Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come la proteina di lievito rompe le fibrille amiloidi e i ciuffi disordinati di proteine

Diversi disturbi cerebrali fatali, compreso il Parkinson, sono legati dal misfolding [errato ripiegamento] di specifiche proteine in ciuffi disordinati e fibrille stabili e insolubili chiamate amiloide. Le fibrille amiloidi sono difficili da rompere a causa della loro struttura stabile e ordinata. Ad esempio la α-sinucleina forma fibrille amiloidi che si accumulano in corpi di Lewy nella malattia di Parkinson.

Per contro, i ciuffi di proteine che si accumulano in risposta agli stress ambientali, come lo shock termico, possiedono una architettura meno stabile e disordinata. L'Hsp104, un enzima del lievito, rompe sia le fibrille amiloidi che i ciuffi disordinati.



L'Hsp104 cambia meccanismo per rompere
l'amiloide in ciuffi disordinati. Per formare strutture
stabili di tipo amiloide, l'Hsp104 ha bisogno di tutte
e sei le sue subunità, che insieme formano un
esamero, per attirare i grumi a separarsi. Al
contrario, per formare i grumi più amorfi,
non-amiloidi, l'Hsp104 ha bisogno solo di una delle
sue sei subunità. (Credit: James Shorter, PhD,
Perelman School of Medicine, Univeristy of
Pennsylvania; Cell)

Nel numero più recente di Cell, James Shorter, PhD, assistente professore di Biochimica e Biofisica, e i colleghi della Scuola di Medicina Perelman della University of Pennsylvania, mostrano che l'Hsp104 scambia il meccanismo per rompere l'amiloide in ciuffi disordinati. Per formare strutture stabili di tipo amiloide, l'Hsp104 ha bisogno di tutte e sei le sue subunità, che insieme formano un esamero, per separare i grumi. Al contrario, per formare i grumi più amorfi, non-amiloidi, l'Hsp104 richiede solo una delle sue sei subunità.


Inaspettatamente, la versione batterica dell'enzima Hsp104, chiamato ClpB, si comporta in modo diverso rispetto al Hsp104. La ClpB batterica utilizza tutti le sei subunità per rompere i grumi amorfi e non riesce a rompere le fibrille amiloidi. I batteri ignorano semplicemente queste strutture più stabili, mentre il lievito utilizza l'Hsp104 per sfruttare le fibrille amiloidi a scopi benefici. "Una sorpresa è che i biochimici pensavano che l'Hsp104 e gli esameri ClpB lavorassero nello stesso modo", dice Morgan DeSantis, primo autore e studente laureato nel laboratorio di Shorter. "Questo non succede".


L'Hsp104 rompe i grumi di proteine "tirando" singole catene polipeptidiche tramite un canale che l'esamero forma al suo centro, reclutando più subunità nel lavoro, in base alle esigenze. Polipeptidi singoli emergono sul lato dove possono essere ripiegati in strutture attive. Sorprendentemente l'Hsp104 rompe le fibrille amiloidi formate da varie proteine legate all'Alzheimer (tau e AB42), Parkinson (α-sinucleina), Huntington (polyglutamine), e anche diabete di tipo II (amilina).


La cattiva notizia è che gli animali non generano una propria versione di Hsp104 e non sembrano avere la macchina proteica per rompere i grumi amiloidi più rapidamente. Ma Shorter vede questo fatto come una possibile opportunità terapeutica: "Vogliamo introdurre l'Hsp104 transitoriamente come demolitore terapeutico dei ciuffi e ottimizzare l'Hsp104 per ogni tipo di proteina di malattia". Egli è rincuorato dalle prove precliniche che l'Hsp104 recupera la neurodegenerazione causata da misfolding dell'α-sinucleina in un modello di topo del Parkinson. Il suo laboratorio sta ora effettuando la scansione di cellule di lievito per cercare le forme più utili di Hsp104.


Hanno collaborato Eunice H. Leung, Elizabeth A. Sweeny, Meredith E. Jackrel, Mimi Cushman-Nick, Alexandra Neuhaus-Follini, Shilpa Vashist, Matthew A. Sochor, e M. Noelle Knight, tutti della Penn. La ricerca è stata finanaziata da sovvenzioni di formazione NIH, NRSA predoctoral fellowships, AHA predoctoral and postdoctoral fellowships, un NIH Director's New Innovator Award, un Ellison Medical Foundation New Scholar in Aging Award, e da Penn Institute of Aging, Alzheimer Disease Core Center, e Diabetes Research Center Awards.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della Perelman School of Medicine at the University of Pennsylvania.

Riferimento:
Morgan E. DeSantis, Eunice H. Leung, Elizabeth A. Sweeny, Meredith E. Jackrel, Mimi Cushman-Nick, Alexandra Neuhaus-Follini, Shilpa Vashist, Matthew A. Sochor, M. Noelle Knight, James Shorter. Operational Plasticity Enables Hsp104 to Disaggregate Diverse Amyloid and Nonamyloid Clients. Cell, 2012; 151 (4): 778 DOI: 10.1016/j.cell.2012.09.038.

Pubblicato in ScienceDaily il 19 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)