Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Mappare lo stato di riposo del cervello per capire le neurodegenerazioni

Rilassati e chiudi gli occhi. Ora smetti di pensare. Hai appena messo il cervello in quello che i neuroscienziati chiamano "stato di riposo".


Ciò che il cervello può fare quando un individuo non è concentrato sul mondo esterno è stato al centro di numerose ricerche negli ultimi anni. Uno dei potenziali vantaggi di questi studi potrebbe essere la diagnosi definitiva di vari disturbi di salute mentale che vanno dal disordine bipolare ai disturbi da stress post-traumatico.


Negli ultimi dieci anni, i neuroscienziati hanno usato la tecnica non invasiva di mappatura cerebrale chiamata risonanza magnetica funzionale (fMRI) per esaminare gli schemi di attività nel cervello umano e animale in stato di riposo, per capire come si collegano le diverse parti del cervello e identificare i cambiamenti che si verificano nelle malattie neurologiche e psichiatriche. Per esempio, ci sono indizi che l'Alzheimer sia associato a una ridotta connettività; la depressione a una maggiore connettività; l'epilessia ad interruzioni della connettività e il Parkinson ad alterazioni della connettività.


Un team di psicologi e scienziati di imaging della Vanderbilt hanno collaborato in uno studio che fornisce l'importante conferma della validità di queste ricerche, esaminando nelle mappe fMRI il rapporto tra lo stato di riposo delle reti cerebrali con la sottostante struttura anatomica e neurologica del cervello. Lo studio è pubblicato nel numero del 19 Giugno della rivista Neuron.


"Precedenti studi hanno suggerito che la connettività dello stato di riposo, visibile nelle scansioni cerebrali, è ancorata alla connettività anatomica"
, premette il co-autore senior Anna Roe, professore di psicologia. "Ma il nostro studio ha confermato per la prima volta questa relazione a livello dei singoli neuroni". Questo è importante perché la fMRI non misura direttamente l'attività cerebrale. Lo fa misurando i cambiamenti nel livello di ossigeno nel sangue in diverse aree. La tecnica si basa sull'osservazione che, quando aumenta l'attività in una zona del cervello, aumenta il livello di ossigeno nel sangue in quella regione, modulando il segnale della RM. I neuroscienziati considerano questo un ulteriore passo avanti, ipotizzando che diverse aree del cervello siano collegate, se mostrano variazioni sincronizzate mentre il cervello è in stato di riposo.


"Questa è una convalida importante"
, dichiara il co-autore senior John Gore, direttore dell'Institute of Imaging Science della Vanderbilt e docente "Hertha Ramsey Cress" di Radiologia e Scienze Radiologiche e di Ingegneria Biomedica. "C'è da sempre un senso di disagio per il timore di interpretare qualcosa in modo errato, ma questo ci dà fiducia che le variazioni di stato di riposo possono essere interpretate in modo significativo e ci incoraggia a continuare la ricerca che ci impegna da un certo numero di anni. La fMRI dello stato di riposo è una tecnologia unica, potente e non invasiva per vedere i circuiti nel cervello umano".


Per esaminare la relazione tra le scansioni fMRI, i modelli di attività neuronale e la struttura anatomica del cervello, i ricercatori hanno esaminato la regione del lobo parietale di scimmie scoiattolo (nella foto Wikimedia), dedicate al monitoraggio delle sensazioni tattili. In particolare hanno esaminato l'area legata alla mano che consiste in una serie di aree adiacenti ognuna dedicata ad un dito diverso. Usando uno dei dispositivi di MRI più potenti disponibili, con una intensità di campo da 3 a 6 volte quella dei tipici scanner clinici, i ricercatori hanno prodotto scansioni cerebrali visualizzando per la prima volta le reti di millimetri di scala.


Per confrontare questi modelli con l'attività elettrica effettiva nel cervello, i ricercatori hanno inserito elettrodi in grado di registrare gli schemi di accensione dei singoli neuroni. Hanno inoltre usato tecniche ottiche per rintracciare le connessioni anatomiche tra i neuroni in tutta l'area.


"Con tutte e tre le tecniche, abbiamo trovato lo stesso modello di connettività. Le connessioni provenienti da altre aree del cervello tendono a creare un collegamento a un singolo dito, mentre le connessioni che hanno origine all'interno della zona tendono a collegarsi a più dita"
, spiega la Roe. "I nostri risultati dimostrano che le immagini fMRI del cervello in stato di riposo riflettono esattamente la connettività anatomica e funzionale del cervello fino a una scala estremamente piccola".


Hanno contribuito allo studio Zheng Wang, post-dottorato in psicologia, Li Min Chen, assistente professore dell'Institute of Imaging Science and Radiology e di scienze radiologiche, e László Négyessy dell'Accademia Ungherese delle Scienze di Budapest, insieme a Robert Friedman, Senior Research Associate in psicologia e ad Arabinda Mishra, scienziato di Imaging dell'Institute of Imaging Science.


La ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health, dalla Dana Foundation, dal Center for Integrative & Cognitive Neuroscience della Vanderbilt e dal Fondo Ungherese per la Ricerca Scientifica.

 

 

 

 

 


Fonte:  Vanderbilt University. Articolo originale scritto da David Salisbury.

Riferimento: Zheng Wang, Li Min Chen, László Négyessy, Robert M. Friedman, Arabinda Mishra, John C. Gore, Anna W. Roe. The Relationship of Anatomical and Functional Connectivity to Resting-State Connectivity in Primate Somatosensory Cortex. Neuron, 19 June 2013 DOI: 10.1016/j.neuron.2013.04.023

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.