Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Interessante meccanismo che può innescare il declino mentale: vale anche per l’Alzheimer?

Almeno il 30 per cento dei pazienti nelle unità di terapia intensiva (UTI) subiscono una qualche forma di disfunzione mentale riflessa nell’ansia, nella depressione, e soprattutto nel delirio.


Nei pazienti in terapia intensiva ventilati meccanicamente, l'incidenza del delirio è particolarmente elevata, circa l’80 per cento, e può dipendere in parte dal danno nell'ippocampo, ma finora non si conosceva come e quanto la ventilazione aumenti il rischio di danneggiamento e compromissione mentale.


Ora un nuovo studio pubblicato sull'American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine da ricercatori dell'Università di Oviedo in Spagna, dell’Ospedale St. Michael di Toronto in Canada, e della Scuola Perelman di Medicina della Pennsylvania University, ha scoperto un meccanismo molecolare che può spiegare la connessione tra ventilazione meccanica e danno ippocampale nei pazienti in terapia intensiva.


I ricercatori, tra cui Adrian González-López, dottorato di ricerca nel laboratorio di Guillermo M. Albaiceta, MD, PhD all'Università di Oviedo, e del co-autore Konrad Talbot, PhD, professore assistente di ricerca in Neurobiologia al Dipartimento di Psichiatria della Penn Medicine, hanno iniziato studiando l'ippocampo in topi di controllo e in topi con pressione di ventilazione meccanica bassa o alta per 90 minuti. Rispetto ai controlli, quelli che avevano pressione di ventilazione bassa o alta avevano evidenze di morte neuronale nell'ippocampo, come risultato di un programma di suicidio cellulare chiamato apoptosi.


Cercando la causa molecolare dell’apoptosi indotta da ventilazione, il team ha scoperto che un noto scatenante dell’apoptosi era stato indotto nell'ippocampo degli animali ventilati. Questo scatenante è la soppressione di una molecola indotta dalla dopamina, nota come Akt, che di norma agisce per prevenire l'apoptosi neuronale. La soppressione dell’Akt era particolarmente evidente nell'ippocampo dei topi ventilati ed è stata associata ad uno stato iperdopaminergico (aumento del livello di dopamina) in quella zona del cervello. I topi ventilati avevano un’elevata espressione genica della tirosina idrossilasi, che è cruciale nella sintesi della dopamina. L'incremento conseguente della dopamina aumenta la forza di attivazione del recettore della dopamina nell'ippocampo.


Gli investigatori hanno ipotizzato che l'apoptosi indotta da ventilazione nell'ippocampo, viene almeno parzialmente mediata dall’elevata attivazione dei recettori della dopamina in quella zona del cervello. Ciò è stato confermato dalla dimostrazione che il pre-trattamento dei topi con bloccanti del recettore della dopamina di tipo 2 (D2), iniettati nei ventricoli del cervello, riduce significativamente l'apoptosi indotta da ventilazione nell'ippocampo.


Gli esperimenti sui topi ai quali è stato reciso il nervo vago cranico, che collega i polmoni al cervello, hanno risposto alla domanda di come la ventilazione meccanica riesce a influenzare l'ippocampo. In questi topi, la ventilazione meccanica non ha avuto in pratica alcun effetto sul livello di enzima che sintetizza la dopamina o sull’apoptosi nell'ippocampo.


I ricercatori hanno poi studiato le conseguenze della ventilazione e di una dopamina ippocampale elevata sulla dysbindin-1 (una proteina nota per influenzare i livelli dei recettori D2 della dopamina sulla superficie cellulare), sulla cognizione, e forse sul rischio di psicosi. La ventilazione ad alta pressione nei topi ha causato un aumento dell'espressione genica di dysbindin-1C, e in seguito, sui livelli proteici di dysbindin-1C. La dopamina da sola ha avuto effetti simili sulla dysbindin-1C in fettine di ippocampo, effetti che sono stati inibiti dai bloccanti del recettore D2.


Poiché la dysbindin-1 può abbassare i recettori D2 della superficie cellulare e proteggere dall'apoptosi, gli autori ipotizzano che l'aumento dell'espressione della dysbindin-1C nei topi ventilati può riflettere le risposte compensatorie dell’apoptosi ippocampale indotta da ventilazione. Tale possibilità si applica ai casi in terapia intensiva, viste le conclusioni supplementari degli autori che la dysbindin-1 totale è maggiore nei neuroni dell'ippocampo degli esseri umani ventilati rispetto ai non-ventilati che sono morti in terapia intensiva.


I risultati potrebbero portare a nuovi usi terapeutici di farmaci già disponibili e a bersagli per nuovi farmaci che attivano un percorso molecolare che media gli effetti negativi della ventilazione in terapia intensiva sulla funzione del cervello. "I risultati dimostrano l'esistenza di un meccanismo patogenetico di apoptosi ippocampale indotto dall’elasticità del polmone, che potrebbe spiegare lo sviluppo di disturbi neurocomportamentali nei pazienti esposti a ventilazione meccanica", scrivono gli autori. Uno dei coautori, il Dr. Talbot, aggiunge: "Lo studio indica la necessità di rivalutare l'uso di antagonisti dei recettori D2 nel ridurre al minimo gli effetti cognitivi negativi della ventilazione meccanica nei pazienti in terapia intensiva e di valutare la possibilità innovativa che l’elevazione nell'espressione della dysbindin-1C possa anche ridurre tali effetti".


L'autore corrispondente, il Dott. Albaiceta, ha offerto uno sguardo alla futura ricerca su questo argomento: "Ora che abbiamo stabilito il modello di topo, stiamo cercando principalmente approcci terapeutici volti ad evitare l'attivazione vagale causata dalla ventilazione meccanica, consentendo di evitare gli effetti deleteri osservati nell'ippocampo", ha detto. "Siamo anche interessati a studiare il rapporto tra i diversi polimorfismi genici descritti della dysbindin, dell’Akt, e del recettore della dopamina di tipo 2 rispetto all'incidenza dei disturbi neurologici nei pazienti in ventilazione nelle unità di terapia intensiva. Ciò potrebbe aiutarci a identificare i soggetti a rischio per cui potrebbe essere efficace un trattamento preventivo".

 

 

**********************

Nota: Il meccanismo individuato dagli autori, che porta alla morte neuronale nell’ippocampo, potrebbe far considerare la dopamina (come marcatore della presenza/assenza di stimoli di motivazione e ricompensa) uno dei passi mancanti nel percorso morale-mentale-fisico del processo di malattia sottostante l’Alzheimer. E spiegare il supposto beneficio che, secondo alcune fonti, può dare uno stupefacente come la marijuana nel trattamento della malattia.

 Puoi commentare usando il modulo alla fine dell'articolo.

 **********************

 

 

 


Fonte: Perelman School of Medicine at the University of Pennsylvania.

Riferimenti: Adrián González-López, Inés López-Alonso, Alina Aguirre, Laura Amado-Rodríguez, Estefanía Batalla-Solís, Aurora Astudillo, Cristina Tomás-Zapico, Antonio Fueyo, Claudia C. dos Santos, Konrad Talbot, Guillermo M. Albaiceta. Mechanical Ventilation Triggers Hippocampal Apoptosis by Vagal and Dopaminergic Pathways. American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, 2013; 188 (6): 693 DOI: 10.1164/rccm.201304-0691OC

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.