Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuove conoscenze sulle fasi iniziali dell'Alzheimer

 

Il processo che causa la morte dei neuroni nell'Alzheimer comprende anche il metabolismo alterato degli zuccheri, dei grassi e del calcio.

Ricercatori del Karolinska Institutet in Svezia hanno ora dimostrato, per la prima volta, come operano nelle prime fasi della malattia certe parti importanti della cellula nervosa, coinvolte nel metabolismo energetico della cellula. Questi risultati alquanto sorprendenti gettano nuova luce sul legame tra metabolismo neuronale e sviluppo della malattia.




Schema di una cellula animale tipica con i componenti subcellulari. Organelli: 1=Nucleolo, 2=Nucleo, 3=Ribosomi (puntini), 4=Vescicola, 5=reticolo endoplasmatico rugoso, 6=Apparato di Golgi, 7=citoscheletro, 8=Reticolo endoplasmatico liscio, 9=mitocondri, 10=Vacuolo, 11=Cytosol, 12=Lisosoma, 13=Centrioli all'interno del centrosoma, 14=membrana cellulare (Fonte: Wikipedia)

Nel cervello di Alzheimer si accumulano placche costituite dal cosiddetto peptide amiloide-beta (Aβ). E' un fatto altrettanto noto che le cellule nervose dei pazienti con Alzheimer hanno problemi a metabolizzare, per esempio il glucosio e il calcio, e che questi disturbi sono associati con la morte delle cellule.


Il metabolismo di queste sostanze è il compito delle cellule mitocondri, che agiscono come centrale elettrica delle cellule per fornire energia alla cellula.


Tuttavia, perchè i mitocondri possano fare questo, hanno bisogno di un buon contatto con un'altra parte della cellula chiamata reticolo endoplasmatico (ER). La regione specializzata dell'ER che è in contatto con i mitocondri è chiamata regione MAM.


Studi precedenti sul lievito e altri tipi di cellule hanno dimostrato che la disattivazione di alcune proteine nella regione MAM disturba i punti di contatto tra mitocondri e ER, impedendo la fornitura di energia alla cellula e causandone la morte.


Ora, per la prima volta, i ricercatori del Karolinska Institutet hanno studiato la regione MAM delle cellule nervose, e hanno esaminato l'interazione tra i mitocondri e l'ER nelle fasi iniziali dell'Alzheimer. Anche se a questo punto dello sviluppo della malattia l'Aβ non ha formato grandi placche grumose, i sintomi comunque sono presenti; il che implica che l'Aβ, che non ha ancora formato la placca, è tossica per i neuroni.


I risultati del team sono in parte sorprendenti: quando le cellule nervose sono esposte a dosi basse di Aβ, avviene un aumento del numero di punti di contatto tra i mitocondri e l'ER, inducendo il trasferimento di più calcio dall'ER ai mitocondri; il conseguente sovra-accumulo di calcio è tossico per i mitocondri e influenza la capacità di fornire energia alla cellula nervosa.


"E' urgente scoprire che cosa provoca la morte dei neuroni, se vogliamo sviluppare molecole che controllano la malattia", spiega Maria Ankarcrona, docente e ricercatrice del Dipartimento di Neurobiologia, Scienze della Cura e della Società, e del Centro di Ricerca Alzheimer del Karolinska Institutet. "Nel lungo periodo potremmo essere in grado di produrre un farmaco in grado di arrestare la progressione della malattia in una fase in cui il paziente è ancora in grado di gestire la sua vita quotidiana. Se potessimo ritardare questo termine di un certo numero di anni, ne beneficeremmo molto. Oggi non ci sono farmaci che influenzano il processo reale della malattia".


I ricercatori hanno condotto i loro studi su topi allevati per sviluppare i sintomi dell'Alzheimer. Essi hanno anche studiato le cellule nervose dei pazienti morti con Alzheimer e neuroni coltivati in laboratorio. Lo studio è stato finanziato dal Consiglio svedese per la ricerca, dall'Alzheimer Foundation della Svezia, dalla fondazione Tjänarinnor Gamla, dalla Fondazione Stohne e dalla Fondazione Lundbeck, e da una donazione della famiglia Peter Thelin.

 

 

 

 


Fonte:  Karolinska Institutet, via AlphaGalileo.

Riferimento: Louise Hedskog, Catarina Moreira Pinho, Riccardo Filadi, Annica Rönnbäck, Laura Hertwig, Birgitta Wiehager, Pia Larssen, Sandra Gellhaar, Anna Sandebring, Marie Westerlund, Caroline Graff, Bengt Winblad, Dagmar Galter, Homira Behbahani, Paola Pizzo, Elzbieta Glaser and Maria Ankarcrona. Modulation of the ER-mitochondria interface in Alzheimer's disease and related models. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2013 (in press)

Pubblicato in Science Daily (original English version) il 22 Aprile 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

Notizie da non perdere

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.