Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ormone dello stress possibile innesco dell'Alzheimer

Un ormone chimico rilasciato nel corpo come reazione allo stress può essere un fattore scatenante cruciale dell'Alzheimer ad insorgenza tardiva, secondo uno studio condotto da ricercatori della Temple University.


Studi precedenti hanno dimostrato che l'ormone chimico corticosteroide, rilasciato nel sangue in risposta allo stress, è presente a un livello da 2 a 3 volte più elevato nei pazienti di Alzheimer rispetto ai pazienti non-Alzheimer.


"Lo stress è un fattore ambientale che sembra avere un ruolo molto importante nell'insorgenza dell'Alzheimer", premette Domenico Praticò, professore di farmacologia e di microbiologia e immunologia alla School of Medicine, che ha guidato lo studio della Temple. "Quando i livelli di corticosteroidi sono troppo alti, per troppo tempo, possono danneggiare o causare la morte delle cellule neuronali, che sono molto importanti per l'apprendimento e la memoria".


Nel loro studio, pubblicato sulla rivista Aging Cell, i ricercatori della Temple hanno impostato una serie di esperimenti per esaminare i meccanismi con cui lo stress può essere responsabile della patologia di Alzheimer nel cervello. Usando topi transgenici tripli, che sviluppano amiloide-beta e proteina tau, le due grandi lesioni cerebrali che caratterizzano l'Alzheimer, i ricercatori hanno iniettato in un gruppo alte quantità di corticosteroidi ogni giorno per una settimana, per simulare lo stress.


Anche se non hanno trovato alcuna differenza significativa nella capacità di memorizzare dei topi, alla fine della settimana, essi hanno trovato che la proteina tau è risultata significativamente più alta nel gruppo che ha ricevuto il corticosteroide. Inoltre, hanno scoperto che le sinapsi, che consentono alle cellule neuronali di comunicare e hanno un ruolo chiave nell'apprendimento e nella memoria, sono state danneggiate o distrutte. "Questo è sorprendente, perché non abbiamo visto alcun significativo deterioramento della memoria, ma la patologia del deterioramento della memoria e dell'apprendimento è sicuramente visibile", spiega Pratico. "Quindi crediamo di aver individuato il primo tipo di danno che precede il deficit di memoria nei pazienti di Alzheimer".


Pratico dice che un altro risultato sorprendente è l'immunità e l'assenza di qualsiasi danno neuronale da corticosteroidi in un terzo gruppo di topi che sono stati geneticamente modificati per essere privi dell'enzima 5-lipossigenasi nel cervello. In studi precedenti, Pratico ed il suo gruppo hanno dimostrato che un livello elevato di 5-lipossigenasi causa un aumento del livello di proteina tau nelle regioni del cervello che controllano memoria e cognizione, disturba le comunicazioni neuronali e contribuisce all'Alzheimer. Inoltre aumenta i livelli di amiloide-beta, ritenuta la causa di morte neuronale e base delle placche nel cervello.


Pratico spiega che il corticosteroide induce la 5-lipossigenasi a sovra-esprimersi e ad aumentare di livello, fatto che a sua volta aumenta le quantità di proteina tau e amiloide-beta. "La questione è sempre stata capire cosa sovra-regola o aumenta la 5-lipossigenasi, e ora abbiamo la prova che è l'ormone dello stress", ha detto. "Abbiamo identificato un meccanismo mediante il quale il fattore di rischio (l'alto livello di corticosteroidi) potrebbe aumentare la vulnerabilità alla malattia. I corticosteroidi usano la 5-lipossigenasi come meccanismo per danneggiare le sinapsi, portando al deterioramento della memoria e dell'apprendimento, entrambi sintomi chiave dell'Alzheimer. Quindi questo rafforza l'ipotesi che se si blocca il 5-lipossigenasi, probabilmente si possono impedire gli effetti negativi dei corticosteroidi nel cervello".


La ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health e dall'Alzheimer Quilt Art Initiative.

 

 

 

 

 


Fonte: Temple University, via Newswise.

Riference: Yash B. Joshi, Jin Chu, Domenico Pratic. Knockout of 5-lipoxygenase prevents dexamethasone-induced tau pathology in 3xTg mice. Aging Cell, 2013; DOI: 10.1111/acel.12096

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)