 29 per cento. I loro risultati sono pubblicati in un articolo on-line nei Mayo Clinic Proceedings del 1° ottobre 2013.


"Tutti i farmaci, comprese le statine, possono causare effetti indesiderati, e molti pazienti prendono più farmaci che teoricamente potrebbero interagire tra loro e causare problemi cognitivi", spiega Kristopher Swiger, MD, autore principale dello studio. "Tuttavia, la nostra revisione sistematica / meta-analisi di dati esistenti, non ha trovato alcun legame tra l'uso di statine a breve termine e la perdita di memoria o altri tipi di disfunzione cognitiva. Infatti, l'uso di statine a più lungo termine è stato associato alla protezione dalla demenza".


Per il loro studio, i ricercatori della Johns Hopkins hanno condotto due analisi diverse su un totale di 41 diversi studi, che hanno ridotto ai 16 con la maggior rilevanza. La prima analisi ha esaminato l'impatto dell'uso di statine a breve termine e le funzioni cognitive tra cui la memoria, l'attenzione e la capacità di risolvere problemi. Per questa analisi, hanno incluso studi che usavano uno strumento di misurazione oggettiva standard conosciuto come Digit Symbol Substitution Test. L'altra valutazione si é focalizzata su studi in cui i partecipanti hanno preso statine per più di un anno per vedere se ci fosse qualche correlazione con una successiva diagnosi di Alzheimer o demenza vascolare.


"Il nostro obiettivo era dare chiarezza su questo tema sulla base delle migliori evidenze disponibili", dice Raoul Manalac, MD, co-autore principale dello studio. "Abbiamo esaminato studi randomizzati e controllati di alta qualità e studi prospettici con una base totale di più di 23.000 uomini e donne, senza nessuna storia precedente di problemi cognitivi. I partecipanti a questi studi sono stati seguiti fino a 25 anni".


Le statine riducono il livello di colesterolo nel sangue, in particolare le lipoproteine ​​a bassa densità (LDL), la forma "cattiva" del colesterolo, che può accumularsi in placche all'interno dei vasi sanguigni. I farmaci hanno dimostrato di ridurre le malattie coronariche e l'ictus di individui ad alto rischio, nonché in coloro che avevano già una diagnosi di malattia cardiovascolare a seguito di un attacco di cuore o ictus. Le statine hanno anche dimostrato di ridurre la quantità di infiammazione all'interno dei vasi sanguigni e di prevenire il rischio di coaguli di sangue.


"A causa del loro effetto sulle arterie, nel ridurre o stabilizzare la placca e prevenire l'ictus, ha senso affermare che le statine possano proteggere il cervello dalla demenza", secondo l'autore senior Seth Martin, MD, decente Pollin Cardiovascular Prevention al Ciccarone Center for the Prevention of Heart Disease della Johns Hopkins, e autore senior dello studio.
"La demenza vascolare è causata da ostruzioni nei piccoli vasi sanguigni nel cervello che impediscono il flusso di sangue ad alcune zone. I farmaci come le statine, che riducono la placca e l'infiammazione nelle arterie coronarie, possono avere lo stesso effetto sui vasi sanguigni nel cervello", dice Martin.


Roger Blumenthal, MD, Professore Kenneth Jay Pollin di Cardiologia e direttore del Centro Ciccarone, dice che i risultati saranno rassicuranti per molti pazienti. "Le statine possono essere farmaci salvavita per i soggetti ad alto rischio", dice Blumenthal, "ma molti dei nostri pazienti si sono preoccupati nel prendere le medicine dopo che la FDA ha imposto cambiamenti di etichettatura lo scorso anno. Questa analisi molto robusta dei migliori dati disponibili dovrebbe fugare queste preoccupazioni".


Lo studio non ha ricevuto alcun finanziamento da parte dell'industria, e gli autori non hanno conflitti di interesse. Per condurre questo studio, Swiger e Manalac hanno avuto un tempo di ricerca protetto dall'Osler Internal Medicine Residency Program della Hopkins. Il lavoro di Martin è supportato dal Pollin Fellowship in Cardiologia Preventiva e dal Marie-Josée e Henry R. Kravis Endowed Fellowship.

 

 

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins Medicine.

Riferimenti: Martin et al. Statin Medications May Prevent Dementia And Memory Loss With Longer Use, While Not Posing Any Short-Term Cognition Problems. Mayo Clinic Proceedings, October 2013 DOI: 10.1016/j.mayocp.2013.07.013

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)