Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta sull'azione di un enzima può fare avanzare la lotta alle neurodegenerazioni

Un passo avanti significativo è stato fatto dagli scienziati dell'Università di Manchester verso lo sviluppo di un trattamento efficace per le malattie neurodegenerative come la corea di Huntington, l'Alzheimer e il Parkinson.

I ricercatori dell'Istituto di Biotecnologia di Manchester spiegano in dettaglio il modo in cui un enzima nel cervello interagisce con un composto importante di tipo farmacologico per l'Huntington, inibendone l'attività. I loro risultati dimostrano che può essere sviluppato come trattamento efficace per le malattie neurodegenerative.



A sinistra sovrapposizione di strutture di enzimi liberi ottenuti da varie forme di cristallo;
a destra l'interazione tra KMO e UPF648; al centro un modello del complesso KMO-l-KYN.

La ricerca è pubblicata sulla rivista Nature e, come risultato di una collaborazione con l'Università di Leicester e l'Università di Lisbona in Portogallo, ha identificato la struttura molecolare dell'enzima chinurenina 3 monooxygense (KMO), che si trova nel cervello umano. Ci sono voluti cinque anni perchè il gruppo stabilisse la struttura cristallina del KMO: la prima volta che sia mai stato fatto.


Gli scienziati hanno quindi studiato come il composto UPF 648 si lega in modo incredibilmente forte all'enzima agendo da inibitore. Studi precedenti con modelli animali di malattie neurodegenerative hanno dimostrato che lo spegnimento dell'attività enzimatica attraverso il legame di un farmaco dovrebbe essere un trattamento efficace dei disturbi cerebrali.


Il Professor Nigel Scrutton, che ha guidato lo studio, scrive: "L'UPF 648 funziona molto bene come inibitore dell'attività enzimatica. Tuttavia, nella sua forma attuale non passa nel cervello dal sangue. La ricerca è ora concentrata sui composti correlati che possono sia inibire l'enzima che entrare nel cervello. La nostra ricerca, che dettaglia la struttura molecolare dell'enzima, consente ora la ricerca di nuovi inibitori del KMO in grado di attraversare la barriera emato-encefalica. Ciò può dare una reale speranza per lo sviluppo di terapie farmacologiche per il trattamento di malattie neurodegenerative come la corea di Huntington, l'Alzheimer e il Parkinson".


Il dottor Flaviano Giorgini, neurogenetista del gruppo, dell'Università di Leicester, ha dichiarato: "Questo è un grande passo avanti per lo sviluppo di nuovi farmaci inibitori del KMO. Si spera che tali composti possano infine essere testati negli studi clinici e rivelarsi utili per i pazienti".


I risultati di questa ricerca saranno ora utilizzati per la ricerca di trattamenti più efficaci per l'Huntington. La Prof.ssa Sarah Tabrizi, responsabile del team di ricerca sull'Huntington all'Istituto di Neurologia della University College di Londra, commentando la ricerca, dice: "Aver svelato la struttura cristallina del KMO dà un vero impulso ai nostri sforzi per trovare cure per questa malattia devastante. Ci può dare una solida base per ottimizzare i farmaci inibitori, come l'UPF 648, che sono in fase di sviluppo dall'intera comunità di ricerca sull'Huntington.

Il KMO è il bersaglio farmacologico in cima alla nostra lista, e la struttura cristallina è un passo significativo nella nostra tabella di marcia per le sperimentazioni cliniche di inibitori del KMO nei pazienti".


Anche Cath Stanley, Direttore Generale dell'Huntington's Disease Association ha accolto con favore i risultati: "Questa ricerca è un pezzo davvero emozionante del puzzle che ci permette di capire un po' di più e ci porta un passo più vicino ad un trattamento efficace per la corea di Huntington".

 

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 

 


Fonte:University of Manchester, via EurekAlert!, un servizio di AAAS.

Riferimento: Marta Amaral, Colin Levy, Derren J. Heyes, Pierre Lafite, Tiago F. Outeiro, Flaviano Giorgini, David Leys, Nigel S. Scrutton. Structural basis of kynurenine 3-monooxygenase inhibition. Nature, 2013; DOI: 10.1038/nature12039.

Pubblicato in Science Daily il 10 Aprile 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)